Con quale intensità si manifestano i dolori del parto e a cosa possono essere paragonati? Da cosa sono determinati e quali sono le tecniche per sopportarli?
Ecco tutto quello che c'è da sapere sul dolore dovuto al parto naturale.
I dolori del parto naturale
Uno di pensieri ricorrenti nelle future mamme che si apprestano a partorire è quello legato al dolore. Oltre alla propria soglia del dolore (che durante il travaglio si alza in maniera fisiologica per far fronte al dolore del parto) quando ci si appresta a partorire entrano in gioco tutta una serie di variabili che rendono questo momento molto diverso da persona a persona.
Proprio a causa di questa grande imprevedibilità (fra cui gioca un ruolo fondamentale anche la condizione psicologica della donna e il livello di assistenza riscontrato dal personale sanitario), è difficile stabilire con esattezza e precisione come sono i dolori del parto.
Rispetto al passato, ad oggi si riconosce maggiormente il valore e la necessità della presenza del dolore per l’andamento del travaglio e il benessere materno/fetale.
Inoltre, si sono anche acquisite nuove tecniche a supporto della donna durante il dolore, tecniche manuali e di rilassamento come:
- l'epidurale;
- l'utilizzo del protossido d'azoto.
Per chi si chiede a cosa è paragonabile il dolore del parto naturale, in linea generale e al netto delle differenze individuali, si dice che esso assomigli a delle forti coliche, le quali, tuttavia, sono rese più sopportabili dal rilascio di ossitocina da parte dell'organismo.
Un'altra variabile che influenza il parto naturale e il dolore associato ad esso è la situazione muscolare, legamentosa e posturale della donna e, soprattutto, del suo pavimento pelvico.
Da cosa è causato il dolore del parto?
Rispetto ad altre tipologie di dolore, quello del parto si caratterizza per due elementi fondamentali:
- è limitato nel tempo;
- è associato a un evento piacevole, ovvero la nascita del proprio bambino.
Durante la fase del travaglio, ovvero la prima, la donna sperimenta un profondo dolore viscerale, il quale tende ad aumentare di intensità non appena le contrazioni si fanno più numerose e ravvicinate.
Nel corso del travaglio la muscolatura dell'utero viene sottoposta a forti contrazioni intermittenti, le quali esercitano una pressione anche sulla cervice; in questa fase i dolori da parto sono facili da localizzare e per questo motivo spesso la donna li avverte non solo sulla zona addominale, ma anche nell'area lombare, in quella sacrale, nelle gambe o vicino ai reni.
Di questo passo si arriva ad un’attività contrattile valida e regolare da travaglio attivo, dove la donna attiva fortemente il suo sistema parasimpatico e il dolore è generalizzato (non più localizzato).
L'attività contrattile è fondamentale per far avanzare il bambino lungo il canale del parto, ma lo è ancor di più la pausa tra una contrazione l’altra: una volta che la donna sarà arrivata a dilatazione completa (10 cm), partirà la seconda fase, ovvero quella espulsiva.
La fase espulsiva si caratterizza per la presenza di un dolore intenso e la sensazione di premito, il quale è avvertibile principalmente nella zona vaginale e perineale. La causa è legata alla pressione e alla distensione della zona delle pelvi e del perineo, le quali sono fortemente sollecitate durante tutta l'attività.
Perché partorire fa male?
Perché alcuni parti sono più dolorosi di altri? Quali sono gli elementi che influenzano la soglia del dolore femminile e quanto incide poter disporre di un ambiente intimo e accogliente?
Diversi studi hanno dimostrato come alti livelli di adrenalina nella mamma, dovuti a sensazioni di ansia, stress e paura, possono provocare una serie di effetti negativi uno di questi è l’aumento del dolore che, a loro volta, influenzano il corso del travaglio.
I fattori maggiormente coinvolti nella creazione di uno stato d'animo orientato allo stress sono:
- l'obbligo di dover mantenere una determinata posizione per tutta la possibilità del travaglio, senza potersi muovere liberamente;
- la presenza di un ambiente non accogliente, caratterizzato da luci e rumori forti, porte aperte, presenza di persone estranee, freddo, o troppo caldo, digiuno prolungato;
- assistenza ospedaliera non continua;
- eccessivo ricorso a ispezioni vaginali;
- mancanza di persone di fiducia alle quali rivolgersi per la durata del travaglio;
- difficoltà a rilassarsi;
Come alleviare il dolore da parto: anestesia e farmaci
Sono sempre di più le donne che scelgono di sottoporsi all'anestesia epidurale nel tentativo di alleviare (in parte o del tutto), il dolore del parto.
Quest'ultima è la forma di analgesia maggiormente utilizzata negli ospedali, in quanto garantisce un ottimo livello di protezione dal dolore. Viene eseguita posizionando un catetere epidurale in seguito alla somministrazione di un'anestesia locale nella regione lombare.
I suoi effetti benefici includono:
- un'efficacia presente anche a dosaggi ridotti
- la riduzione di intensità delle contrazioni durante il travaglio
L'anestesia epidurale consente, quindi, di eliminare il dolore del travaglio solo durante la dilatazione, mentre nella fase espulsiva la donna non deve essere più protetta dall’anestesia epidurale.
Essa, tuttavia, va richiesta solo dopo un colloquio con l'anestesista e la presentazione di un modulo per il consenso informato.
L'alternativa all'anestesia epidurale è rappresentata dalla terapia farmacologica, la quale prevede la somministrazione di oppioidi. Sebbene essi siano molto efficaci nell'eliminare la sensazione di dolore, rispetto all'epidurale presentano lo svantaggio di non far avvertire le contrazioni alla donna e di lasciare quest'ultima in un leggero stato di sedazione che non le permette di essere completamente vigile.
Occorre dire, però, che al giorno d’oggi l’uso inappropriato e spropositato di epidurale sta causando numerose patologie e disfunzioni durante, travaglio, parto e post parto. Questa pratica non è cosi innocua, perché ha moltissimi rischi con una percentuale sempre più frequente.
Come alleviare i dolori del parto con i metodi naturali
Oltre all'anestesia epidurale e agli oppioidi, è possibile mettere in pratica alcune tecniche naturali per alleviare i dolori legati al parto.
Uno dei metodi più efficaci è senza dubbio l'immersione in acqua calda: è appurato, infatti, che il contatto con questo elemento sia in grado di rilassare la muscolatura e, di conseguenza, di ridurre l'intensità delle contrazioni.
Molto utile è, poi, il massaggio, il quale condivide il medesimo principio di rilassamento delle fibre muscolari. Uno dei metodi più antichi e innati che le donne attivano in maniera spontanea è il movimento libero.
Allo stesso modo, molte donne trovano giovamento nel potersi muovere liberamente, nel camminare o nel cambiare spesso posizione, mentre altre utilizzano tecniche di meditazione o eseguono esercizi di respirazione in grado di stimolare il rilascio di endorfine e di ridurre lo stress.