Riconoscere i calcoli renali: quali sono i sintomi iniziali

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 03 Dicembre, 2021

calcoli renali: quali sono i sintomi iniziali?

I calcoli renali sono un disturbo molto comune del tratto urinario. I calcoli si formano nei reni quando le normali sostanze presenti nelle urine diventano troppo concentrate, causando un accumulo di materiale solido che può rimanere nei reni stessi o spostarsi lungo il tratto urinario per poi fuoriuscire.

Ma quali sono i principali sintomi dei calcoli renali? In questo articolo, vedremo come si fa a capire quando si tratta proprio di calcoli, come si diagnosticano e cosa fare quando si ha una crisi inaspettata.

Calcoli renali: i sintomi premonitori

I calcoli renali non sempre presentano dei sintomi evidenti. Quando sono troppo piccoli, possono passare attraverso il tratto urinario senza provocare nessuna fitta dolorosa. Tuttavia, i calcoli più grandi possono causare il blocco del flusso urinario, determinando una moltitudine di sintomi dolorosi, anche molto gravi.

Infatti, quando il calcolo si blocca nell’uretere, cioè il tubo che collega la vescica con i reni, è difficile non sentirlo, perché provoca dei dolori lancinanti. Tuttavia, la grandezza dei calcoli non sempre corrisponde alla gravità del dolore.

Inoltre, qualche volta, l’accumulo di sedimenti può incastrarsi in determinare zone dei reni e causare solo fastidio. Le cause del dolore possono variare in base ai movimenti del calcolo sia nei reni che nell’uretere.

La zona in cui il calcolo si blocca e il suo percorso possono influire sui vari sintomi. Molte persone descrivono la sensazione dei calcoli come una fitta alla schiena o all’addome inferiore. Il dolore, spesso, comincia all’improvviso per poi protrarsi nel tempo, fino a diventare più intenso. La zona interessata dal dolore può inoltre estendersi fino a inguine e addome inferiore.

È possibile avvertire dolore costante o altalenante, come ad ondate, con fitte che durano anche alcuni minuti. In alcuni casi, il dolore può durare molto a lungo e aumentare di intensità. Questo cambiamento di intensità è causato dal movimento dei calcoli lungo il tratto urinario.

Oltre all’estremo dolore alla schiena o sotto le costole, possono insorgere numerosi sintomi, che riguardano in particolar modo l’urina e la minzione, come:

  • Dolore alla minzione
  • Urina torbida
  • Urina dall’odore insolito
  • Sensazione di dover urinare più spesso del normale
  • Urina dal colore marrone, rosa o rossa a causa della presenza di sangue

È di fondamentale importanza farsi visitare se oltre al dolore si ha:

  • nausea
  • vomito
  • brividi di freddo
  • febbre

Questi sintomi infatti potrebbero essere il segno evidente di infezione.

Attenzione agli orari! Se non si è sicuri di avere i calcoli, l’orologio può essere di grande aiuto. Infatti, il dolore dei calcoli in genere comincia verso tarda notte o nelle prime ore del mattino. Ciò avviene perché in genere le persone urinano con meno frequenza nelle ore notturne e perché l’uretere è contratto al mattino presto.

Diagnosi dei calcoli renali: come avviene?

Durante la visita, il medico potrebbe chiedere l’eventuale presenza di calcoli renali in famiglia. Anche le terapie in corso necessitano un’attenzione particolare perché di tanto in tanto, i farmaci che si assumono possono causare un accumulo di sedimenti nelle urine, come per esempio:

  • Diuretici
  • Antiacidi a base di calcio
  • Topiramato, un farmaco anticonvulsivo
  • Indinavir, antivirale

Il medico potrebbe confermare la diagnosi di calcoli renali solo effettuando diversi esami, tra cui:

  • Esami del sangue, per evidenziare un eventuale accumulo di acido urico e calcio, principali responsabili dello sviluppo di calcoli renali
  • Raccolta delle urine per 24 o 48 ore
  • TAC e radiografia
  • Ultrasuoni, un esame non invasivo che controlla la presenza di ostruzioni nel tratto urinario o eventuali anomalie renali.

Una volta espulsi i calcoli, è consigliabile conservarli, perché potrebbe essere necessaria un’analisi approfondita del campione, che permetta di scongiurare una nuova formazione dei calcoli attraverso delle terapie mirate.

Come espellere i calcoli renali

La maggior parte dei calcoli lasciano il corpo passando dai reni all’uretere, per poi arrivare nella vescica e infine uscire con le urine.

Tutto questo passaggio può durare da pochi giorni a diverse settimane e per questo motivo, molto probabilmente, saranno espulsi dal corpo quando si è a casa. In questi casi, è necessario bere molto per aiutare a risciacquare il sistema urinario, senza tuttavia esagerare.

Quando i calcoli risultano troppo grandi, è possibile “romperli” attraverso l’impiego delle onde d’urto, una procedura non invasiva nota come litotripsia, per favorirne il passaggio.

Tuttavia, tale metodo non sempre è efficace, a causa della posizione dei calcoli. Alle volte, è necessario intervenire con delle procedure più invasive, come l’inserimento di una sonda, noto come uretroscopio, attraverso l’uretra per poter arrivare ai calcoli e la nefrolitotomia percutanea, che prevede una piccola incisione nella schiena per poter accedere ai reni e rimuovere i calcoli.

Calcoli: quando allarmarsi?

È di vitale importanza farsi visitare d’urgenza quando:

  • si ha febbre e brividi di freddo
  • non si produce urina
  • si hanno i calcoli renali nella storia famigliare
  • in caso di grave nausea e vomito
  • insorgono confusione e stanchezza

Nonostante alcuni dei sintomi sopraindicati siano molto rari per i calcoli renali, è bene considerare il fatto che potrebbero insorgere ed essere quindi correlati con i calcoli. Inoltre, anche se il dolore è lieve, è consigliabile farsi visitare d’urgenza.

Hai mai avuto i calcoli renali? Sei stato ricoverato? Il dolore era molto intenso? Hai seguito una dieta particolare dopo la loro comparsa? Raccontaci la tua esperienza nei commenti!

Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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