Nuovi studi hanno evidenziato come la malattia di Crohn non colpisca soltanto l’intestino, ma coinvolga anche il cervello.
È comparsa su Journal UEG una ricerca che evidenzia che chi è colpito da questa patologia infiammatoria dell’intestino abbia anche dei tempi di risposta cognitivi più lenti rispetto a chi non ne soffre.
Questi si sono dimostrati più lenti di ben il 10%, dato che conferma il deterioramento cognitivo lieve nei pazienti che soffrono della malattia di Crohn.
Difficoltà cognitive: tra le cause il morbo di Crohn
È, infatti, frequente che chi ne è affetto lamenti difficoltà di concentrazione, vuoti di pensiero o di memoria. Lo studio ha mostrato anche che i pazienti soffrivano maggiormente di depressione mediana e di una peggiore qualità del sonno.
Il dottor Daniel van Langenberg, il principale ricercatore dello studio, afferma come questi risultati rafforzino l’idea di come questa patologia sia in realtà multi-sistemica e che colpisca chi ne è affetto ben al di là del solo tratto intestinale. Continua, affermando come l’infiammazione delle viscere porta a uno scompenso nella regione dell’ippocampo, andando a confermare dati che già erano stati raccolti.
La malattia di Crohn è una delle principali malattie infiammatorie che possono andare a colpire l’intestino e va a provocare disturbi come:
- dolori addominali
- diarrea
- perdita di peso
- anemia
- affaticamento
Non è ancora stata scoperta una cura per questa malattia che può però essere tenuta sotto controllo con l’uso di farmaci steroidei e immunosoppressori, che ne vanno a rallentare la progressione.
Gli studi, pubblicati sull’UEG, sono stati commentati anche dall’esperto di malattie intestinali, Gigi Veereman. che ha così commentato: “questa ricerca mette in evidenza la necessità di interventi regolari con team multidisciplinari IBD per colmare le ampie problematiche che si presentano con la malattia di Crohn. Ciò permetterà una maggiore comprensione di questa condizione complessa e di migliorare il servizio e la cura che sono offerti a ciascun paziente”.
Che cosa è il morbo di Crohn?
Questa brutta malattia prende il nome dal dottor Burrill B. Crohn che la descrisse per la prima volta nel lontano 1932, insieme ai colleghi Leon Ginzburg e Gordon D. Oppenheimer. La patologia fa parte dei disturbi infiammatori intestinali (IBD) ed è un’infiammazione cronica del tratto intestinale.
Si tratta di un disturbo ben diverso dalla colite ulcerosa. Queste due patologie sono accomunate dall’origine, ma il tratto gastrointestinale coinvolto è diverso. Il morbo di Crohn va infatti a colpire la parte del piccolo intestino (ileo) e la parte iniziale del colon, ma può andare anche a colpire la bocca dell’ano o una qualsiasi zona del tratto gastrointestinale.
La colite ulcerosa è invece limitata al solo colon, coinvolgendone solo il rivestimento più interno, mentre il morbo di Crohn coinvolge tutto lo spessore della parete intestinale. Ultima differenza sta anche nel fatto che se il Crohn può saltare aree dell’intestino, che restano sane, mentre ciò non avviene mai con la colite ulcerosa.
I sintomi del morbo di Crohn: come riconoscerli
Per riconoscere nel modo migliore il morbo di Crohn è necessario analizzarne i sintomi, che non sono però mai uguali da paziente a paziente. Quelli da non sottovalutare sono:
- Diarrea persistente
- Sanguinamento rettale
- Bisogno urgente di andare in bagno
- Crampi addominali e dolore
- Sensazione di evacuazione incompleta
- Stitichezza, che può portare a una occlusione intestinale
Sintomi più generici sono invece:
- febbre
- perdita di appetito
- perdita di peso
- affaticamento
- sudorazioni notturne
- perdita del normale ciclo mestruale
Nei bambini piccoli questa patologia può portare a un ritardo nella crescita e nello sviluppo.
Ci soffre del morbo di Crohn vivrà periodi di remissione e fasi nelle quali la malattia si presenterà in modo più acuto. Nei casi più gravi, la malattia porterà al formarsi di fessure nel rivestimento dell’ano, che porteranno a sanguinamento e dolore quando si defeca. Si possono presentare anche fistole, una specie di tunnel che va a collegare due parti dell’intestino o questo con la vescica, la vagina o la pelle; in questa situazione, necessitano cure mediche immediate.
La malattia di Crohn è molto diffusa e si può manifestare a ogni età. Non ne sono chiare le origini, che vengono identificate di solito con ereditarietà, genetica e fattori ambientali; stress e dieta sbagliata ne possono andare a peggiorare la situazione.
Le cause del morbo di Crohn
Le cause dell’insorgenza del morbo di Crohn sono ancora chiare, anche se è stato dimostrato come un’inadeguata attivazione del sistema immunitario della mucosa intestinale possa provocare disturbi tipici.
Sappiamo che la comparsa del morbo di Crohn è legata principalmente a 3 fattori:
- la predisposizione genetica alla malattia;
- il deterioramento dei tessuti, a causa di una reazione immunitaria innescata dai batteri della flora del tratto gastrointestinale;
- vari fattori ambientali, come il fumo di sigaretta.