Allergia al preservativo in lattice: ecco cosa sapere

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 21 Giugno, 2024

ragazzo in farmacia parla con la farmacista

Una reazione allergica dopo l'utilizzo dei preservativi potrebbe implicare la presenza di un'allergia al lattice, il materiale più comunemente usato per realizzarli.

Di seguito un approfondimento su questa allergia.

Allergia al preservativo: i sintomi

I sintomi possono variare da lievi a gravi e generalmente si manifestano entro pochi minuti o entro alcune ore successive all’utilizzo del preservativo.

Di seguito i più comuni.

Nella zona genitale:

  • prurito intenso e fastidioso;
  • arrossamento e gonfiore;
  • eruzione cutanea dovuta alla dermatite da contatto;
  • bruciore o dolore;
  • formazione di piccole bolle o pustole;
  • secrezione acquosa o mucosa.

In alcuni casi più gravi, possono estendersi ad altre parti del corpo e includere:

In casi rari e gravi, può manifestarsi lo shock anafilattico, una reazione allergica grave e potenzialmente letale che richiede immediata attenzione medica.

I sintomi dello shock anafilattico includono:

  • difficoltà respiratorie gravi;
  • gonfiore del viso e della gola;
  • respiro sibilante;
  • rapido calo della pressione sanguigna;
  • perdita di coscienza.

Se si verificano uno o più di queste reazioni fisiche dopo aver usato un preservativo in lattice, è importante rimuoverlo immediatamente e consultare un medico il prima possibile.

È fondamentale non ignorare i sintomi di un'allergia ai preservativi, in quanto possono peggiorare con il tempo e portare a gravi complicazioni.

Diagnosi dell’allergia al lattice

Il medico può eseguire test allergici per confermare l'allergia e consigliare alternative che non contengano il materiale allergizzante, come:

  • prick test: la pelle viene esposta a piccole quantità di estratto di lattice per valutare la presenza di una reazione immediata (orticaria, gonfiore);
  • patch test: un cerotto contenente estratto di lattice viene applicato sulla pelle per 48 ore per valutare la presenza di una reazione allergica ritardata (dermatite da contatto);
  • test di provocazione con guanto di lattice: Il test viene eseguito iniziando con l'applicazione di un dito di guanto in lattice su mano umida (allo scopo di favorire l'assorbimento dell'allergene e aumentare la sensibilità del test) per 15 minuti, adoperando un guanto di vinile sulla mano contro laterale come controllo. Viene quindi registrata l’insorgenza di sintomi quali prurito, arrossamento, orticaria, sintomi respiratori o oculari.

È importante notare che la diagnosi di allergia al lattice deve essere effettuata da un medico allergologo: potrà valutare i sintomi, l’anamnesi e i risultati dei test.

Allergia al preservativo e candida

Non esiste una correlazione tra l'allergia al lattice e la candida, ma alcuni fattori potrebbero portare pensarlo. 

In caso di allergia al lattice, infatti, l'uso del preservativo classico può causare una reazione allergica con sintomi che potrebbero essere scambiati per quelli della candida.

In più, il rapporto penetrativo, in caso di presenza di candidosi, potrebbe comportare un peggioramento dei fastidi vaginali, dunque spesso si tende a pensare che possa essere il rapporto con profilattico a causare questa infezione fungina.

È importante sottolineareche la candida non è una malattia sessualmente trasmessa e che non è dovuta direttamente dall’utilizzo del preservativo; tuttavia, il rapporto sessuale può aggravare i sintomi di una candida già presente.

Proprio per questa ragione, nel momento in cui è accertato che c'è una forma di candidosi in corso, si consiglia di astenersi dai rapporti: sia per evitare che i sintomi peggiorino, sia perché si rischia di passare l'infezione al proprio partner. 

Se si pensa di avere un'allergia al lattice o di avere una forma di candidosi, è importante consultare degli specialisti per una diagnosi e un trattamento adeguati.

Alternative ai preservativi in lattice

Ecco alcune alternative ai preservativi in lattice:

  • preservativi in poliuretano: fatti da un materiale sintetico che è più spesso e più durevole del lattice; 
  • preservativi in pellicina di agnello: creati con una membrana intestinale di agnello che li rende sottili. Bisogna sottolineare che non sono facili da reperire; 
  • preservativi in poliisoprene: realizzati con un materiale sintetico in gomma simile al lattice, che però non contiene le proteine che causano allergia;
  • preservativi in nitrile: caratterizzati da un materiale sintetico che è molto resistente e durevole. Questo materiale è usato particolarmente nei preservativi femminili.

L’allergia al lattice non deve rappresentare un ostacolo per un’efficace contraccezione, viste le molteplici soluzioni alternative: l’importante è informarsi presso strutture sanitarie specializzate o chiedendo consiglio allo specialista di riferimento.


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Trattamento dell’allergia al lattice

Non esiste una cura definitiva per l'allergia al lattice, tuttavia possono essere attuate alcune strategie per la gestione di questa condizione:

Evitare il lattice

L'aspetto più cruciale nella gestione dell'allergia al lattice è l'eliminazione completa o la drastica riduzione dell'esposizione al lattice e ai prodotti derivati.

Ad esempio:

  • guanti in lattice, guanti medicali, cateteri, mascherine, palloncini, materassi, cuscini, pneumatici, giocattoli e molti altri prodotti di uso quotidiano;
  • prestare attenzione alle etichette dei prodotti per identificare la presenza di lattice o derivati del lattice.

Potrebbe fare la differenza, inoltre, informare familiari, amici, colleghi e datore di lavoro del proprio problema di allergia al lattice per poter convivere con l'allergia in maniera più serena. 

Terapia farmacologica

Sebbene non esista una cura definitiva, la gestione dei sintomi in caso di esposizione accidentale al lattice è fondamentale per prevenire complicazioni gravi.

I farmaci comunemente utilizzati includono:

  • antistaminici: alleviano sintomi come prurito, orticaria, gonfiore e lacrimazione;
  • corticosteroidi: riducono l'infiammazione e l'arrossamento in caso di reazioni più severe;
  • broncodilatatori: aprono le vie aeree in caso di sintomi respiratori come asma o respiro sibilante;
  • adrenalina: in caso di shock anafilattico, una grave reazione allergica potenzialmente letale, è fondamentale somministrare immediatamente adrenalina auto-iniettabile (in commercio esistono vari dispositivi, il medico allergologo saprà consigliare quello più idoneo e spiegare come e quando utilizzarlo).

Immunoterapia desensibilizzante

In alcuni casi selezionati, per le persone con esposizione frequente e involontaria al lattice, può essere considerata l'immunoterapia desensibilizzante, tramite un vaccino anti-lattice.

Questa terapia consiste nella somministrazione graduale di piccole quantità di estratto di lattice sotto stretto controllo medico per indurre una desensibilizzazione all'allergene.

Si tratta di una procedura complessa con potenziali rischi e non adatta a tutti, dunque è fondamentale ricordare che la gestione dell'allergia al lattice deve essere sempre condotta sotto la supervisione di un medico allergologo.

Potrà fornire una valutazione personalizzata, consigliare le misure preventive più adeguate, definire il piano terapeutico in caso di esposizione accidentale e valutare l'opportunità di un'immunoterapia desensibilizzante, se indicata.

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

a cura di Dr. Giuseppe Pingitore
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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