Via libera all’emendamento al decreto legge Lorenzin: sì a 10 vaccini obbligatori e a 4 “consigliati attivamente”, niente riferimento alla perdita della patria potestà e sanzioni sempre più basse per i genitori che decidono di non vaccinare.
La Commissione Sanità del Senato ha infatti approvato una modifica presentata nei giorni scorsi dalla relatrice Patrizia Manassero e su richiesta della Presidente Emilia De Biasi, poi modificata in alcune parti dall’Istituto Superiore di Sanità.
Vediamo insieme cosa cambia nei dettagli.
Vaccini a scuola: ecco le modifiche nei dettagli
I vaccini obbligatori scendono da 12 a 10. A questi ne verranno aggiunti altre 4 caldamente consigliate dalle Asl, con l’ambizioso obiettivo di poter rafforzare la raccomandazione contenuta nel Nuovo Piano di Prevenzione Vaccinale: si tratta di anti-meningococco B e C (fino ad ora nel gruppo delle vaccinazioni obbligatorie), anti-pneumococco e anti-rotavirus.
Importanti modifiche riguardano le multe ai genitori che decidono di non vaccinare i propri figli prima di iscriverli a scuola. Il tetto massimo della multa, infatti, scende da 7.500 a 3.500 euro con un minimo fissato a 500 euro. L’entità della multa, ovviamente, varierà in base al numero e alla tipologia di vaccinazioni omesse.
Dal testo, viene infine depennato la possibilità di far ricorso al Tribunale dei Minori nel caso in cui i genitori rifiutino di procedere con le vaccinazioni, contro le continue sollecitazioni delle Asl.
I vaccini obbligatori: quali sono e quando farli
Sono altre le novità previste nel testo dell’emendamento. In particolare, per la vaccinazione quadrivalente MPRV – per proteggersi da morbillo, parotite, rosolia e varicella – che normalmente viene fatta tra il 13esimo e il 14esimo mese di vita, ne dovrà essere verificata la sua copertura dopo tre anni.
L’intenzione di procedere con una verifica periodica delle coperture vaccinali ha come obiettivo quello di raggiungere la soglia del 95% dei bambini vaccinati, per assicurarsi la protezione di gregge: una volta toccata questa percentuale, l’obbligo potrebbe anche cadere.
Oggi, come più volte sottolineato, l’effetto gregge rischia invece di saltare. Il numero di immunizzati continua infatti a diminuire, rendendo più facile la circolazione dei virus: dati alla mano, la copertura contro il morbillo raggiunge solo l’85,2% dei bambini italiani. Cinque anni prima, il dato era al 90%.
Per ciò che riguarda i vaccini esavalenti, invece, nulla cambia. Le vaccinazioni contro difterite, tetano, pertosse, emofilo, polio ed epatite B rimarranno ovviamente obbligatorie ma senza che ne siano verificate le coperture che, oggi, arrivano alla soglia del 93%.
Siamo tutti d’accordo?
Alcune Regioni hanno già storto il naso. Le modifiche, ad esempio, non sembrano soddisfare il governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha già annunciato un ricorso alla Corte Costituzionale.
La Valle d’Aosta, invece, rinuncerà al ricorso, dando comunque parere contrario alle modifiche.
Anche la Liguria si è mostrata perplessa. Il decreto, stando alle parole del governatore Giovanni Toti, sembra avere dei margini di miglioramento significativi: attualmente si mostra eccessivamente vessatorio e, soprattutto, senza coperture sufficienti. Le altre Regioni, invece, diranno sì alle modifiche. Convinti che un passo in avanti si possa fare.
Dopo il Senato, la discussione passerà nelle prossime settimane alla Camera. Perché il decreto non decada, deve essere convertito entro il 6 di agosto. Attendiamo ora tutte le novità.