Che cos'è il cannabidiolo e perché viene utilizzato? In quali casi può essere utile e quali benefici apporta? È vero che presenta anche delle controindicazioni?
Ecco tutto quello che c'è da sapere sul CBD.
Che cos'è il cannabidiolo?
Il cannabidiolo, comunemente abbreviato con la sigla CBD, è una sostanza chimica presente all'interno della pianta della Cannabis Sativa.
La Canapa, detta anche Cannabis, è una specie vegetale che appartiene alla famiglia delle Cannabinacee: coltivata e utilizzata fin dall'antichità in virtù delle sue numerose applicazioni, a partire dagli anni '50 del XIX secolo è stata posta sotto accusa per i suoi effetti psicotropi sulla mente umana e per questo motivo, messa al bando in numerosi paesi.
Dalla pianta della Canapa è possibile ricavare una grande varietà di prodotti, i quali si differenziano tra loro anche a seconda del quantitativo di THC contenuto al loro interno.
È proprio questa sostanza ad avere degli effetti psicotropi, pertanto attualmente è possibile acquistare legalmente in Italia solo derivati dalla Canapa che contengono una percentuale di THC inferiore al 0,2%, che corrisponde al limite massimo fissato dalla legge.
A differenza del THC, il CBD non presenta alcun effetto psicotropo e non produce alterazioni nella percezione della mente umana.
Esso è uno dei 142 fitocannabinoidi presenti all'interno della pianta e, secondo le ultime ricerche scientifiche, si caratterizza per una serie di importanti benefici per l'organismo.
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Il cannabidiolo in vendita legalmente può essere acquistato sotto diverse forme, fra cui:
- compresse;
- capsule;
- oli;
- gomme;
- estratti liquidi;
- ricariche per sigarette elettroniche;
- infiorescenze;
- estratti;
- cerotti;
- prodotti topici da applicare sulla cute.
Cannabidiolo e norme legali
L'inclusione dei derivati a base di Cannabis nella categoria delle sostanze stupefacenti vietate dalla legge risale al 1961, quando 186 paesi del mondo aderirono a un trattato denominato "Convenzione unica sugli stupefacenti", il quale metteva al bando le sommità fiorite, le foglie, la resina e tutti i prodotti derivati dalla pianta della Canapa in virtù dei suoi effetti psicotropi sull'organismo.
Negli ultimi anni si è assistito a una progressiva liberalizzazione della Cannabis a basso contenuto di THC, in particolare dopo che nel 2017 l'OMS (ovvero l'Organizzazione Mondiale della Sanità), dichiarò il CBD come un potenziale alleato nella lotta contro gli stati infiammatori, il dolore cronico, l'epilessia, i disturbi dell'umore, l'ansia e la depressione.
Attualmente, la commercializzazione di prodotti a base di cannabidiolo varia da paese a paese e non vi è una situazione uniforme in tutto il mondo: mentre alcuni stati hanno progressivamente allentato le maglie del proibizionismo, aprendo la strada alla vendita di CBD con ridotto quantitativo di THC (il quale può variare a seconda del paese da un minimo di 0,2 fino a un massimo di 1%), altre nazioni non hanno modificato la normativa legale sul cannabidiolo, il quale è ancora equiparato a una vera e propria droga.
I benefici del cannabidiolo sull'organismo
La ricerca scientifica si è dedicata allo studio degli effetti benefici del cannabidiolo sull'organismo, il quale sembra che effettivamente possa giovare ad alcune categorie di soggetti.
In particolare, il CBD è in grado di interagire con i recettori presenti nel Sistema Nervoso, svolgendo su di esso un'azione riequilibrante e calmante.
Il medicamento CBD si è rivelato utile in caso di:
- insonnia;
- stati di forte stress psicofisico;
- agitazione e ansia;
- depressione;
- dolore cronico;
- dolori mestruali;
- stati infiammatori (Morbo di Crohn, emicrania, eczema della pelle...);
- disturbi gastrointestinali;
- diabete. Il cannabiodiolo esercita un'azione positiva nei confronti di situazioni di neuropatia periferica (molto spesso presenti in chi soffre di diabete). Esso riesce infatti a contrastare effetti spiacevoli come il bruciore, l'intorpidimento e il formicolio alle estremità del corpo.
