Ci sono cose che possiamo osservare, e altre invece che possiamo scoprire solo dopo numerosi approfondimenti. Se prendiamo accidentalmente una botta, ad esempio, vedremo comparire molto presto un fastidioso livido, che riesce a darci indicazioni su quanto successo.
All’interno del nostro organismo, vi sono poi livelli più interni – come ossa, nervi e muscoli – che non possiamo osservare in modo diretto. In questi casi, dunque, è bene ricorrere a esami specifici. Viene dunque in nostro soccorso l’elettromiografia (EMG), che valuta – appunto – lo stato di salute dei muscoli e dei nervi.
Cerchiamo di capirne di più.
Elettromiografia: alla ricerca di eventuale patologie a carico di muscoli e nervi
L’elettromiografia è un esame funzionale volto a indagare la funzionalità dei muscoli e la velocità di conduzione dei nervi.
Con questo esame, infatti, si può capire il loro stato di salute, fornendo preziose informazioni su eventuali lesioni o patologie che aggrediscono nervi e muscoli con i più vasti campanelli di allarme, dal dolore, al fastidio, alla mancanza di forza.
L’EMG non ha particolari controindicazioni e può essere sostenuto in tutte le età e anche in gravidanza. Bisogna prestare invece attenzione se il paziente è portatore di peacemaker o di stimolatori cerebrali, oppure se assume una terapia farmacologica a base di anticoagulanti.
I risultati dell’elettromiografia sono invece scarsamente attendibili in casi di vasculopatie periferiche, edema, obesità, ulcere trofiche soprattutto se i soggetti sono anziani.
Come funziona l’elettromiografia
L’EMG è un esame clinico che, ovviamente, rappresenta uno strumento di indagine di approfondimento, che va a confermare o annullare la presenza di eventuali patologie. Ad esempio, può anticipare o seguire una più classica risonanza magnetica per indagare tutti gli arti, sia inferiori che superiori. La durata è di circa 20 minuti ed ha il vantaggio di offrire una refertazione immediata.
Questo esame si divide in tre parti:
- Elettromiografia
- Elettroneurografia
- Elettromiografia di singola fibra
Non sempre si svolgono in quest’ordine, sebbene lo scopo ultimo sia quello – come già detto – di valutare lo stato di salute e il funzionamento di muscoli e nervi. Prima di passare in rassegna lo svolgimento dell’esame, è bene ricordare – a mò di postilla – che le malattie che colpiscono il muscolo sono dette miopatie mentre quelle che attaccano i nervi si chiamano neuropatie. Dunque:
- Elettromiografia (EMG) – È la parte dell’esame dedicata alla valutazione del funzionamento dei muscoli e, nello specifico, dell’Unità Motoria (UM), ovvero di quel complesso costituito da un motoneurone e da tutte le fibre muscolari da esso innervate. In breve, possiamo affermare che il motoneurone è una “particella messaggero” che invia messaggi nervosi tra il sistema nervoso centrale (encefalo o cervello e midollo spinale) e quello periferico (muscoli e nervi). Questi motoneuroni possono innervare più fibre muscolari ma, al contrario, una fibra può essere innervata solo da un motoneurone, un po’ come se fosse una chiave passepartout. Questo esame misura sia i segnali che il muscolo emette quando è a riposo sia i potenziali elettrici che si formano durante la contrazione volontaria del muscolo. La misurazione avviene tramite l’utilizzo di un ago sterile monouso di dimensione variabile in base alla posizione del muscolo, che viene inserito all’interno del muscolo, oppure posizionando degli elettrodi sulla pelle in corrispondenza alla parte presa in esame. Dall’elettricità che i muscoli producono, tramite questi elettrodi, si ottengono dei tracciati che ci informano sulla condizione dei muscoli, consentendo al neurologo di capire se è in corso un problema, e se questo è dovuto a una patologia muscolare o del sistema nervoso periferico. Grazie a queste informazioni, l’EMG viene utilizzata per capire possibili problemi alla colonna vertebrale, dando informazioni su quali radici di muscoli siano interessate (esempio nei casi di lombosciatalgia) ed è utilizzata in diagnosi differenziale nel danno neurogeno da quello miogeno o di placca neuromuscolare.
- Elettroneurografia (ENG) – L’elettroneurografia è una delle parti dell’esame elettromiografico volta a valutare la velocità di conduzione dei nervi e l’ampiezza del segnale condotto. Come per l’elettromiografia, ai pazienti vengono posizionati o degli elettrodi di superficie o viene utilizzato l’ago e, attraverso la stimolazione elettrica, questi elettrodi riescono a dirci se il nervo è sano, integro o bloccato in un certo punto. Questo esame ci dà informazioni sia riguardo la componente motoria sia sensitiva del nervo. L’ENG si può eseguire o stimolando il nervo o il muscolo innervato. In questo modo, è possibile calcolare la velocità con cui il nervo conduce lo stimolo elettrico nella parte interessata, misurando il tempo che passa tra la stimolazione e la contrazione del muscolo innervato. Ad esempio, la velocità del nervo è solitamente di 50 metri al secondo, ma è rallentata nel caso di polineuropatie e neuropatie periferiche, oppure in neuropatie locali da compressione meccanica (sindrome del tunnel carpale, sindrome del solco del nervo ulnare).
Ma, generalmente, per quali problematiche viene prescritta l’elettromiografia? Generalmente, questo esame viene indicato per:
- Sindrome del tunnel carpale
- Sindrome del solco ulnare
- Sindrome di Guyon
- Sindrome del tunnel tarsale
- Radiocolopatie
- Polineuropatie
- Plessopatie
- Sclerosi laterale amiotrofica
- Malattie muscolari
- Malattie della giunzione neuromuscolare (miastenia gravis)
Insomma, abbiamo visto quanto questo esame possa essere utile per moltissime ragioni, quanto sia semplice, poco invasivo, non pericoloso e nemmeno troppo fastidioso.