Diagnosticare l’autismo grazie all’olfatto

Marco Cicirello | Blogger

Ultimo aggiornamento – 07 Luglio, 2015

Una novità sull’autismo arriva direttamente da Israele: il modo in cui i bambini annusano aromi diversi potrebbe essere alla base di un test per riconoscere il disturbo.

La gente si intrattiene più a lungo e con più piacere ad annusare il profumo di un bouquet di rose che del pesce marcio: i risultati dei test su 36 bambini, pubblicati sulla rivista Current Biology, dimostrano che sembra esserci tale differenza nei bambini con autismo. Per la National Autistic Society, quindi, l’odore potrebbe essere un ulteriore strumento per il test dell’autismo.

Comportamento, interazioni sociali e capacità di comunicazione vengono colpiti dall’autismo, disturbo che colpisce un bambino ogni 160 a livello globale.

L’esperimento

I bambini che hanno preso parte allo studio sono stati coinvolti in un esperimento di dieci minuti.

Un tubo rosso inviava odori o piacevoli o spiacevoli al naso mentre il tubo verde registrava i cambiamenti nei modi di respirazione. Uno dei ricercatori, il dottorando Liron Rozenkrantz, ha spiegato che i bambini normalmente alteravano la profondità dell’inalazione in base agli odori. Ecco cosa ha dichiarato alla BBC: “I bambini con autismo non hanno mostrato questa modulazione a tutti gli odori, ma hanno annusato allo stesso modo l’odore di shampoo come hanno fatto con il pesce marcio. Questo è un po’ sorprendente“.

Il team ha sviluppato un programma per computer che potrebbe rilevare l’autismo nel gruppo dei bambini con l’81% di accuratezza nell’inalazione. Essi hanno inoltre dimostrato che più sono gravi i sintomi dell’autismo, più a lungo i bambini inalano gli odori sgradevoli.

Un importante punto di partenza

Quanto più precocemente viene diagnosticato l’autismo, più in fretta i bambini possono accedere alle terapie comportamentali o educative.

Il team del Weizmann Institute of Science ha detto che uno dei vantaggi di un test di inalazione è che non si basa sulle capacità di comunicazione del bambino, quindi può essere utile in età molto precoce. La dottoressa Rozenkrantz ha aggiunto: “Ma prima di poterlo utilizzare come test diagnostico, abbiamo bisogno di sapere a che età i bambini cominciano a sviluppare una risposta inalatoria nella popolazione generale. Si nasce con questa capacità? Si sviluppa più tardi nella vita? Penso che abbiamo un punto interessante da cui iniziare, ma abbiamo ancora una lunga strada da percorrere“.

I ricercatori spiegano che gli odori hanno un ruolo importante nell’interazione sociale e quindi questo può spiegare il legame con l’autismo.

La dottoressa Judith Brown, della National Autistic Society del Regno Unito, ha detto: “Ottenere una diagnosi è un passo cruciale per sbloccare i servizi di supporto vitale che possono fare una grande differenza per le persone autistiche e le loro famiglie. Crediamo che la possibilità di sviluppare un test diagnostico unico e universale per l’autismo sia improbabile. Tuttavia, in futuro, se questi risultati iniziali sono confermati e pienamente compresi, le differenze in materia di odore possono offrire un ulteriore strumento nel processo multiforme di diagnosi di autismo“.

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Scritto da Marco Cicirello | Blogger

La scrittura è la mia personale visione del mondo. Penso che tutto ciò che riguarda gli uomini riguardi anche me e, grazie a Pazienti, posso parlare ogni giorno della cosa più importante della vita: la salute, sia quella fisica che quella mentale.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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