Gli effetti dannosi dello smog

Vincenzo Russo | Blogger

Ultimo aggiornamento – 12 Gennaio, 2021

Il termine “smog” descrive una miscela di emissioni, comprese le emissioni di sostanze inquinanti di origine industriale, di automobili e altri veicoli, combustione all’aria aperta, e inceneritori, in condizioni climatiche particolari. Lo smog è solitamente più evidente e pericoloso in estate ed è chiamato smog fotochimico perché l’effetto della intensa luce solare, combinata con sostanze inquinanti, come idrocarburi e ossidi di azoto, aumenta la concentrazione a bassa quota dell’ozono.

L’ozono è un gas presente negli strati alti dell’atmosfera la cui utilità è molto importante per proteggerci dalle radiazioni solari mentre, a bassa quota, favorisce la concentrazione e la permanenza delle sostanze tossiche che provocano la coltre di smog. L’ozono, inalato in quantità elevate, crea problemi all’apparato respiratorio sia di tipo immediato, con irritazioni e tosse durante l’esposizione, che prolungato, anche dopo l’esposizione. Studi clinici hanno dimostrato che l’ozono provoca riduzioni della funzione respiratoria e danni alla parete dei polmoni. I soggetti più a rischio sono i bambini e gli anziani, oltre a chi soffre d’asma.

L’americana EPA – Environmental Protection Agency – consiglia a tutti di proteggersi con attenzione durante i periodi in cui lo smog e l’ozono sono particolarmente elevati, e ha messo a punto uno strumento, l’Air Quality Index (AQI), di libera consultazione, che riporta, aggiornandoli, i valori dell’ozono presente nelle diverse zone del paese. La AQI classifica la qualità dell’aria con un punteggio da zero a 300. I livelli superiori a 150 sono considerati insalubri per chiunque, mentre i livelli superiori a 200 sono considerati a forte rischio salute. Questi livelli di esposizione corrispondono ai colori rosso e viola sulla scala.

Per proteggersi dagli effetti dannosi dello smog non c’è altra soluzione che evitare il più possibile di stare all’aperto, evitare attività faticose che accellerino il ritmo della respirazione e proteggersi, per quanto possibile, pelle e vie respiratorie.

I dati sugli effetti dello smog

In Europa e negli USA, gli effetti dannosi dello smog sono stati studiati con attenzione fin dagli anni ’50 dello scorso secolo. Storicamente i primi segnali si ebbero nelle aree più industrializzate degli Stati Uniti verso la fine della Seconda Guerra Mondiale. L’intensificarsi dello sforzo bellico impose una produzione di armi e manufatti senza precedenti e, a seguito dell’intensa attività industriale, cominciarono a notarsi i primi cambiamenti climatici e i primi effetti sulla salute dell’inquinamento industriale, con idrocarburi e polveri sottili immessi in grande quantità nell’atmosfera.

Negli anni successivi, questo fenomeno fu evidente in tutti i paesi industrializzati, Italia compresa, con danni causati sia dalle fabbriche che dallo sviluppo della mobilità su gomma, sia privata che industriale, oltre che dallo sviluppo delle città e delle relative esigenze in termini di servizi. Ancora oggi, è quanto avviene nei paesi di nuova industrializzazione, la Cina è l’esempio più recente con l’inquinamento che ha raggiunto livelli stratosferici nelle grandi aree urbane di Pechino e Shangai.

Una serie di studi iniziati negli anni ’60 e ’70 del XX esimo secolo avevano presto messo in evidenza i pericoli per la salute derivanti dall’inquinamento. Nel 1989, uno studio americano dimostrava che invertire il trend negativo dell’inquinamento avrebbe fornito benefici per la salute valutabili in un risparmio di quasi 10 miliardi di dollari per le sole regioni costiere meridionali degli USA.

Altri studi, alcuni dei quali condotti in California, lo stato USA che ha mostato maggior sensibilità per le tematiche ambientali fin dagli anni ’80, hanno messo in evidenza i danni provocati dall’esposizione a lungo termine all’ozono, con danni evidenti soprattutto nei bambini che consistono nell’aumento esponenziale del rischio di sviluppare patologie respiratorie croniche, oltre a una relazione evidente con alcune forme di cancro.

Smog e sinusite

Uno dei danni più diffuso dell’inquinamento, soprattutto dell’eccesso di ozono, è lo sviluppo di forme acute e croniche di sinusite.

La sinusite è l’infiammazione, con edema e accumulo di muco, dei seni paranasali. I seni paranasali sono 4 cavità, posizionate tra guance e naso, che hanno la funzione di riscaldare, inumidire e filtrare l’aria che respiriamo. Quando il tessuto dei seni si infiamma, la produzione di muco aumenta senza poter essere smaltita e la pressione del muco in eccesso sulla parte ossea provoca dolenzie intorno alla regione dei seni; dolenzie che possono espandersi ad aree più ampie della testa e della parte superiore del corpo. Anche virus e allergeni possono provocare l’infezione dei seni paranasali e, quindi, forme acute di sinusite, spesso assai dolorose.

