Cosa è l'epicondilite
Sebbene non costringano a letto come pubalgia, lombalgia e lombosciatalgia, le patologie degli arti superiori sono condizioni molto dolorose che possono compromettere l’attività e la vita di tutti i giorni.
L’epicondilite è una patologia da sovraccarico che colpisce la giunzione muscolo tendinea a livello del gomito. Questa sintomatologia dolorosa viene spesso denominata “gomito del tennista”, perché è una lesione tendinea che colpisce frequentemente questa categoria di sportivi. Tuttavia, chiunque esegua abitualmente e ripetutamente dei movimenti di flessione del braccio e rotazione del polso può esserne colpito.
L'
epicondilite cronica è una patologia molto comune che colpisce l'
articolazione del gomito. Il disturbo è causato da una infiammazione che coinvolge i muscoli epicondilei sull'
epicondilo, all'estremità infero-esterna del gomito. A seconda dei muscoli interessati nel processo infiammatorio, l'
epicondilite cronica può essere:
- laterale;
- mediale;
- posteriore.
Solitamente, si pensa che questo disturbo colpisca soprattutto gli sportivi e, per questa ragione, è noto anche come "gomito del tennista". In realtà, può colpire tutti i soggetti che per motivi differenti hanno esposto a uno sforzo costante e prolungato nel tempo il gomito.
Classificazione di epicondilite cronica
L'
epicondilite cronica può essere classificata a seconda dello
stadio di degenerazione della patologia. Esistono 4 stadi, ovvero:
-
Stadio 1: il disturbo è di tipo infiammatorio e il dolore non è costante.
-
Stadio 2: degenerazione angiofibroblastica. Provoca un dolore che tende a scomparire con il riposo.
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Stadio 3: degenerazione patologica. Il dolore è forte e costante.
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Stadio 4: sono presenti aree fibrotiche e calcificazioni.
Sintomi dell’epicondilite
L’
epicondilite ha incidenza maggiore tra i 40 e i 50 anni di età e colpisce indifferentemente entrambi i sessi.
Di solito è unilaterale e colpisce il braccio che si muove maggiormente, ma in alcuni casi può essere bilaterale.
Il dolore al gomito e la tumefazione sono localizzati sopra l’epicondilo laterale dell'omero, e si irradiano fino all’avambraccio anche a seguito di movimenti flessori del polso e del dito medio.
I sintomi dell’epicondilite comprendono:
- Dolore o bruciore sulla parte esterna del gomito
- Rossore della zona interessata
- Borsite
- Dolore alla spalla
- Cervicalgia
- Forza di presa debole
- Difficoltà a estendere il polso
Cause dell'epicondilite
La causa principale dell'
epicondilite cronica è l'ipersollecitazione funzionale dei muscoli coinvolti nell'estensione del polso. Microtraumi lacerativi a livello tendineo, associati all'invecchiamento dei tessuti, causano il processo infiammatorio che tende poi a cronicizzarsi.
Come colpisce il gomito l’epicondilite
L’
epicondilo si trova all’altezza dell’articolazione del gomito. L’epicondilite è una
degenerazione tendinea che causa l’infiammazione di muscoli e tendini che si inseriscono sull’epicondilo.
L’epicondilite culmina, dunque, con un processo infiammatorio, una
tendinite che origina da attività da sovraccarico e movimenti ripetitivi che sollecitano in continuazione il tendine che si ispessisce e si infiamma causando dolore. Se non trattato, può progredire con importante degenerazione del tendine stesso.
Quando il muscolo estensore dell’avambraccio viene sollecitato a seguito di movimenti ripetitivi del polso e della mano, il tendine può infiammarsi a causa di continue sollecitazioni e stiramenti delle fibre interessate. Anche la
sindrome del tunnel carpale potrebbe comprendere
dolore al gomito ed epicondilite.
Diagnosi di epicondilite cronica
L'
epicondilite cronica è diagnosticata dallo specialista, inizialmente con un'anamnesi e con la pressopalpazione della parte interessata.
L'ortopedico può decidere di effettuare dei test, come:
-
il test di Cozen: a gomito esteso si avverte dolore
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il test di Maudsley: si avverte dolore all'estensione contro resistenza del dito medio
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la manovra di Mills: si avverte dolore alla pronazione forzata con il polso flesso e il gomito esteso
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il test di Solveborn: si avverte dolore sollevando una sedia per lo schienale
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radiografia: si effettua per controllare che non ci siano calcificazioni
Come si cura l'epicondilite cronica
Durante la fase acuta è fondamentale modificare le attività svolte evitando di sollevare pesi, fare sforzi e movimenti ripetitivi che hanno causato l’epicondilite dell'arto colpito.
Il trattamento prevede sia l’utilizzo di farmaci sia la riabilitazione fisica.
Tra i farmaci utilizzati sono inclusi:
- FANS (antinfiammatori non steroidei)
- Infiltrazioni locali di cortisonici
- Infiltrazioni locali di acido ialuronico, maggiormente utilizzato nei casi di artrite o di artrosi
- Tossina botulinica, utilizzata in casi molto gravi
- Infiltrazioni autologhe di emoderivati, un campione di sangue del paziente viene centrifugato e poi lo strato più pesante di plasma (con una maggiore concentrazione di piastrine) viene iniettato nel paziente
La fisioterapia include esercizi tra cui massaggi e terapia ad ultrasuoni. Gli esercizi di riabilitazione, che non vanno eseguiti durante la fase acuta, prevedono l’aumento graduale della forza dei tendini, evitando qualsiasi attività di sovraccarico, flessione passiva ed estensione progressiva del polso.
Quando il problema non è risolvibile attraverso trattamenti farmacologici e di riabilitazione, può essere necessario un intervento chirurgico.
Disturbi associati all’epicondilite
Il braccio può compiere movimenti molto ampi grazie all’attività di quattro muscoli e dei rispettivi tendini posizionati attorno alla testa dell’omero, ovvero l’osso del braccio che si articola superiormente con la spalla e inferiormente con il gomito.
Queste strutture possono danneggiarsi facilmente in seguito a traumi acuti come cadute e sollecitazioni croniche ripetute. Oltre all’epicondilite, infatti, questo tipo di movimento può causare una periartrite scapolo omerale con dolore quando si solleva il braccio o lo si porta dietro la schiena.
Differenza tra epicondilite ed epitrocleite
I muscoli epicondiloidei e i muscoli epitrocleari sono rispettivamente responsabili della estensione e della flessione delle dite della mano. Nel caso dell’
epicondilite la degenerazione coinvolge i muscoli epicondiloidei, ossia gli estensori del polso e delle dita.
Nel caso dell’epitrocleite la degenerazione coinvolge i muscoli epitrocleari, ossia i flessori del polso e delle dita.