Dal 5 aprile è possibile curarsi in uno Stato europero diverso da quello di origine, e ottenere il rimborso delle spese sanitarie. Questo è quanto decretato dalla nuova direttiva europea in merito alle cure transfrontaliere.
Il decreto
Un importante traguardo, seppur non si possa ancora parlare di Servizio sanitario europeo, è quello raggiunto grazie al Dlgs di recepimento della direttiva Ue approvato lo scorso 28 febbraio dal Governo, che consentità al nostro Servizio sanitario nazionale di aprirsi all'Europa.
La nuova direttiva consentirà di:
- – accedere alle cure inserite nei Lea, ovvero i Livelli essenziali di assistenza sanitaria, le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a garantire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di un ticket, escludendo solo le deroghe regionali
- – ottenere un rimborso indiretto
- – ottenere un rimborso limitato all'assistenza erogata nel Ssn
Cosa resta escluso?
I servizi long term care, i trapianti d'organo e i programmi pubblici di vaccinazione, restano esclusi dal decreto.
Attraverso un dialogo costante dei Paesi europei con il Ministero della salute, ci si potrà informare facilmente sui centri di cura, sui diritti dei pazienti e sulle procedure di tutela e rimborso. Le informazioni, rese pubbliche on line, convergeranno tutte nel portale che sarà realizzato dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.
Ci saranno dei limiti al decreto?
Sono previsti, come ovvio, dei limiti alla mobilità dei pazienti, ovvero:
- – limiti all’accesso alle cure nel proprio territorio
- – limiti ai rimborsi delle cure transfrontaliere
- – limiti a prestazioni transfrontaliere ad autorizzazione preventiva
Chi gestirà le autorizzazioni ai rimborsi e le procedure organizzative?
Le ASL sono gli enti responsabili dell'autorizzazione all'erogazione ai rimborsi, mentre le regioni monitoreranno gli effetti del decreto, riferendo al Ministero delle salute e al Ministero dell'economia e le finanze eventuali problematiche che richiedano l'attivazione delle misure di limitazione.
Insomma, una fitta rete di controlli e una gestione corretta delle politiche sanitarie per garantire al meglio il diritto alla salute.