Torna la minaccia dell’aviaria in Veneto. Non mancano le preoccupazioni, sebbene non ci sia ancora un vero e proprio allarmismo, dopo che martedì 16 dicembre alcuni Tecnici della sanità veterinaria hanno riscontrato un focolaio di influenza A, fortemente patogeno, in un allevamento di tacchini del comune di Porto Viro (Rovigo).
Le indagini
Dalle primissime indagini, risulta che il virus abbia una alta similarità con i ceppi HPAI H5N8, già identificati in Corea del Nord e in Nord Europa. Sono, dunque, state adottate tutte le misure di prevenzione necessarie, segnando zone di restrizione e provvedendo all’abbattimento di carcasse di animali, mangime e letame. In tutta la regione, è stato anche esteso il divieto di svolgere fiere e mercati con avicoli.
Qual è la storia di questo ceppo di influenza aviaria?
Negli ultimi due anni, il ceppo del virus H5N8 ha colpito uccelli domestici e selvatici in diversi Paesi Orientali, come Corea del Sud, Cina e Giappone. Per la prima volta, il virus ha superato i confini in cui si era mosso, arrivando nel Nord Europa e in Italia. L’indagine epidemiologica è oggi in corso.
Come prevenire l’aviaria
È importante non sottovalutare mai i rischi dell’influenza aviaria, per scongiurare il diffondersi del virus. Tra il 2009-10, infatti, ricordiamo l’epidemia “Suina” da H1N1, originata in Messico nella primavera del 2009. Secondo il Ministero della Salute, il virus dell’influenza è ucciso da temperature intorno ai 70°C, sottolineando l’importanza dell’attenzione del rispetto delle pratiche igieniche legate al consumo di pollame, come il lavaggio delle mani e la cottura del pollame.