Russare, si sa, è una cosa molto fastidiosa e imbarazzante. Ma purtroppo non solo. Molto spesso, infatti, i soggetti che di notte costringono i propri compagni di letto o di stanza a mettere la testa sotto il cuscino per attenuare il rumore, soffrono anche di un disturbo più serio e preoccupante: le apnee notturne. Le apnee, infatti, provocano una riduzione della respirazione e possono essere causa di mal di testa, disturbi del ritmo cardiaco, ipertensione polmonate e diabete. Insomma, tutt’altro che una cosa da sottovalutare.
Per questa ragione, un team di ricercatori dell’università di Washington ha sviluppato una nuova app in grado di registrare il russare e capire se si è colpiti anche da apnee.
ApneaApp: una alternativa tecnologica alla polisonnografia
I risultati dello studio, condotto con l’utilizzo di ApneaApp, sono promettenti. Pare, infatti, che l’applicazione sia in grado di tracciare con una precisione del 98% il respiro dei pazienti. Come è possibile? Utilizzando le onde sonore emesse dal telefono, si possono definire degli schemi di respiro, senza bisogno di sensori attaccati dal corpo.
Il dispositivo
Il dispositivo, che potrebbe essere lanciato sul mercato tra un paio d’anni, è economico e accessibile a chiunque abbia uno smartphone. Unico neo è la velocità della diagnosi. La polisonnografia, infatti, si esegue in una sola notte, mentre la app ha bisogno di più notti. Il funzionamento del dispositivo per il resto è efficace e, come spiega Rajalakshmi Nandakumar, coordinatrice dello studio, si basa sulle funzionalità di un sonar; l’altoparlante del telefono capta le onde sonore emesse dal paziente e crea onde grafiche, funzionando anche se posizionato a un metro di distanza.
I risultati
Come già detto, i risultati sono molto promettenti e potrebbero radicalmente rivoluzionare l’analisi del suono della respirazione notturna, evidenziando l’eventuale presenza di disturbi delle vie respiratorie.