Calcoli renali: un disturbo doloroso

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

calcoli renali: come curarli

Dr. Mario De Siati, specialista in urologia. 


Chi ne soffre (o ne ha sofferto) lo sa: i calcoli renali possono causare dei dolori davvero molto forti.

Abbiamo chiesto al dr. Mario De Siati, urologo, di parlarci di questo disturbo e dei migliori trattamenti.

Perché si formano i calcoli renali?

La calcolosi urinaria rappresenta una delle malattie non trasmissibili più presenti nel mondo occidentale, con una prevalenza dal 5 al 10 % della popolazione. La formazione dei calcoli dipende dalla precipitazione di sostanze poco solubili nelle urine.

Un calcolo si può formare solamente in una soluzione sovrassatura e la sua formazione è causata da alterazioni fisiochimiche delle urine e dalle interazioni con le componenti strutturali dell’apparato urinario. Il transito di un calcolo lungo l’apparato urinario genera le principali manifestazioni cliniche della nefrolitiasi.

Molte patologie metaboliche posso causare calcolosi urinaria, ma anche una dieta errata e un incongruo stile di vita possono creare alterazioni urinarie che favoriscono la formazione dei calcoli urinari (eccessiva introduzione di zuccheri, proteine, sale, scarsa attività fisica e poca idratazione).

Quali sono i sintomi dei calcoli renali?

La presenza di un calcolo urinario comporta spesso l’insorgenza della colica renale dovuta la passaggio del calcolo e alla ostruzione al flusso urinario.

La colica renale consiste in un dolore acuto al fianco, dolore causato dalla brusca distensione della capsula renale o del sistema collettore urinario.

La spiegazione del dolore sta nell’ostacolo improvviso al deflusso di urina per via di un calcolo ostruente. Si presenta tipicamente con un dolore lombare o al fianco, di grande intensità, che insorge improvvisamente ed evolve in modo intermittente, il dolore di può irradiare anteriormente o verso il basso (inguine, testicolo nel maschio, vulva nella donna).

Spesso, la nausea e il vomito complicano il decorso e quando il calcolo giunge alla giunzione uretro-vescicale la disuria e l’aumentata frequenza minzionale divengono comuni segni di accompagnamento. Da non confondere questi sintomi per una cistite e trattare, quindi, con antibiotici, come sovente accade.

La diagnosi viene fatta generalmente con l’ecografia , una rx reno – vescicale, una Uro TAC a seconda delle varie situazioni; non deve mai mancare l’esame urine.

Come si curano i calcoli renali?

La terapia della colica renale non complicata si avvale del trattamento dei comuni antidolorifici (FANS), evitando gli antispastici e gli antibiotici (in assenza si febbre).

Se il calcolo non supera 8 mm, ci sono buone possibiltà che venga espulso spontaneamente bevendo abbondantemente e con una terapia di tipo espulsivo che comporta la somministrazione di afa litici, farmaci che favoriscono il passaggio dei calcoli attraverso l’uretere.

Se il calcolo è più voluminoso può essere trattato ambulatorialmente con la ESWL (litotrissia extracorporea a onde d’urto) o con metodiche endoscopiche mini invasive che comportano la frammentazione dei calcoli con la fibra laser.

Per prevenire la formazione dei calcoli, bisognerebbe bere la quantità di acqua che a seconda del clima ci consenta di eliminare urine sempre chiare, mai cariche; evitare troppe proteine animali, eccessivo introito di sale, troppi zuccheri e una vita troppo sedentaria.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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