Mens sana in corpore sano è una giusta equazione, ma anche chi pratica sport è soggetto al presentarsi di alcuni disturbi, come problemi alle articolazioni e ai muscoli. Vediamo insieme quali sono gli “imprevisti” di salute più comuni tra gli sportivi.
I disturbi articolari e muscolari che colpiscono gli sportivi
Le lesioni a schiena e collo si possono verificare anche negli atleti più giovani. Si tratta di distorsioni ai legamenti o ai ceppi muscolari che, sebbene non gravi, possono risultare frustranti perché impediscono l’allenamento.
Spesso, la loro causa è legata a un uso eccessivo e ripetuto delle strutture della colonna vertebrale o a una tecnica di allenamento errata. In caso di necessità, il medico prescriverà ulteriori esami specifici per determinare l’origine del disturbo.
Il riposo resta la cura migliore, insieme al ghiaccio e a farmaci per calmare il dolore. Nel caso in cui, però, il dolore non diminuisca, può essere utile utilizzare una fonte di calore. Un programma di allenamento specifico per aumentare la flessibilità muscolare e rinforzarne il tono, è importante per diminuire il rischio che si presenti in futuro lo stesso tipo d’infortunio.
La spondilosi, un difetto della pars interarticularis di una vertebra, e la spondilolistesi (slittamento di una vertebra nei confronti di un’altra) sono altre due cause di mal di schiena nei giovani atleti.
Si presentano quando si praticano attività che prevedano torsioni o iperestensione della schiena. Sono caratterizzate da dolore, che peggiora inarcando il dorso. Per la diagnosi occorrono esami specifici, che vanno dai raggi X fino alla TAC o alla scintigrafia ossea. Anche in questo caso, riposo, ghiaccio, farmaci e fisioterapia sono la cura migliore.
Un controllo ogni sei mesi è necessario per monitorare la situazione, in caso di spondilolistesi. Se la spondilolistesi supera il 50% di slittamento, sono consigliati sport meno pesanti rispetto a quelli consueti.
Un altro tipo d’infortunio può riguardare le nervature di collo e spalla. Si presenta con sensazioni di bruciore, ma anche con dolorose scosse elettriche che s’irradiano per tutto il braccio. Sono disturbi che rientrano nel breve periodo, ma purtroppo tendono a ripresentarsi e, se non diagnosticati a dovere, possono portare alla perdita di forza nelle braccia.
Questa situazione si presenta spesso in chi pratica wrestling e football. In questi due sport, infatti, si ripetono due situazioni di stress per le nervature, ovvero:
- il nervo del collo viene compresso dal capo e costretto in una determinata posizione rivolto all’indietro;
- i nervi di collo e spalla sono troppo tesi.
Per una diagnosi precisa dell’entità del danno, il medico potrà ricorrere a esami a raggi X, risonanza magnetica (MRI) ed elettromiografia (EMG).
Quali sono le cure consigliate per gli infortuni sportivi non gravi?
Alternanza di caldo e freddo, farmaci e l’uso di un collare cervicale, per ridurre la pressione alla radice del nervo, sono le cure da seguire più spesso. Si fa ricorso alla chirurgia sono nei casi in cui la compromissione sia grave o se il nervo sia compresso da speroni ossei o ernie del disco.
Prima di tornare di nuovo alla pratica sportiva devono presentarsi due situazioni:
- assenza di dolore e debolezza;
- movimento completo delle articolazioni.
È opportuno riprendere l’attività in modo graduale e migliorare la tecnica, per evitare che il problema possa ripresentarsi in futuro, anche utilizzando protezioni speciali.
Le ernie del disco sono un disturbo che si presenta raramente tra gli atleti giovani. La loro diagnosi si fa mediante una risonanza magnetica ed è utile per esclude la presenza di altre patologie. Le ernie sono curate anche tramite iniezioni epidurali, ma se non si ottengono risultati allora può essere consigliata la chirurgia.
Un’altra patologia che può colpire la schiena dei giovani atleti è la cifosi o malattia di Scheuermann. Si presenta in età giovane e provoca una gobba; da un esame ai raggi X è possibile vedere che almeno 3 vertebre consecutive si incastrano tra di loro.
Si può migliorare con esercizi di estensione o con l’ausilio di un tutore. Nei casi più gravi e dolorosi si fa ancora una volta ricorso alla chirurgia per dare una migliore stabilizzazione alla schiena.
*Contenuto di informazione pubblicitaria.