Beriberi: le cause e la diagnosi della malattia

Elena Marchesi | Biologa e ricercatrice

Ultimo aggiornamento – 22 Marzo, 2017

beriberi: quello che c'è da sapere sulla malattia

L’encefalopatia di Wernicke è una condizione neurologica acuta causata dalla carenza di vitamina B1 (tiamina), una malattia nota come Beriberi. Questa encefalopatia colpisce il talamo e l’ipotalamo e deve il suo nome al neurologo e psichiatra tedesco Carl Wernicke.

Vediamo insieme le caratteristiche principali.

Quali sono i sintomi della malattia Beriberi?

Solitamente si manifesta con:

  • confusione;
  • perdita di coordinazione (atassia);
  • disturbi visivi quali movimenti rapidi degli occhi (nistagmo) e visione doppia (diplopia).

Chi ne è maggiormente affetto?

Il rischio di svilupparla è maggiore se si soffre di condizioni che causano un forte deficit di vitamina B1.

In particolare, gli individui principalmente a rischio:

  • sono alcolisti gravi o lo sono stati per molto tempo;
  • soffrono di condizioni che causano malnutrizione (come anoressia, malattia di Crohn, infezioni croniche e bypass gastrico);
  • hanno effettuato interventi di chirurgia bariatrica.

In tutte queste condizioni, infatti, si assiste a un ridotto assorbimento o ad un malassorbimento dei nutrienti fondamentali, inclusa la tiamina.

Malattia di Beriberi: come si cura?

L’encefalopatia di Wernicke è a carattere solitamente temporaneo: è infatti reversibile se curata adeguatamente e per tempo.

In un primo e fondamentale momento, infatti, la soluzione all’encefalopatia di Wernicke consiste nel ristabilire le riserve di tiamina. Solitamente sono prescritti inizialmente 500 mg di tiamina al giorno da assumere per via orale; questi, dopo le prime 24-48 ore, diminuiscono a 100 mg di farmaco per via orale al giorno.

Un malinteso sulla terapia consiste nel pensare che presunti alcolisti debbano essere trattati con questa vitamina più in emergenza rispetto ad altri pazienti ipoglicemici. Nonostante sia vero che la tiamina è necessaria per metabolizzare lo zucchero e che gli alcolisti cronici hanno maggiore possibilità di soffrire di deficit di vitamina B1, appare irrealistico identificare correttamente l’abuso di alcol cronico.

I sintomi classici di ebrezza (parlata strascicata, scarsa coordinazione e odore di alcool) possono essere causati da altre malattie ed inoltre molti alcolisti cronici non mostrano alcun segno della loro malattia.

Inoltre, gli alcolisti non sono gli unici a rischio di deficit di vitamina B1. Ad esempio, possono esserne soggetti anche:

  • bambini;
  • anziani;
  • donne incinte;
  • pazienti trattati con furosemide o digossina.

In aggiunta, il Beriberi può manifestarsi con segni e sintomi sistemici differenti da quelli dell’encefalopatia di Wernicke. Alcune conseguenze della carenza di vitamina B1 includono:

  • insufficienza cardiaca;
  • nausea;
  • disturbi del sonno;
  • irritabilità.

In generale, prima dell’arrivo all’ospedale, dove possono essere condotte ulteriori valutazioni, viene somministrato il destrosio senza tiamina. Questa scelta non è di tipo economico ma pratico: il valore di glucosio nel sangue può essere controllato sul campo facilmente, a differenza dei livelli di vitamina B1.

Quali possono essere le complicanze?

Dalla comparsa dell’encefalopatia di Wernicke ai danni permanenti solitamente vi è una finestra di 24 ore. Se non trattata in questo arco di tempo, circa il 20% dei pazienti entrano in coma e muoiono, mentre la maggior parte del rimanente 80% sviluppa la psicosi di Korsakoff, spesso raggruppata in letteratura con l’encefalopatia di Wernicke con il nome di sindrome di Wernicke – Korsakoff.

La psicosi di Korsakoff causa un danno permanente alle parti del cervello che coinvolgono la memoria. Infatti, i suoi sintomi includono:

  • perdita della memoria (amnesia retrograda);
  • incapacità di formulare nuovi ricordi;
  • ricordi falsi (confabulazione);
  • stato confusionale.

Altri sintomi sono:

  • variazioni comportamentali;
  • depressione;
  • disturbi d’umore;
  • euforia;
  • crampi e dolori muscolari;
  • dolori alla mano, al polso e alle gambe;
  • difficoltà di concentrazione;
  • disorientamento temporale e spaziale;
  • iponutrizione;
  • ipovitaminosi;

Nonostante la sindrome sia spesso correlata a una protratta carenza di tiamina e a una grave dipendenza cronica da alcol, altre cause comprendono:

  • tumori cranici;
  • emorragia subaracnoidea;
  • infarto ischemico;
  • tumori che interessano la regione talamica, seppur raramente.

Se non trattata adeguatamente, la condizione è persistente poiché assiste a una degenerazione neuronale ed assonale. Come conseguenza di ciò, chi ne è affetto diventa disabile e talvolta necessita di una vigilanza continua.

È proprio per queste drammatiche conseguenze che qualora si sospettasse di encefalopatia di Wernicke, bisognerebbe intervenire tempestivamente. Se si rivelasse tale, infatti, dovrebbe essere trattata il prima possibile.

Elena Marchesi | Biologa e ricercatrice
Scritto da Elena Marchesi | Biologa e ricercatrice

Diplomata al Liceo Scientifico PNI in Matematica, ho iniziato i miei studi presso la facoltà di Biotecnologie dell’Università degli Studi di Milano, successivamente ho prediletto la facoltà di Science Communication & Bionics presso una Università Internazionale con sede in Germania. Attualmente sto assistendo in un progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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