I rischi dello smog per i bambini

I bambini sono più a rischio degli adulti e lo smog provoca loro diversi problemi quali:

  • Dispnea
  • Tosse
  • Riduzione della capacità respiratoria

Il rischio è maggiore non tanto perché l’apparato respiratorio dei bambini sia più debole o delicato di quello degli adulti, quanto perché i bambini:

  • respirano più velocemente degli adulti soprattutto durante il gioco, facendo penetrare una maggior quantità di aria inquinata;
  • tendono a respirare con la bocca, escludendo la funzione di filtro del naso;
  • trascorrono più tempo all’aperto rispetto agli adulti.

Per ridurre i rischi di patologie respiratorie connesse allo smog è necessario in primo luogo verificare l’ambiente in cui si vive. Nel caso ci si trovi in aree urbane a forte densità di traffico o in zone industriali, le attività all’aperto devono essere molto limitate. La cosa migliore sarebbe riuscire a portare il proprio bimbo in aree giochi lontane dalle zone inquinate. Inoltre, come per gli adulti e soprattutto d’estate, è necessario evitare l’esposizione nelle ore più calde della giornata.

Inquinamento da ozono: perché ci si ammala in ufficio

Alcuni dati dell’EPA, oltre a un recente studio, hanno confermato che i danni dell’inquinamento da ozono possono diventare evidenti anche su persone che passano la maggior parte della giornata in un edificio chiuso e condizionato, come il proprio ufficio.

Esaminando i casi, sempre più frequenti, di lavoratori americani che lamentavano gli stessi sintomi patologici tipici dell’inquinamento, pur restando all’interno del proprio ufficio, alcuni ricercatori hanno scoperto che tali patologie, soprattutto difficoltà respiratorie, mal di testa, congestioni nasali, erano molto più presenti quando i livelli di ozono e di inquinamento da polveri sottili erano molto alti all’esterno degli edifici. I ricercatori hanno definito questi casi come “sindrome dell’edificio malato”.

Dopo aver fatto diverse serie di test in edifici adibiti a uffici, sia condizionati che areati normalmente, hanno scoperto che il tipo di filtro utilizzato nel sistema di ventilazione di un edificio è anche legato al numero di malati. Come loro stessi hanno dichiarato, “ci sono maggiori probabilità, fino a 6 volte in più, che questi problemi si verifichino in edifici che adottano sistemi di filtrazione in poliestere o altri materiali sintetici, quando i livelli di ozono nell’atmosfera sono molto elevati“.

Il team ipotizza che i sintomi siano dovuti a molecole di ozono instabili che interagiscono chimicamente con la vasta gamma di materiali normalmente presenti in un edificio per uffici, a cominciare dal filtro dell’aria in poliestere. In questo caso, e dal momento che le persone passano la maggior parte della giornata nell’ambiente chiuso, i danni da inquinamento possono essere più gravi di quelli che si corrono con un’esposizione esterna.

Come ridurre lo smog

Ridurre la concentrazione nell’aria delle sostanze inquinanti, sulla base di tabelle aggiornate periodicamente, è stata la strada scelta dalla comunità internazionale per ridurre l’inquinamento. Il primo protocollo internazionale, firmato a Montreal nel 1985, fissava i limiti di alcune sostanze inquinanti come gli idrocarburi, oltre i quali ogni stato era tenuto ad intervenire. Negli USA, addirittura, il primo Cleaning Air Act è del 1967, modificato negli anni, e l’EPA è l’agenzia governativa incaricata di farlo rispettare.

In realtà, il compito, nonostante gli sforzi, è molto impegnativo. Le fonti di inquinamento aumentano, nonostante i progressi tecnologici, sia perché sono aumentati i paesi di prima industrializzazione, quindi con una minore attenzione all’ambiente, sia perché non tutte le fonti sono efficacemente controllabili. Riscaldamento domestico, traffico su gomma, industrie, impianti di incenerimento, sono solo le principali fonti di inquinamento. Anche dove si è intervenuti con più attenzione, come nel caso del traffico su gomma, i risultati non sono stati risolutivi.

Se da un lato è vero che le moderne automobili sono molto meno inquinanti di quelle del passato, per emissioni di piombo e particolato, è altrettanto vero che il continuo aumento delle prestazioni, gli impianti di climatizzazione sofisticati e le tecnologie legate ai motori a combustione interna, hanno quasi vanificato i miglioramenti, finendo semplicemente per mutare il tipo di agente inquinante emesso. Per non parlare dell’aumento esponenziale del traffico merci, in gran parte ancora oggi circolante su gomma, con tutti i problemi legati ai mezzi pesanti in circolazione.

La riduzione del traffico, nonostante i tentativi, non sembra veramente alla portata delle autorità governative e l’esempio della California che, con il famoso Low Emission Act, ha emesso già dal 2000 un provvedimento molto più restrittivo sulle emissioni dei veicoli (il 10 % delle auto circolanti deve essere a emissioni zero) è stato seguito, ad oggi, soltanto da altri 4 Stati della costa orientale.

I costi più elevati a fronte di percorrenze ancora molto ridotte impediscono l’esplosione commerciale delle auto elettriche in Europa, tranne in alcuni paesi, come la Norvegia, dove caratteristiche del territorio e bassi costi dell’energia hanno permesso l’installazione di una rete capillare di colonnine di ricarica in tutte le aree urbane o stradali del paese.

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Lavoro da anni nel mondo della medicina. Con Pazienti.it ho l'opportunità di scrivere di argomenti di salute, trasmettendo importanti messaggi di prevenzione e benessere.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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