Cos'è un'emorragia cerebrale?
A seconda del luogo in cui avviene il versamento l’emorragia cerebrale si distingue in:
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Emorragia subaracnoidea: il versamento avviene negli spazi subaracnoidei del cervello, ovvero nell’area compresa tra l'aracnoide e la pia madre.
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Emorragia intraparenchimali: il versamento avviene nei tessuti più profondi del cervello, ovvero talamo, ponte, cervelletto e lobi cerebrali.
A prescindere dalla zona, ne deriva un gonfiore, il così detto edema cerebrale e una raccolta del sangue, nota come ematoma cerebrale.
Quali sono le cause di un’emorragia cerebrale?
Diverse sono le cause che determinano emorragie cerebrali, tra le più comuni:
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Trauma cranico: lesione cerebrale frequente nei soggetti di età inferiore a 50 anni;
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Ipertensione arteriosa: livelli alti di pressione nel lungo termine possono provocare l’indebolimento delle pareti dei vasi sanguigni. L’80% delle persone con pressione alta ha una storia di emorragia cerebrale.
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Aneurisma cerebrale: condizione in cui si verifica una dilatazione di un vaso sanguigno del cervello. L’eventuale scoppiamento è causa di ictus.
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Anomalie dei vasi sanguigni: punti di debolezza nei vasi sanguigni che possono sussistere già dalla nascita.
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Angiopatia amiloide: tipica dell’età adulta, causata da depositi nel cervello di una proteina, l’amiloide, che può generare ictus emorragico;
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Disturbi emorragici: ad esempio anemia o emofilia, che di per sé implicano problemi legati al sanguinamento.
Quali sono i sintomi di un'emorragia cerebrale?
Riconoscere un’emorragia cerebrale non è semplice, i sintomi variano di intensità in base alla localizzazione del sanguinamento, alla quantità di tessuto danneggiato e possono svilupparsi lentamente nel tempo oppure apparire all’improvviso.
Tra i sintomi più comuni ricordiamo:
Come diagnosticare un’emorragia cerebrale?
La diagnosi prevede di sottoporre il paziente a:
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Tac cerebrale o risonanza magnetica: necessarie per verificare l’eventuale presenza di lesioni neurologiche e la loro gravità.
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Esame vista: per evidenziare l’eventuale gonfiore del nervo ottico.
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Puntura lombare: per verificare la presenza di sangue nel liquido cerebro-spinale. Poco usata perché ritenuta pericolosa.
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Angiografia cerebrale: indagine dettagliata della morfologia dei vasi sanguigni.
Emorragia cerebrale: può essere trattata?
Limitare i rischi connessi a emorragie cerebrali già manifestate o a rischio di manifestazione è possibile. Ecco alcune piccole regole da seguire:
- Controllare la pressione arteriosa.
- Seguire uno stile di vita sano: non fumare, non usare droghe, limitare il consumo di bevande alcoliche.
- Intervento chirurgico per ridurre la possibilità di futuri sanguinamenti.
- Terapia farmacologica, opportunamente prescritta da medico specialista.
Emorragia cerebrale: conseguenze
L’emorragia cerebrale genera un’interruzione del normale flusso del sangue nel cervello, se non opportunamente trattata può provocare le condizioni per il verificarsi di:
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Ischemia cerebrale: causata da piccoli trombi che ostacolano il normale passaggio del sangue. Nella maggior parte dei casi gli effetti tendono a rientrare nel breve termine, è il tipico caso di ischemia transitoria. Seppur in presenza di attacco ischemico transitorio è bene non sottovalutare la condizione del paziente;
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Ictus cerebrale: è una delle più comuni conseguenze dell’ischemia celebrale, implica la complicazione del flusso sanguigno con rottura di uno o più vasi. Tipici sintomi ictus sono formicolio agli arti, difficoltà visive, torcicollo, mal di testa, vertigini.
Al manifestarsi di uno dei sintomi su indicati è bene contattare il pronto soccorso per accertarsi o meno della presenza o dell’inizio di un’emorragia cerebrale e agire prontamente evitando danni irreversibili per la salute.