Si può mangiare la ricotta in gravidanza?

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 20 Novembre, 2024

Donna incinta che mangia una ciotola di ricotta e mirtilli

Sì, è possibile mangiare la ricotta in gravidanza, e questo latticino rappresenta una delle scelte più sicure e salutari per la futura mamma.

Non tutti gli alimenti della famiglia "latte e derivati" sono sicuri per le donne incinte: alcuni formaggi, infatti, derivati dal latte crudo non pastorizzato, possono contenere batteri pericolosi che aumentano il rischio di infezioni particolarmente rischiose in gravidanza. 

Vediamo ora quali tipi di ricotta sono sicuri da consumare. 

Ricotta in gravidanza: perché si può mangiare e valori nutrizionali

Partiamo dal presupposto che la ricotta è un latticino fresco, nutriente e poco calorico, consigliato in tanti programmi alimentari, compreso quello ipocalorico.

Durante la gravidanza si può mangiare senza problemi e, anzi, inserita in un piano dietetico completo, diventa un ottimo alimento, magro, digeribile e ricco di nutrienti. 

Rappresenta una fonte eccellente di nutrienti essenziali in gravidanza: un etto di ricotta vaccina fornisce circa il 30% del fabbisogno giornaliero di calcio, minerale fondamentale per la formazione delle ossa e dei denti del bambino.

Inoltre, contiene proteine facilmente digeribili che supportano la crescita dei tessuti fetali; vitamine del gruppo B, tra cui la B12; e altri minerali come il fosforo e lo zinco.

Perché in gravidanza preferire la ricotta prodotta con latte pastorizzato

L'unico accorgimento che deve essere osservato in gravidanza, è che la ricotta sia stata prodotta con latte pastorizzato: si consiglia, infatti, di consumare la ricotta confezionata al posto di quella prodotta artigianalmente. 

La pastorizzazione è un processo in cui il latte viene riscaldato a temperature molto elevate per un breve periodo di tempo.

Questo trattamento permette di eliminare tutti i possibili agenti patogeni presenti nel latte, come batteri nocivi, senza alterare o degradare le sue proprietà nutritive, come vitamine, proteine e minerali; in altre parole pastorizzare il latte lo rende sicuro per il consumo, mantenendo intatte le sue qualità benefiche.


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La ricotta viene ottenuta riscaldando il siero del latte, che si separa dalla cagliata durante la coagulazione delle proteine nel processo di produzione del formaggio: questo siero viene sottoposto a una seconda bollitura a temperature di circa 80-90 °C, portando alla formazione della massa morbida e cremosa che conosciamo.

Successivamente, la ricotta viene sistemata nei caratteristici cestini forati per favorire lo sgocciolamento del liquido in eccesso, assumendo la sua forma definitiva.

Grazie a questa lavorazione ad alte temperature, la ricotta è sicura per il consumo in gravidanza e non rientra tra i formaggi da evitare in questo periodo.

Quali sono i rischi del consumo di latte o latticini non pastorizzati?

La principale preoccupazione riguarda il rischio di contaminazione da batteri che possono essere pericolosi durante la gravidanza e non solo. 

Consumare prodotti lattiero-caseari non pastorizzati può esporre a seri rischi per la salute, soprattutto in soggetti vulnerabili come donne in gravidanza, bambini, anziani e persone con sistema immunitario compromesso; i rischi sono quelli di contrarre infezioni come Campylobacter, Salmonella ed Escherichia coli, Toxoplasmosi e la Listerosi.

Formaggi come il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano, pur essendo prodotti con latte crudo non pastorizzato, risultano sicuri per il consumo in gravidanza grazie alla loro lunga stagionatura; anche alcuni tipi di Pecorino, sottoposti allo stesso processo, mantengono un profilo sicuro.

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Per riassumere, si consiglia di osservare questi accorgimenti:

  • acquistare solo ricotta prodotta con latte pastorizzato;
  • scegliere prodotti confezionati di marche affidabili;
  • evitare ricotte artigianali di provenienza incerta;
  • controllare sempre la data di scadenza;
  • conservare il prodotto in frigorifero a temperatura corretta (tra 0 e 4°C).

Quale ricotta si può mangiare in gravidanza?

Esistono diversi tipi di ricotta: le lavorazioni, infatti, possono variare in base alle tradizioni gastronomiche regionali che danno vita alla ricotta vaccina, ricotta di bufala, ovina, caprina, mista; ricotta fresca, stagionata, cotta al forno, affumicata o salata.

Ricotta fresca in gravidanza

Si tratta sicuramente di una buona scelta, ma è sempre necessario che si tratti di ricotta pastorizzata con dicitura UHT sulla confezione.

Ricotta vaccina in gravidanza

È la scelta più indicata per le donne incinte perché la più leggera e facilmente digeribile, con un contenuto calorico moderato (circa 150 kcal per 100g).

Ricotta di pecora in gravidanza

Pur essendo più saporita, ha un contenuto di grassi superiore e andrebbe consumata con maggiore moderazione.

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Ricotta salata in gravidanza

Si tratta di una ricotta stagionata, più compatta e con un contenuto di sodio elevato; proprio a causa dell’alto contenuto di sale sarebbe meglio limitarne il consumo.

Ricotta di bufala in gravidanza

È più cremosa e saporita rispetto a quella vaccina e ha un contenuto di grassi leggermente superiore. Può essere consumata in gravidanza purché sia prodotta con latte pastorizzato e consumata in quantità moderate.

Ricotta di capra in gravidanza

Rappresenta una variante più saporita della ricotta vaccina e ha un contenuto di grassi simile a quello di bufala o pecora.

Anche per questa ricotta vale la stessa regola: può essere consumata in sicurezza durante la gravidanza se il latte utilizzato è pastorizzato, ma è bene moderarne il consumo per evitare un apporto eccessivo di grassi.

Come inserire la ricotta nella dieta quotidiana

La ricotta può essere consumata in vari modi durante la giornata:

  • a colazione, con frutta fresca e miele;
  • come spuntino, a metà mattinata o nel pomeriggio;
  • come ingrediente di preparazioni salate per il pranzo o la cena;
  • come ingrediente in torte e dolci cotti.

È importante però non eccedere nelle quantità: una porzione di 100g, 2-3 volte alla settimana, rappresenta un consumo equilibrato.

Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Dr. Marcello Sergio
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