L’innovazione è arrivata anche nel risk management sanitario (la gestione dei rischi in ambito sanitario) e in parte proviene da un ambiente in cui da decenni si studiano le dinamiche di Team e l’errore umano: l’aviazione. Abbiamo intervistato un pilota* che si interessa di trasferimento metodologico per saperne di più.
Comandante Cassan, cosa si intende per gestione del rischio in aviazione?
La questione ha origini lontane, è iniziata di fatto con le prime missioni spaziali dove si è visto che è il team il punto di forza contro l’errore: naturalmente oggi esistono degli standard internazionali, una struttura organizzativa nazionale per l’investigazione e l’analisi degli incidenti e un sistema di raccolta dei safety report (segnalazioni di evento avverso) ma quello che garantisce la qualità del sistema di gestione del rischio in aviazione è l’addestramento continuo con i simulatori di volo grazie ai quali si possono presentare le tutte le avarie possibili così da sapere come risolverle. Le segnalazioni di sicurezza (o inconvenienti), che oggi sono usati anche in medicina, costituiscono un database formidabile per imparare dagli errori. In questi ultimi mesi tutte le compagnie aeree stanno implementando un sistema chiamato SMS (safety management sistem) che si avvale di software ideati per la gestione della sicurezza con lo scopo di prevenire gli errori. Il flusso di dati e informazioni che arriva dalla linea di volo fa emergere situazioni di potenziale pericolo dunque preziose per la prevenzione : è un grande passo avanti in un ambiente complesso, come quello sanitario.
La gestione del rischio in ambito aviazione come può essere di aiuto alla chirurgia e allo sviluppo di strumenti di controllo del lavoro dei medici?
“Gli studi delle università di Aberdeen, Manchester e Harvard hanno determinato che le barriere contro l’errore devono essere molteplici: l’Uomo, l’Organizzazione e la Comunicazione sono le prime. In aviazione negli ultimi anni si è molto puntato sullo studio delle dinamiche di gruppo e sulla comunicazione tra i componenti del team, è lì che si può fermare l’errore. E’ coinvolta dunque la “cultura” della sicurezza e la consapevolezza della situazione (situation awareness) ma vengono utilizzati anche semplici strumenti come le checklist (liste di controllo) o i briefings (momenti di confronto). L’Oms qualche anno fa ha sperimento in alcuni ospedali le surgery safety checklist, liste di controlli sul paziente da fare prima, durante e dopo l’intervento chirurgico sulla base di semplici domande quali: “è identificato il paziente?” “è identificato il ginocchio da operare?” “ci spettiamo problemi di allergia?” e così via. All’apparenza si tratta di verifiche banali ma i risultati sono stati lusinghieri e le checklist, di provenienza aeronautica, esattamente come quelle che i piloti leggono durante le varie fasi del volo, oggi sono vivamente consigliate ai chirurghi anche dal Ministero della Salute italiano.
Le novità in fatto di trasferimento metodologico innovativo (per ora applicato all’aviazione) sono il CRM ovvero il Crew Resource Management, una metodologia che studia ed educa al lavoro di team e le Non Technical Skills, le capacità non tecniche o non professionali dove al centro dell’attenzione vi è il modo di comunicare del capo e del team. Anche questi ultimi metodi stanno arrivando negli ospedali europei e potrebbero imporre agli operatori sanitari una nuova cultura della comunicazione con colleghi e pazienti.
*Il Comandante Fabio Cassan è un pilota di linea che si interessa di trasferimento metodologico aviazione-chirurgia.