- disturbi dell'umore (come, ad esempio, il disturbo bipolare);
- sclerosi multipla;
- dipendenza da sostanze stupefacenti.
Diversi studi scientifici hanno inoltre confermato la reale efficacia del CBD nel trattamento di alcune sindromi convulsive.
Sembra infatti che assumere CBD puro (ovviamente sotto rigoroso controllo medico), sia in grado di ridurre il numero delle crisi convulsive e la loro gravità in soggetti affetti da alcune rare forme di epilessia.
Fra le proprietà che sono state riconosciute al cannabidiolo vi sono quelle:
- analgesica e antispastica, utile soprattutto in caso di spasmi muscolari
- lenitiva e neuroprotettiva, non a caso il CBD viene sfruttato anche nel trattamento di condizioni neurodegenerative come il Parkinson e l'Alzheimer.
- antiemetica. Il CBD viene utilizzato con successo per ridurre la sensazione di nausea provocata da alcuni trattamenti chemioterapici, senza gli effetti collaterali dei farmaci tradizionali.
- energizzante;
- rilassante;
- antiossidante;
- ipotensiva. Il CBD riduce la rigidità arteriosa, la pressione sistolica e la pressione arteriosa media
- antipsicotica;
- ansiolitica;
- anticonvulsivante.
Uno degli utilizzi che, soprattutto negli ultimi tempi, hanno preso maggiormente piede è quello legato al trattamento dell'ansia. Secondo recenti studi sembra infatti che questa sostanza possa svolgere un'azione positiva nei confronti di questo disturbo, riducendo la portata e la frequenza degli attacchi di panico e migliorando la gestione dello stress.
Il cannabidiolo esercita una capacità riequilibrante e regolatrice: in particolare, sembra che esso interagisca con i CB2 e GABAergici andando ad aumentare il livello della serotonina, ovvero il neurotrasmettitore che regola l'umore e induce uno stato di rilassatezza e serenità.
Alcune ricerche sembrano anche confermare la sua efficacia nel trattamento di alcune manifestazioni dello spettro autistico, come ad esempio l'aggressività, i comportamenti ripetitivi, l'aggressività, l'iperattività e l'ansia sociale.
Il CBD esercita poi una spiccata azione antiossidante sull'organismo, andando a ridurre lo stress ossidativo e proteggendo le cellule dall'effetto negativo dei radicali liberi. Esso risulta particolarmente utile nella cura delle condizioni infiammatorie croniche e per la gestione del dolore.
Controindicazioni ed effetti collaterali del CBD
Il cannabidiolo presenta un buon profilo di sicurezza e non presenta particolari controindicazioni, a patto di rispettare la dose massima giornaliera.
Quest’ultima si aggira intorno ai 1.500 mg di CBD assunti per via orale nell'arco di un mese, tuttavia tale indicazione può variare in relazione alla singola situazione.
Tra gli effetti collaterali più comuni di questa sostanza vi sono:
- diarrea;
- bocca secca;
- inappetenza;
- disturbi dell'umore;
- ipotensione arteriosa;
- confusione mentale;
- sonnolenza;
Il cannabidiolo può inoltre interferire con alcuni farmaci, fra i quali:
- medicinali utilizzati nel trattamento dell'epilessia (fra cui il brivaracetam, la carbamazepina, il clobazam e il topiramato);
- i farmaci somministrati in caso di trapianto d'organi per impedire il rigetto;
- il metadone, spesso usato da chi ha una dipendenza da droghe pesanti;
- gli antidepressivi;
- farmaci fluidificatori del sangue (come il warfarin);
- il litio;
- i sedativi (fra cui le benzodiazepine, la morfina, il fenobarbital);
- l'alcol;
- la levotiroxina;
- l'acido valproico.
L'utilizzo del CBD è poi sconsigliato alle donne che si trovano in stato di gravidanza e a chi sta allattando al seno.
Occorre tenere presente, tuttavia, che questa sostanza non comporta alcun effetto psicotropo dal momento che si rispetta la quantità di THC (pari a 0,2%) fissata dalla legge.
Secondo quanto affermato anche dall'OMS, il cannabidiolo risulta essere ben tollerato, non produce alcuna forma di dipendenza fisica e non comporta particolari effetti negativi sull'organismo.
In ogni caso, prima di assumere prodotti a base di cannabidiolo, può essere indicato chiedere consiglio al proprio medico.