Vi siete mai chiesti perché davanti al menù di un ristorante sia così difficile riuscire a scegliere cosa ordinare? A tutto questo c’è una ragione, e non è quella che ci si aspetta.
Un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori internazionale ci spiega che questo meccanismo prende avvio quando il nostro cervello è sottoposto a un numero troppo elevato di scelte, tale da non riuscire a prendere una decisione definitiva in tempi brevi.
Se, da una parte, un menù con un’ampia scelta di portate può sembrare un fattore positivo a tutto vantaggio dei consumatori, dall’altra avere troppe opzioni a disposizione può mandare in sovraccarico il nostro cervello, con il rischio che si inceppi mentre calcola costi e benefici di ciascuna delle eventuali scelte.
Sovraccarico di scelta: quando l’indecisione crea frustrazione
Questo fenomeno, che gli esperti hanno definito “sovraccarico di scelta”, porta a un impasse che ci impedisce di giungere a una scelta definitiva.
Sarà probabilmente capitato anche a voi, in un ristorante con un ampio menù a disposizione o tra gli scaffali di un supermercato, di non riuscire a scegliere cosa ordinare o acquistare a causa del gran numero di opzioni possibili. Si tratta, molto spesso, di un indecisione che crea disagio, frustrazione e, a volte, persino inibizione, tanto da spingerci a rimandare la nostra scelta.
Ad indagare questo fenomeno – e svelare i meccanismi cerebrali che sottendono al sovraccarico di scelta – ci ha pensato un team di ricercatori del California Institute of Technology (Caltech) di Pasadena, dell’Università di Tubinga e dello IESE Business School di Barcellona, che ha da poco pubblicato i risultati di questo interessante studio sulla rivista scientifica Nature Behavior.
Questo folto gruppo di ricerca ha sottoposto un gruppo di volontari ad alcuni esperimenti durante il corso di una risonanza magnetica funzionale (fMRI). Ai partecipanti allo studio è stato chiesto di scegliere tra diverse proposte quale tra quelle visionate fosse la più idonea a rappresentare un prodotto da mettere in vendita.
Tramite questo compito i ricercatori hanno potuto scoprire che il numero ottimale di opzioni da cui attingere per giungere ad una decisione rapida e “indolore” è compreso tra 8 e 15 opzioni.
Il gruppo di ricerca, guidato dal professor Colin Camerer, docente di economia comportamentale presso il California Institute of Technology e direttore del Centro T&C Chen per la leadership sociale e decisionale, ha sottoposto i partecipanti allo studio ad un set di 6, 12 e 24 immagini differenti, chiedendo loro di scegliere quale tra queste fosse la più adatta a rappresentare un oggetto da mettere in vendita, nel caso specifico una tazza per la colazione.
Il numero perfetto di opzione? È compreso tra 8 e 15
Dalle scansioni cerebrali dei partecipanti allo studio effettuate durante il corso dell’esperimento, è emersa un’intensa attività in due specifiche aree del cervello: la corteccia cingolata anteriore, porzione del cervello che si occupa di valutare i potenziali costi e benefici delle scelte, e lo striato, regione che si occupa di stabilire il valore di ciò che abbiamo davanti.
Camerer e colleghi, dall’analisi delle risonanze magnetiche dei partecipanti allo studio, hanno osservato che la massima attività cerebrale era registrata in presenza di 12 immagini, mentre con 6 o 24 immagini l’attività cerebrale risultava ridotta. Ma per quale motivo proprio 12?
La ragione, secondo Camerer, risiede nel “peso” dell’elaborazione del cervello (quindi della scelta) mentre valuta la ricompensa e la quantità di lavoro necessaria per determinare qual è l’immagine più adatta.
In parole semplici, all’aumentare delle opzioni aumenterebbe anche la possibilità di ricompensa (ovvero di giungere ad una scelta ottimale). Tuttavia, quando il nostro cervello deve elaborare troppe informazioni simultaneamente fa piú fatica a determinare quale sia la scelta migliore, proprio a causa del sovraccarico di informazioni che riceve e che deve processare.
In altri termini: 6 opzioni sono troppo poche per giungere alla scelta più adeguata, mentre 24, secondo quanto emerso da questo studio, sarebbero troppe. La maggiore attività cerebrale è stata registrata nel mezzo, tra le 8 e le 15 opzioni, un numero di adeguato di opzioni che mette a lavoro il nostro cervello senza però sovraccaricarlo con valutazioni troppo elaborate.
Quindi state tranquilli, non si tratta soltanto di essere indecisi! È il nostro cervello che, attraverso l’indecisione, ci avverte che lo stiamo mettendo a dura prova.
FONTE
I dettagli della ricerca (Choice overload reduces neural signatures of choice set value in dorsal striatum and anterior cingulate cortex) sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Behavior.