Cancro della tiroide: debellare le cellule residue con lo iodio radioattivo

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 14 Marzo, 2022

cancro alla tiroide: i trattamenti

Gli ormoni tiroidei contengono iodio. La diagnosi di una neoplasia tiroidea richiede un intervento di tiroidectomia (ovvero di asportazione della ghiandola tiroidea) dopo il quale, i pazienti, vengono sottoposti a terapia con iodio radioattivo per individuare, e distruggere, eventuali cellule tiroidee residue scappate alle mani del chirurgo.

Vediamo tutto più dettagliatamente.

Che cos’è la tiroide?

La tiroide è una ghiandola endocrina a forma di farfalla (le cui ali sono dette Lobi: lobo destro e lobo sinistro) e di piccole dimensioni, situata nella parte anteriore del collo.

L’attività tiroidea contribuisce al buon funzionamento della maggior parte degli organi del corpo, soprattutto regolando il metabolismo grazie ai due ormoni che produce, la tiroxina (T3) e triiodotironina (T4), entrambi contenenti iodio.

Il rilascio nel sangue di T3 e T4 dipende dalla loro quantità in circolo e viene regolato sia dalla stessa tiroide, sia da un altro ormone, la Tireotropina (TSH) prodotto dall’ipofisi, una ghiandola piccolissima situata alla base del cranio.

Che cos’è il cancro alla tiroide?

Il cancro della tiroide si verifica quando le cellule della ghiandola tiroidea crescono in modo anomalo e fuori controllo. Le cellule tumorali possono diffondersi in altre parti del corpo.

Il trattamento dipende dal tipo specifico di cancro alla tiroide e se si è diffuso ad altre parti del corpo.

Così come per altri tipi di cancro, gli esperti non sanno che cosa provochi il cancro alla tiroide. Mutazioni a carico del DNA delle cellule sembrano giocare un ruolo importante.

Il cancro della tiroide viene, solitamente, diagnosticato prima che si diffonda in altri organi e ciò significa che la prognosi è favorevole per la maggior parte delle persone che scoprono di avere il cancro alla tiroide.

Quali sono i sintomi del cancro alla tiroide?

  • Gonfiore del collo (gozzo)
  • Dolore al collo e, talvolta, alle orecchie
  • Difficoltà a deglutire
  • Difficoltà di respirazione o costante affanno
  • Tachicardia
  • Raucedine non legata a raffreddore
  • Tosse non legata a raffreddore
  • Noduli asintomatici individuati attraverso ecografia del collo

La diagnosi del cancro alla tiroide

Per diagnosticare il cancro alla tiroide, sono necessari alcuni esami tra i quali:

  • Visita endocrinologica
  • Ecografia tiroidea
  • Agoaspirato con biopsia del campione prelevato
  • Esami del sangue: TSH, T3, T4, Tireoglobulina (hTG), Calcitonina
  • TAC
  • Scintigrafia tiroidea

Come si cura il tumore alla tiroide?

L’obiettivo del trattamento per il cancro della tiroide è quello di eliminare le cellule tumorali nel corpo.

Nella maggior parte dei casi, è necessario un intervento chirurgico per la rimozione della ghiandola tiroidea (tiroidectomia). In passato, si tendeva ad asportare solo la parte malata della ghiandola (tiroidectomia parziale) o solo il lobo interessato (lobectomia tiroidea) al fine di conservare, almeno in parte, il funzionamento della ghiandola. Oggi, si preferisce l’asportazione totale (tiroidectomia totale).

L’asportazione della tiroide determina l’assenza degli ormoni prodotti dalla ghiandola e, quindi, i pazienti tiroidectomizzati dovranno assumere per tutta la vita terapia sostitutiva con Levotiroxina, che sostituisce il lavoro della tiroide nella produzione dei due ormoni.

Solitamente, i pazienti a cui è stata asportata la tiroide a causa di un cancro tiroideo vengono sottoposti a terapia radiometabolica, con radio iodio 131.

Che cos’è la terapia con iodio 131

Lo iodio 131 è in grado di distruggere le cellule tiroidee residue (normali o cancerose) sfuggite all’intervento, senza provocare danni al resto dell’organismo. Il dosaggio di Iodio 131 somministrato è molto basso e si va a concentrare nel tessuto tiroideo.

Tre sono gli obiettivi della terapia radiometabolica:

  • Distruzione di eventuali cellule cancerose residue che non è stato possibile rimuovere durante l’intervento chirurgico
  • Localizzazione, tramite scintigrafia post-radioiodio, di eventuali residui
  • Semplificare i successivi controlli attraverso il dosaggio della tireoglobulina (TG)

La terapia consiste nell’assunzione di compresse contenenti il radioisotopo (Iodio 131), che si posizionerà sulle cellule residue eventualmente presenti dopo l’intervento, distruggendole.

Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Tania Catalano | Biologa
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