Intervista a cura della dr.ssa Roberta Tramontano , medico generale e Consulente in Allattamento Materno.
Parliamo di allattamento materno, un momento tanto delicato per le donne quanto meraviglioso. Le emozioni e le difficoltà, a volte, possono lasciare spazio a dubbi e domande. Ne abbiamo parlato con la dr.ssa Roberta Tramontano, per avere alcuni validi consigli da seguire.
Allattamento al seno: cosa è il colostro e perché è importante per il bambino?
Il colostro è la prima secrezione prodotta dalla ghiandola mammaria nell'immediato post parto e per i primi 3-5 giorni successivi. OGNI DONNA lo produrrà, unico requisito è l'aver espulso la placenta, poiché l'avvio dell'allattamento è puramente ormonale.
Sono rarissimi i casi in cui la lattazione non avviene o non può avvenire. Questo liquido è "oro puro" per il neonato, poiché ricchissimo di fattori immunitari, essenziali per affrontare i primi e inevitabili attacchi del mondo esterno all'utero; inoltre, il colostro è molto lassativo e consente l'espulsione del meconio, ovvero le prime feci del neonato.
A differenza del latte maturo, il colostro contiene un maggior quantitativo di proteine e minore di zuccheri, protegge il sistema digerente, ancora molto immaturo, e fornisce il giusto apporto calorico di cui necessità un neonato nelle sue primissime ore di vita.
Sottolineo sempre che nelle prime 24h post parto la madre produce circa 35 ml/24h di colostro e ad ogni poppata ne fornirà circa 5ml! Dei quantitativi davvero piccoli, tuttavia il neonato non necessita di altro.
Il bambino fatica ad attaccarsi al seno: cosa fare?
Ahimè, la medicalizzazione dei parti e la separazione immediata della diade per gli esami di routine effettuati dopo la nascita hanno aumentato in modo esponenziale i casi di bambini che non riescono ad attaccarsi al seno o che lo fanno in maniera errata.
Come gestire la situazione? Il contatto pelle a pelle dovrebbe essere immediato nel post parto e il primo tentativo di attacco andrebbe fatto già in sala parto, bagnetto e pesate possono aspettare. Laddove ciò non fosse possibile, andrebbe fatto entro la prima ora di vita.
Per favorire un buon attacco al seno è fondamentale la posizione: l a madre dovrebbe essere semisdraiata o anche sdraiata se ha subito un cesareo.
Il bambino va posto (possibilmente nudo) sull'addome materno, in stretto contatto pancia a pancia. Se viene dato il tempo di farlo, si può lasciare al bambino il compito di "scalare" verso il seno e trovare il capezzolo, altrimenti saremo noi a posizionarlo con il NASINO all'altezza del CAPEZZOLO.
In questa posizione, viene favorito un attacco ampio e profondo e sarà il bambino ad esplorare il seno e a trovare il capezzolo. In alcuni casi, può essere utile raccogliere il seno (soprattutto se molto grande) e offrirlo al bambino, sempre in questa posizione, schiacciandolo come un sandwich, ma occhio a tenere le dita lontane dall'areola! Il bambino ha bisogno di spazio per afferrare il seno.
Anche nei casi più difficili, il contatto pelle a pelle prolungato è la base di partenza per favorire il primo attacco al seno.
Il bambino vuole attaccarsi al seno troppo di frequente: è un errore assecondarlo?
I bambini DEVONO attaccarsi al seno spesso, soprattutto nel primo mese di vita. Un neonato farà almeno 8-12 poppate al giorno, ma c'è una grande variabilità e assecondarla è l'unica strategia vincente per un allattamento di successo.
Ogni tentativo di far seguire degli schemi di poppata sarà fallimentare e potrà portare a problemi di crescita e a scarsa produzione lattea.
Orari per la poppata: sì o no?
Assolutamente NO e vi spiegherò perché: ogni donna ha una diversa capacità mammaria, ovvero potrà "accumulare" un certo quantitativo di latte nel seno in un dato momento. In una singola poppata, potremmo offrire al bambino dai 30 ai 150 ml di latte e ciò dipende dalla capacità della ghiandola. Se una madre ha una piccola capacità e in una singola poppata offre 30 ml di latte, sicuramente il suo bambino popperà anche ogni mezz'ora e non certo ogni tre ore. Diverso è il caso di una donna con una grande capacità mammaria che riesce ad offrire oltre 150 ml per poppata, con ogni buona probabilità il suo bambino dormirà anche più di 3h. Se tiriamo le somme, a fine giornata, queste due donne avranno offerto lo stesso quantitativo di latte, ma la prima madre avrà allattato 25 volte in 24h e la seconda solo 5!
Con quest'esempio, certo un po' estremo, credo di aver chiarito perché NON si può raccomandare un allattamento ad orari. Solo il bambino sa quanto deve poppare per crescere bene.
Come evitare che il bambino ingerisca troppa aria durante la poppata?
La base di un buon allattamento è il corretto attacco al seno, senza il quale l'allattamento in toto è a rischio. Come comprendere se il bambino è attaccato correttamente? Per prima cosa, non si avverte alcun dolore! L'assoluto benessere della madre durante la poppata è segno indiscusso di buon attacco al seno.
Visivamente, un attacco corretto è dato dall'ampia apertura della bocca del bambino, faccio sempre l'esempio del morso ad una mela, dunque labbra spalancate e visibili sia superiormente che inferiormente e adagiate sull'areola. La guance del bambino devono essere attaccate al seno e il mento deve sprofondare in esso. Per effetto dell'inarcamento della testa indietro, il nasino sarà libero, se invece notiamo che il naso sprofonda nel seno, evidentemente il bambino è posizionato troppo in alto e la sua pancia non è perfettamente adesa alla nostra.
Se osserviamo tutto ciò possiamo essere certi che il piccolo sia attaccato correttamente e non c'è possibilità che ingerisca aria.