Lo sport è una fonte inesauribile di energia, benessere e vitalità, ma per chi convive con il diabete può rappresentare una sfida da affrontare con attenzione.
Come conciliare i benefici dell’attività fisica con la gestione di una condizione che richiede costante equilibrio? È possibile praticare sport in sicurezza senza rinunciare al piacere del movimento?
Lo abbiamo chiesto alla Dr.ssa Cinzia Di Petta, Medico Chirurgo specializzato in Diabetologia ed Endocrinologia che ci accompagnerà alla scoperta di strategie pratiche e consigli utili per affrontare l’attività sportiva con il diabete, dimostrando che il movimento può essere un alleato prezioso per migliorare la qualità della vita e la salute.
Ecco le domande che le abbiamo posto:
Come influisce il diabete sul corpo durante l'attività sportiva?
Durante l’attività sportiva, il diabete può determinare numerosi cambiamenti fisiologici. In particolare, si osserva un aumento del numero e dell’attività dei trasportatori di glucosio , un incremento del flusso sanguigno nei muscoli in esercizio e una maggiore disponibilità di glucosio nel muscolo scheletrico.
Inoltre, si registra una riduzione dei livelli di insulina circolante e un aumento della sensibilità periferica all’insulina.
Dopo l’attività fisica, l’assorbimento del glucosio mediato dall’insulina può aumentare significativamente, con un incremento stimato del 30-35%, sia nei soggetti sani che nei pazienti diabetici.
Esistono benefici particolari dello sport per chi soffre di diabete di tipo 1 e di tipo 2?
L’esercizio fisico offre numerosi benefici sia per il diabete di tipo 1 che di tipo 2 . Tra gli effetti positivi si annoverano la riduzione dei livelli di glucosio durante e dopo l’attività, un miglioramento della sensibilità insulinica e una diminuzione della richiesta di insulina.
L’esercizio contribuisce inoltre a migliorare l’ ipertensione lieve e moderata, supporta la funzione cardiocircolatoria, aumenta la forza e l’elasticità muscolare e ottimizza il profilo lipidico, con una riduzione dei trigliceridi e un incremento delle HDL.
Un ulteriore vantaggio è l’aumento della spesa energetica, che favorisce la riduzione dei depositi di grasso mantenendo al contempo la massa magra.
Quali sono le precauzioni generali per un diabetico che desidera iniziare un programma di attività fisica?
Innanzitutto si consiglia di adottare un abbigliamento consono, comodo e traspirante in base allo sport praticato. Essenziali le scarpe: non troppo strette, ben ammortizzate, con pochi elementi di sfregatura (cuciture); utilizzare sempre calzini in materiale adeguato: fibre naturali o materiali tecnici.
I diabetici devono controllare i piedi ogni giorno, ancora di più dopo l’attività fisica. Attenzione ad eventuali: tagli; calli; vesciche; altre ferite.
Prevenire la disidratazione: assumere circa 250-300 ml di acqua 2 ore prima dell’attività fisica; integrare 250 ml di acqua ogni 30’ di attività; si consiglia inoltre di non svolgere attività all’aperto nelle giornate particolarmente calde o afose.
Controllare la glicemia prima e dopo l’attività fisica per imparare a conoscersi e praticare l’attività fisica in sicurezza. Gli esercizi di lunga durata o intensità devono prevedere: uno spuntino prima dell’attività fisica; assunzione di bevanda contenente carboidrati ogni 30’ di esercizio.
Non iniziare l’attività fisica se:
- il diabete è scompensato o se ci sono chetoni nelle urine;
- si sente freddo o si ha l’influenza o altre infezioni;
- si è affetti da complicanze croniche (retinopatia proliferante controindicante esercizi vigorosi per rischio di emorragie vitreali o distacco di retina, neuropatia periferica con riduzione della sensibilità e rischio di traumi ai piedi, neuropatia, tachicardia e rischio di ischemia silente o malattie cardiovascolari controindicanti l’attività fisica.)
Bisogna imparare a conoscere i propri limiti: se si avvertono capogiri, dolore o fiato corto bisogna fermarsi dall’attività.
Inoltre, è importante informare l’istruttore o il compagno di allenamento del proprio stato di salute, della patologia diabetica e magari insegnare loro a riconoscere e trattare l’ipoglicemia; avere sempre a disposizione zucchero o bevande necessari a correggere un’eventuale ipoglicemia; portare con sé il tesserino di diabetico.
Ci sono sport particolarmente indicati o sconsigliati per le persone con diabete?
E cco un tipo di allenamento ed esercizio fisico consigliato per chi ha il diabete:
- Tipo: aerobico
- Intensità: 50-70% della massima capacità aerobica
- Durata: 20-60 minuti
- Frequenza: 3-5 volte alla settimana
Per il paziente diabetico sia di tipo1 che di tipo2 con un deficit della cellula beta pancreatica si consiglia attività aerobica per non più di un’ora ed eventualmente per attività prolungate si consiglia ad esempio il ciclismo.
Fra gli sport raccomandati o autorizzati ci sono:
- marcia veloce
- corsa leggera
- nuoto
- sci
- tennis
- equitazione
- golf
- calcio
- pallavolo
- pallacanestro
- ciclismo
- canoa
- canottaggio
- atletica leggera
- ginnastica artistica
- danza classica
Fra gli sport invece sconsigliati ci sono:
- pugilato
- lotta libera e greco-romana
- alpinismo
- paracadutismo
- sci estremo
- sport subacquei
- sport motoristici
Come possono gestire l’attività fisica i giovani con diabete, soprattutto in sport competitivi?
Si consiglia di praticare esercizi aerobici a bassa intensità, poiché l’energia necessaria deriva principalmente dall’ossidazione del glucosio.
L’utilizzo dei lipidi come fonte energetica varia in base all’intensità dell’attività: può raggiungere un massimo di circa l’85% negli esercizi di bassa intensità e ridursi fino allo 0% durante sforzi massimali.
In caso di attività fisica di bassa o moderata intensità prolungata oltre 2-3 ore, si esauriscono le riserve di glicogeno, con un conseguente aumento della lipolisi nel tessuto adiposo e un utilizzo predominante degli acidi grassi liberi (FFA, Free Fatty Acids) come principale fonte di energia.
Se l’esercizio si prolunga ulteriormente, la gluconeogenesi epatica tende a ridursi, portando spesso le concentrazioni di glucosio nel sangue ai limiti inferiori della norma e, in rari casi, a livelli inferiori a 50 mg/dL, con il rischio di crisi ipoglicemica.