Indurre le cellule tumorali ad un suicidio programmato, per sconfiggere il cancro.
Ecco come potrebbe essere possibile agire nella lotta ai tumori grazie alla proteina DBC1, secondo lo studio dei ricercatori dell‘Istituto nazionale dei tumori di Milano.
Nello studio pubblicato sul Journal of Molecular Cell Biology sono stati evidenziati i risultati degli studi delle interazioni tra alcune proteine nei tessuti tumorali.
La scoperta, anche se ai primi passi, ha suscitato molto entusiasmo tra i ricercatori: la proteina DBC1 è in grado di accelerare il processo di invecchiamento delle cellule tumorali.
Le cellule neoplastiche, infatti, devono la loro aggressività ad una proteina che le mantiene sempre giovani, la proteina SIRT1. Questa proteina, infatti, blocca il meccanismo di autodistruzione attivato dalla proteina p53, che serve proprio a fare in modo che le cellule con il genoma troppo danneggiato (quindi passibili di trasformazione in cellule tumorali) possano vivere o replicarsi.
La proteina DBC1 riesce a mettere a freno gli effetti della SIRT1, permettendo alla proteina p53 di svolgere il proprio compito di guardiano del genoma, e quindi facendo invecchiare la cellula per condurla a morte.
I ricercatori hanno dunque aumentato artificialmente i livelli di DBC1 in un tessuto colpito da tumore al seno, e hanno riscontrato una diminuzione dell SIRT1, che ha provocato un aumento di p53, e si è verificato un aumento della morte delle cellule tumorali.
Se la strada che conduce ad una terapia per il tumore è ancora lunga, le possibilità si sperimentazione si sono appena aperte, in molte tipologie di tumori e anche in patologie in cui viene riscontrato un elevato livello di proteina SIRT1, come l’obesità ed il diabete, per capire i meccanismi che la legano alle altre proteine e trovare nuove terapie.