Intervista alla dr.ssa Sara D'Angelo, specialista in Oculistica, in collaborazione con IAPB Italia Onlus.
Come fare a capire se si ha la congiuntivite? Quali sono i rimedi per trattare il disturbo? Tante volte, ci si ritrova dinanzi a queste domande: l'occhio appare rosso e infiammato, con fastidio e bruciore, che possono essere acuti o cronici.
Il segno più evidente di congiuntivite? A prescindere dalla causa scatenante (che ricordiamo può essere di natura infettiva, irritativa o allergica), l'arrossamento degli occhi è il sintomo principale che deve indurci a prestare la giusta attenzione.
Ma non solo, possono infatti comparire anche:
- Prurito
- Fotofobia
- Lacrimazione
- Gonfiore delle palpebre
- Sensazione di un corpo estraneo nell'occhio
Tutte queste manifestazioni oculari sono una possibile spia di congiuntivite che va, dunque, indagata tramite una visita specialistica con un oculista.
E il legame tra congiuntivite e Covid? Beh, non è solo collegato all'infezione dal SARS-CoV-2. Le mascherine, ad esempio, che impieghiamo quotidianamente per difenderci dal virus, possono provocare secchezza oculare e infiammazione della congiuntiva.
Capiamone di più assieme alla dr.ssa Sara D'Angelo, oculista di IAPB Italia Onlus.
Cosa è la congiuntivite da mascherina?
Per congiuntivite da mascherina s’intende un’infiammazione della congiuntiva, la membrana trasparente che ricopre la parte bianca dell’occhio (la sclera) e la superficie interna delle palpebre, favorita dall’utilizzo errato delle mascherine anti Covid-19.
In pratica, si è potuto rilevare che indossare la mascherina in maniera non corretta, ad esempio senza controllare che ci sia una perfetta aderenza della stessa ai lati del naso, favorisca la risalita dell’aria dalla bocca fino a livello degli occhi. In tal modo, si verificherebbe una sorta di passaggio anomalo di batteri “buoni” (che normalmente vivono nel cavo orale) fino agli occhi.
Questi batteri, una volta entrati in contatto con la superficie oculare, sono in grado di provocare fenomeni infiammatori più o meno importanti.
Perché la mascherina può generare secchezza oculare?
Per lo stesso motivo di cui parlavamo in precedenza. Il flusso d’aria proveniente della bocca tende a far seccare gli occhi più in fretta, favorendo una maggiore evaporazione del film lacrimale.
Inoltre, soprattutto se si indossano mascherine troppo grandi o non adatte alla propria forma del viso, si può verificare che la parte superiore del dispositivo di protezione vada ad alterare/bloccare il normale movimento delle palpebre, riducendo l’ammiccamento e quindi favorendo l’ occhio secco .
Secchezza oculare e mascherine: come prevenirla?
Occorre fondamentalmente farne un uso corretto. Accertarsi che aderisca perfettamente ai lati del naso, scegliere un modello adatto al proprio viso. Rimuoverla o abbassarla, quando si è in una situazione di sicurezza, ad esempio all’aperto distanziati da altre persone.
Lenti a contatto o occhiali: cosa è meglio, quando si indossa la mascherina a lungo?
È preferibile utilizzare gli occhiali, principalmente per due motivi:
- le lenti a contatto (Lac), soprattutto se non si seguono corrette norme igieniche per il lavaggio delle mani durante l’applicazione e la rimozione delle stesse, potrebbero veicolare il virus a livello oculare (rendendo quindi poco efficace la protezione data dall’uso della mascherina).
- Chi porta le lenti a contatto è maggiormente predisposto a fenomeni di secchezza oculare, che potrebbe essere poi accentuata/aggravata dall’uso prolungato e non corretto della mascherina. Gli occhiali svolgono invece un’azione di barriera protettiva per i nostri occhi nei confronti del virus.
Se proprio, per motivi particolari, si è costretti ad utilizzare le Lac, è consigliabile preferire l’utilizzo di quelle usa e getta.
Lacrime artificiali: a cosa servono? Possono essere utili, per evitare l'insorgere di congiuntivite?
Assolutamente sì. Mantenere la superficie oculare ben lubrificata tende a ridurre il rischio di fenomeni infiammatori oculari, che potrebbero provocare fastidiosi sintomi quali: rossore, bruciore, pesantezza agli occhi, sensazione di corpo estraneo, ecc. Inoltre, una buona lubrificazione tende a evitare una sofferenza dell’epitelio corneale e, quindi, a contrastare l’eventuale azione dannosa degli agenti patogeni esterni.
Per chi soffre di occhio secco, o dovesse presentare alcuni dei sintomi citati (dovendo magari indossare la mascherina molte ore al giorno), è consigliabile si rivolga subito al proprio oculista di fiducia per una visita e per avere eventualmente indicazioni sul tipo di lacrima artificiale più adatta al suo caso.
Mascherine colorate: possono essere un fattore di rischio?
Se la mascherina è dotata di apposita certificazione, il fatto che sia colorata, non dovrebbe rappresentare un particolare rischio per la salute, nemmeno per quella degli occhi.
Una buona qualità del prodotto evita di sviluppare irritazioni oculari e/o dermatiti. Quindi, la mascherina, indipendentemente dalla colorazione, deve essere prodotta utilizzando appositi materiali, avere specifica ed efficace azione filtrante (in base al modello), deve essere sigillata in modo da risultare completamente sterile e pronta per l’uso.