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Intervista alla dr.ssa Elena Bozzola, specialista in pediatria e Segretario Nazionale SIP.
Sale il numero dei contagi del Covid-19 e, soprattutto negli ultimi giorni, a causa della variante inglese, a essere colpiti dal virus sono anche i bambini e gli adolescenti. La massima prevenzione è, dunque, necessaria, anche tra i più piccoli che rappresentano un potenziale “veicolo” asintomatico dell’infezione.
Abbiamo così cercato di fare chiarezza, assieme alla dr.ssa Elena Bozzola, pediatra e Segretario Nazionale della Società Italiana di Pediatria.
Perché ad oggi bambini e adolescenti sono stati esclusi dal vaccino anti-Covid?
Bambini e adolescenti sono, per ora, stati esclusi dal vaccino contro il Covid-19 per una mancanza di studi specifici in letteratura, ovvero tutte le volte che viene messo a punto un vaccino, questo deve subire diversi step e deve essere validato sulla popolazione che lo riceve, per garantirne sicurezza ed efficacia.
Gli studi sono stati effettuati sugli adulti, sia per il fatto che generalmente i test si effettuano prima su pazienti di età adulta, sia per la ragione (più specifica) che il Covid-19 ha effetti maggiormente gravi sugli anziani e adulti, che sono quindi più vulnerabili. Anche se il vaccino è stato ottenuto in tempi rapidi, non si è saltata alcuna tappa di valutazione, ed è bene ricordarlo (fase pre-clinica, clinica, post-clinica).
Attualmente, sono in corso dei trial clinici – alcuni in fase due – per gli adolescenti (12-17 anni), svolti prevalentemente negli Stati Uniti. Ci vorrà, quindi, un po’ di tempo prima che questi vaccini siano approvati anche per i ragazzi, validati da AIFA ed EMA, e commercializzati in Italia.
Variante inglese: qual è l’effetto del nuovo virus sui bambini?
Il fatto che la variante inglese si si diffonda tra i più giovani è legato alla maggiore contagiosità del virus mutato. La cosa importante da sottolineare è che non c’è stata alcuna dimostrazione di una più alta aggressività della variante inglese sui bambini, rispetto al nuovo Coronavirus iniziale.
Al momento, è importante proteggere i bambini, seguendo le indicazioni consuete: distanziamento sociale, mascherine indossate correttamente (naso coperto) e igiene delle mani.
I bambini hanno una risposta immunitaria diversa da quella degli adulti?
I bambini fortunatamente sono meno aggrediti dal Covid-19. Non sono immuni, però sappiamo che i casi di infezione sono molto bassi; si pensa che siano inferiori al 2% dei casi totali.
I motivi avanzati sono differenti: attualmente, una delle spiegazioni più plausibili è che i bambini abbiano una espressione più bassa di alcuni recettori, gli Ace2, che sono quelli attraverso cui il virus si fa strada nell’organismo. Sono, comunque, risultati preliminari e su un numero limitato di pazienti, ci vorrà tempo per capire di più.
Coronavirus e contagi a scuola: quali consigli dare agli insegnanti?
In questo periodo, si stanno vaccinando gli insegnanti, ma non dovranno comunque continuare a rispettare le misure anti-Covid19, tra cui l’uso della mascherina.
È importante una azione attiva sull’educazione sanitaria agli studenti da parte della scuola. Rispettando bene le regole, con l’uso corretto delle mascherine, un buon distanziamento tra un bambino e l’altro, con una buona igiene delle mani e una adeguata sorveglianza (il bambino deve tornare subito a casa, se compaiono sintomi), la scuola è un ambiente sicuro.
Per maggiori informazioni sui vaccini anti-Covid, invitiamo a visitare il portale ufficiale del Ministero della Salute, cliccando
qui
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