Spesso l’arrivo della primavera non genera entusiasmo in coloro che soffrono di disturbi legati alle allergie stagionali. I mesi primaverili rappresentano infatti il periodo dell’anno in cui le concentrazioni aeree di pollini sono più alte e, di conseguenza, le allergie ai pollini di graminacee e paritaria, ma anche di cipresso, ontano, betulla e nocciolo raggiungono la massima diffusione.
Le allergie costituiscono un disturbo estremamente comune e, perciò, moltissime persone ricorrono all’uso di farmaci antistaminici per tenere sotto controllo i sintomi delle pollinosi e non solo. Secondo una recente revisione sistematica di più studi, pubblicata sulla rivista Reproduction, i più utilizzati e comuni antistaminici possono però causare sterilità maschile e, più in particolare, determinare un danneggiamento del funzionamento dei testicoli.
Nessun allarmismo. Gli autori della ricerca sostengono la necessità di ulteriori studi per approfondire la correlazione che sembra esistere tra l’assunzione di farmaci antiallergici e l’insorgenza di problematiche relative alla fertilità maschile. Ma cerchiamo di capirne di più.
Cos’è un’allergia
L’allergia è caratterizzata da una reazione eccessiva del sistema immunitario rispetto a sostanze innocue (allergeni), quali pollini o alimenti, che vengono ritenute pericolose e aggredite dai sistemi di difesa immunitaria, soprattutto le immunoglobuline E (IgE).
Queste, a loro volta, inducono una reazione che coinvolge i basofili e i mastociti tissutali che determinano il rilascio di svariate molecole, tra cui l’istamina, a cui si imputano i sintomi delle allergie quali:
- Rinorrea
- Congestione nasale
- Starnuti
- Prurito
- Lacrimazione eccessiva
- Congiuntiva arrossata ed edematosa
- Tracheite con tosse
- Asma bronchiale
Generalmente, tutti questi fastidiosi sintomi vengono tenuti a bada mediante l’assunzione di antistaminici che possono essere farmaci da banco – come nel caso di principi attivi quali cetirizina o fexofenadina – oppure richiedere la prescrizione medica, come nel caso, ad esempio, di molecole quali desloratadina o bilastina.
Tuttavia, è sempre più chiaro che questi medicinali di largo uso, oltre ad agire sui recettori per l’istamina, determinano effetti collaterali legati al ritmo sonno-veglia, alla funzione sessuale e alla fertilità.
Antistaminici? Riducono la quantità dello sperma (e non solo)
In particolare, secondo la revisione sistematica degli studi, condotti sugli animali, relativi al legame tra antistaminici e fertilità effettuata dai ricercatori dell’Instituto de Biologia y Medicina Experimental di Buenos Aires, sussiste una diretta correlazione tra l’uso di antistaminici in animali di sesso maschile e una compromessa funzionalità testicolare.
In altre parole, secondo la metanalisi, gli antistaminici riducono la qualità dello sperma e, più in particolare, interferiscono con la sintesi degli ormoni sessuali maschili, determinando una ridotta spermatogenesi, così come una ridotta motilità degli spermatozoi.
Secondo la dr.ssa Carolina Mondillo, autrice della ricerca, sono necessari ulteriori studi su larga scala al fine di confermare i possibili effetti indesiderati dei farmaci antiallergici sulla salute sessuale e riproduttiva dell’uomo.
In passato, studi precedenti avevano già evidenziato un legame tra l’uso di altri tipi di farmaci, come steroidi anabolizzanti, antidepressivi triciclici e bloccanti dei canali al calcio, e sterilità maschile.
Attenzione, però. Non è ancora arrivato il momento di dire addio ai comuni antistaminici in difesa della fertilità maschile: attendiamo, infatti, che gli studi proseguano sugli esseri umani, prima abbandonare terapie fondamentali per bloccare starnuti, rinite e occhi lacrimanti.