Dr. Domenico Giuseppe Bozza, psicologo.
Il bullismo è un fenomeno, ahimè, sempre più noto. La prepotenza e la violenza verso gli altri sembra dilagare anche tra i più giovani.
Meno noto, ma altrettanto grave, è il fenomeno del cyber-bullismo. Ce ne parla il dr. Domenico Giuseppe Bozza, specialista in psicologia.
Il cyber-bullismo può essere diffuso a tutte le età?
Se partiamo dal presupposto che il bullismo è una forma di violenza, fisica e psicologica, tipicamente agita nei contesti scolastici, oltre che in un’età ben identificabile come quella pre-adolescenziale e adolescenziale, dovremmo rispondere “no” alla domanda.
Nel caso del bullismo veicolato attraverso internet, gli aspetti si fanno assai più complessi, oltre che delicati, anche perché vi è la componente, parziale o totale, dell’anonimato. Questo significa che, mentre nel caso del bullismo tipicamente agito dal bullo e dai suoi complici ai danni di un individuo più debole, possono essere, relativamente in modo facile, identificati segni o manifestazioni di violenza psicologica o fisica, nel caso della Rete, la questione si fa più subdola e di difficile inquadramento.
Nel caso della Rete, oltretutto, il bullo può assumere doppie o triple personalità, ovvero ostentare una personalità fittizia, amplificando il potere devastante la psiche della vittima.
Cosa fare se si è vittime di cyber-bullismo?
Sicuramente, come accade per altre situazioni, potenzialmente o effettivamente, pericolose, il silenzio non è mai la soluzione più opportuna da scegliere. Parlare, denunciare, comunicare quello che sta accadendo, quanto prima, pone invece le basi per salvaguardare se stessi da una escalation di vessazioni e vere persecuzioni, che possono portare la persona a un sempre più estremo isolamento e ritiro sociale, poichè letteralmente succubi e ingabbiati dal cyberbullo.
Genitori, forze dell’ordine, chiunque possa intervenire va allertato, badando bene che spesso chi delinque in Internet, dopo aver carpito la fiducia, riesce con molte capacità manipolatorie e persuasive a spingere la vittima verso il tacere quanto sta vivendo.
Come tutelarsi dal cyber-bullismo?
Il suggerimento principale, specie se si pensa di essere entrati nel dedalo infinito della persecuzione online, è quello di avvertire le Autorità di Pubblica Sicurezza, la Polizia Postale, tutte quelle Forze del’Ordine che hanno già da tempo attivato servizi di ascolto e di tutela dei cittadini che usano la Rete. All’indirizzo www.poliziadistato.it/articolo/11082/, possono per esempio essere trovate delle Guide proprio legate ad Internet, al Bullismo, che la Polizia di Stato mette a disposizione.
Il Ministero della Pubblica Istruzione ha istituito un Numero Verde, 800669696, che permette di ricevere aiuto, oltre che informazioni, in caso di bisogno. Un’altro aspetto, diciamo di carattere preventivo, è quello di prestare sempre particolare attenzione quando si utilizza software legato a chat, videoconferenza, social network, poichè è proprio all’interno di questi ambiti, sottoforma di profili falsi, che si nascondono gli ‘stalker‘ della Rete.
Se nella vita reale si mostra diffidenza nell’offire personali dati e informazioni, sulla Rete questo scrupolo deve essere quantomeno triplicato.
Come accorgersi se il proprio figlio è vittima di bullismo su internet?
Ci sono evidentemente dei segnali che un genitore può intercettare, per comprendere se quanto sta accadendo al proprio figlio deve destare preoccupazione oppure no.
Intanto, la variabile “tempo” che viene dedicato allo stare davanti ad un PC, a un tablet o allo smartphone: una ‘impennata’ nel giro di pochi giorni, può indicare che qualcosa, all’apparenza interessante per il proprio figlio, sia accaduta.
Specie se a questo si accompagna un cambiamento negli stili di vita, come per esempio il non uscire più coi propri amici, piuttosto che il non andare più in palestra o a fare sport. Un altro aspetto che deve allarmare è la richiesta reiterata di denaro, che potrebbe essere utilizzato proprio perchè si è vittima di ricatti.
Anche ritrovarsi un figlio taciturno, quando in passato è sempre stato loquace o un figlio che cerca di essere sfuggente, evasivo, che appare non voler raccontare assolutamente nulla di quanto attiene alla sua vita privata, può essere segnale di qualcosa che non sta andando come dovrebbe. Una utile strategia, per mantenere nel contempo la privacy pur giusta del proprio figlio, è quella di posizionare il PC in una stanza di passaggio, così da poter osservare quello che sta visitando.
Ma anche impostare la cronologia in maniera tale che lasci memoria dei siti visitati. Una ulteriore buona idea dovrebbe essere quella di abituare i bambini a rispettare le regole e tra queste quella di non superare un tot di tempo al giorno da dedicare al computer e ad Internet.