Come accorgersi di una degenerazione del glaucoma?

Prof. Gianluca Manni

Ultimo aggiornamento – 26 Febbraio, 2020

Glaucoma: cosa è

In collaborazione con  IAPB Italia onlus . Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità. 

Intervista al prof. Gianluca Manni, specialista in oculistica - Direttore della cattedra di oculistica dell'Università di Roma Tor Vergata - Responsabile del Centro Glaucoma presso il Policlinico dell'Università di Tor Vergata.


Parliamo di glaucoma, una patologia oculare che colpisce, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 55 milioni di persone nel mondo. 

Già, con i numeri non si scherza e tantomeno con le conseguenze della malattia. Il glaucoma, infatti, è la seconda causa di cecità dopo la cataratta. In Italia, a esserne colpiti sono circa un milione di pazienti, metà dei quali, però, non se ne rende conto, sottovalutando l’importanza di una corretta prevenzione e di visite periodiche di controllo (del fondo oculare, della pressione e del campo visivo).

Ma come fare a convivere con il glaucoma, una volta diagnosticato? Lo abbiamo chiesto al prof. Gianluca Manni, oculista e Responsabile del Centro Glaucoma presso il Policlinico dell’Università Tor Vergata di Roma.  

Ci parli del glaucoma: cosa è bene sapere di questa patologia cronica dell’occhio?

Il  glaucoma  è una malattia che dura tutta la vita, quindi, tranne alcune forme, lo si definisce cronico. 

Il principale fattore di rischio è l’aumento della pressione oculare, dunque, è necessario abbassare la pressione oculare con colliri, laser o con la chirurgia. 

Il glaucoma è una malattia che si cura perfettamente – lo ribadisco – l’importante è scoprirla in tempo, per attuare una terapia, molte volte, neanche invasiva sulla qualità di vita. Viceversa, se si scopre in una fase più avanzata, allora l’alterazione della qualità della vita è notevole, perché si altera il campo visivo e si hanno tutte le limitazioni sull’attività quotidiana, come può essere scendere le scale, leggere un libro, ecc. 

Chi sono i soggetti più a rischio?  

I pazienti più a rischio sono prima di tutto coloro i quali hanno un diretto familiare colpito dalla malattia. Per questo, il miglior modo di prevenire è quello di effettuare delle visite di controllo periodiche dei familiari. 

Poi ci sono i soggetti miopi, perché hanno una vulnerabilità delle strutture oculari superiore ai soggetti sani, e poi è da considerare l’età che avanza, un fattore di rischio per centinaia di condizioni. 

Fatto sta che quando si comincia a non vedere più bene da vicino, l’oculista ha il compito di fare un check su alcune patologie, che possono essere la retinopatia diabetica, il glaucoma, la maculopatia, indipendentemente dai valori della pressione oculare, poi si deve guardare sempre il fondo dell’occhio.   

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Come accorgersi di una degenerazione del glaucoma?

Nella fase conclamata, il glaucoma provoca delle alterazioni della papilla ottica, quel punto del fondo oculare dove convergono tutte le fibre nervose che servono per la trasmissione dell’impulso nervoso. 

Quando si ha il glaucoma, si hanno delle alterazioni della papilla tipiche e inconfondibili, ecco perché è bene guardare il fondo oculare

Per fare, invece, una diagnosi precoce, prima che si vedano questi danni eclatanti della papilla, ci sono adesso degli strumenti importanti, che permettono la misurazione delle fibre prima che convergano in questa papilla. Questi strumenti si chiamano OCT - e misurano l’alterazione o meno della struttura. 

Infine, nel glaucoma l’esame più importante di tutti è la misurazione del campo visivo, cioè l’esame che misura come e quanto funziona la trasmissione dell’impulso nervoso.  

La periodicità dei controlli consente di tenere perfettamente sotto controllo la malattia. 

Prof. Gianluca Manni
Scritto da Prof. Gianluca Manni

Specialista in oculistica - Direttore della cattedra di oculistica dell'Università di Roma Tor Vergata - Responsabile del Centro Glaucoma presso il Policlinico dell'Università di Tor Vergata.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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