Cosa c’è dopo la morte? Esiste un paradiso? Un mondo ultraterreno pronto ad accoglierci? È impossibile – almeno scientificamente! – rispondere a queste domande, che attanagliano gli esseri umani sin dai tempi più antichi.
È più facile, invece, capire cosa accade al nostro corpo dopo che la vita lo abbandona. A meno che non vengano cremati o imbalsamati, in condizioni naturali, i corpi iniziano a disintegrarsi lentamente, fino a quando non rimangono solo le ossa.
Dunque, cosa succede al corpo dopo la morte? È tutto spiegato. Vediamolo insieme.
Cosa succede quando si muore
È quasi scontato collegare il concetto di decomposizione a quello di putrefazione, quasi fossero sinonimi. In realtà, non è così: la decomposizione di un corpo umano è un processo abbastanza lungo, costituito da diverse fasi, attraverso il quale le componenti organiche complesse vengono gradualmente ridotte in elementi sempre più semplici. La putrefazione è solo una di queste fasi.
Molti di noi hanno sentito ancora parlare di rigor mortis, magari in qualche serie tv crime. Il rigor, esattamente come il livor e l’algor mortis, è un segno dell’inizio del processo di decomposizione.
Il livor mortis, o lividezza, corrisponde alla fase in cui il corpo diventa pallido e si ingrigisce, subito dopo la morte, a causa dell’assenza di battito cardiaco, che rallenta la circolazione sanguigna fino a farla cessare del tutto. Solitamente, il livor inizia a circa un’ora dalla morte e si sviluppa fino a 9-12 ore dopo l’autopsia.
Durante il rigor mortis, invece, il corpo diventa rigido per via della tensione che colpisce i muscoli a causa dei cambiamenti che si verificano a livello cellulare. Il rigor inizia a 2-6 ore dalla morte e può durare fino a 48 ore, trascorse le quali i muscoli diventano flosci e cedevoli.
L’algor mortis, infine, si verifica quando il corpo si raffredda, poiché tutti i meccanismi di regolazione della temperatura interna cessano di funzionare. Il tempo di raffreddamento del corpo dipende essenzialmente dalla temperatura esterna. In genere, comunque, l’algor mortis si verifica entro un periodo di circa 18-20 ore dal momento della morte.
Marmorizzazione, tache noir e putrefazione: gli altri segni di decomposizione
Talvolta, il corpo non solo impallidisce, ma assume anche una sfumatura verdastra. Questo curioso colorito è dovuto ai gas – tra cui anche una sostanza nota come idrogeno solfato – che si accumulano nelle cavità. L’idrogeno solfato reagisce con l’emoglobina presente nel sangue e forma sulfemoglobina, il pigmento verdastro che dà colore al cadavere.
La pelle non solo cambia colore, ma finisce anche con lo staccarsi dal corpo. L’epidermide, infatti, dopo la morte, soprattutto se questa avviene in habitat umidi, inizia a staccarsi dal derma sottostante e può essere facilmente rimossa, quasi fosse un guanto.
Durante la decomposizione, si verifica anche un fenomeno noto come “marmorizzazione”. Alcuni tipi di batteri presenti nell’addome “migrano” verso i vasi sanguigni, inducendoli ad assumere una tinta viola-verdastra. Questo effetto conferisce alla pelle in alcuni punti del corpo – in genere tronco, gambe e braccia – un aspetto simile a quello del marmo.
In molti casi, gli occhi rimangono aperti dopo la morte. Questo accade perché la parte esposta della cornea si asciuga, lasciando uno scolorimento che tende al nero. Proprio per via di questo colore, il fenomeno viene indicato col nome tache noir, che significa “macchia nera” in francese.
L’ultimo segno è proprio la putrefazione, dovuta all’azione di agenti batterici, micotici e di insetti, che consumano tutti i tessuti molli del corpo, fino a quando non ne rimane solo lo scheletro.
Dunque, come abbiamo spiegato sopra, il processo di decomposizione è costituito da diversi stadi, cinque per la precisione.
- Il primo comprende le prime ore dalla morte, quando sono visibili solo pochi segni, come la colorazione verdastra, il livor mortis e la tache noir. Alcuni insetti – solitamente mosche – iniziano già in questa fase a deporre le uova, da cui poi nasceranno le larve, che a loro volta contribuiranno a rimuovere dallo scheletro il tessuto molle.
- Al secondo stadio della decomposizione, il corpo comincia a gonfiarsi e inizia il processo di putrefazione. I gas che si accumulano nell’addome provocano il rigonfiamento del corpo.
- Durante la terza fase, quella del decadimento, la pelle si rompe a causa della putrefazione e dell’azione dei vermi, permettendo così la fuoriuscita dei gas accumulati, una delle cause del forte odore emanato dal corpo.
- Durante il penultimo stadio della decomposizione, il corpo si riduce a pelle, cartilagine e ossa.
- A questo punto, di solito, vari tipi di coleotteri iniziano a rimuovere il tessuto più morbido, lasciando solo le ossa.
Curioso, no? Anche sapere cosa succede al corpo dopo la morte fa parte del grande universo del sapere scientifico!