I rischi dell’alcolismo, con un occhio alla storia

Benedetta Borzillo | Blogger

Ultimo aggiornamento – 23 Marzo, 2015

Con il collasso dell’Unione Sovietica, in Russia cominciarono a morire centinaia di migliaia di uomini. Colpa del capitalismo? No, della vodka. E di un welfare miope (nonostante le buone intenzioni). Tra il 1990 e il 1994, si verificò una vera e propria crisi di mortalità. A morire furono solo i maschi adulti, sani e in età lavorativa.

Quale fu la causa di questa (incredibile) epidemia selettiva?

Si è sempre creduto che le cause di questo picco di mortalità furono l’improvvisa democrazia e il libero mercato. Disoccupazione, perdita dei riferimenti socio-culturali, disorientamento, il tutto mixato a vodka a buon mercato, avrebbero ucciso centinaia di migliaia di uomini adulti.

Ma è davvero così? Di cosa morirono i russi?

Intossicazione da alcol, violenza da ubriachezza o killer più lenti ma non meno fatali come ictus, infarti e attacchi di cuore. Più che di capitalismo, la morte in Russia puzzava di vodka.

Epidemia di vodka

Stando alle recenti ricerche di Stanford, è stato l’alcolismo di massa a uccidere, nei primi anni ’90. Non il capitalismo. L’alcolismo è sempre stato un problema. Incidenti, morti bianche, violenza diffusa, bassa produttività lavorativa… Non era insolito che i lavoratori facessero pausa “caffè” al pub, per poi tornare in ufficio o in fabbrica sbronzi.

1985-88. Politiche anti-alcol

Sarà per questo che nel 1985 un Gorbachev neoeletto istituì un’aggressiva campagna contro il consumo di alcol: i prezzi raddoppiarono; nei giorni feriali, la vendita di alcolici era vietata prima delle 14.00; vagare ubriachi per strada poteva costare la galera.

La campagna funzionò. La società stava cambiando:

  • la mortalità calò del 12%, si stima che 665.000 vite furono salvate
  • la produttività crebbe
  • incidenti e morti sul lavoro diminuirono drasticamente
  • lo Stato propagandò l’idea di una società temperante, sobria, family-friendly
  • si favorì la costruzione di parchi, palestre

Ma, nel 1988, la campagna venne interrotta (lo Stato ci stava rimettendo troppo dalla mancata vendita di alcolici? Era una politica troppo impopolare?). Immediatamente la mortalità tornò a salire: nel 1991, la mortalità tra i maschi adulti era tornata quella del periodo pre-Gorbachev.

Welfare e salute non sono la stessa cosa

Cosa emerge? Che il capitalismo non c’entra, c’entra la politica: il miglior welfare di questo mondo può temporaneamente cambiare le cose, ma in poco tempo non cambia la cultura di una popolazione: la crisi di mortalità dei primi anni ’90 in Russia ne è la dimostrazione.

Benedetta Borzillo | Blogger
Scritto da Benedetta Borzillo | Blogger

Scrivo, leggo, insegno e... ancora scrivo.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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