Piangere in gravidanza: come influisce sul bambino

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 07 Novembre, 2023

donna incinta seduta sul letto

Avere voglia di piangere in gravidanza è un evento molto comune , in quanto la donna è influenzata in modo significativo dagli sbalzi ormonali. Ma come influiscono gli stati d'animo della madre sul feto? È vero che le sensazioni negative fanno male al feto? Facciamo chiarezza.

È vero che fa male piangere in gravidanza?

La gestazione può rivelarsi, per alcune donne, un momento impegnativo da affrontare, tanto dal punto di vista fisico che da quello mentale. Sono moltissime le future madri che durante il corso dei nove mesi sperimentano sensazioni di tristezza, malinconia, ansia o paura, le quali possono sfociare in crisi di pianto o in umore altalenante e instabile. 

Tale alternanza di sentimenti è anche una conseguenza delle modificazioni ormonali che coinvolgono la donna, la quale è profondamente influenzata dall'azione degli ormoni sul suo corpo.

È importante ricordare, quindi, che se si verificano episodi di pianto in gravidanza, essi rientrano nella fisiologia e non dovrebbero destare eccessiva preoccupazione: si stima infatti che circa il 10%-15% delle donne che aspettano un bambino abbiano sperimentato crisi di pianto nel corso dei nove mesi, questo fenomeno è presente soprattutto in maniera fisiologica nel primo trimestre per merito del progesterone. 

Diverso è però il caso di chi prova una perenne sensazione di depressione e di tristezza, dalle quale sembra impossibile uscire: in questo caso è preferibile contattare un professionista esperto che saprà aiutare la mamma a ritrovare il suo benessere interiore e a vivere la gestazione nel migliore dei modi.

In genere i momenti più critici per la donna, quelli, cioè, in cui è più facile sprofondare nello sconforto e nella stanchezza, sono il primo e l'ultimo trimestre. Le prime settimane possono rivelarsi molto difficili perché non tutte le mamme affrontano la notizia di una gravidanza allo stesso modo: alcune non si sentono pronte, hanno paura o temono che la loro vita subirà uno stravolgimento troppo profondo. 

Allo stesso modo, il terzo trimestre si rivela critico in quanto subentra la paura per il parto, il disagio fisico legato all'ingrossamento della pancia e l'ansia di non farcela a gestire un bambino appena nato.

Secondo alcuni studi, sembra che un lungo periodo di depressione, di stress o di malumore possa avere degli effetti negativi sullo sviluppo del bambino in quanto i segnali chimici e ormonali prodotti dal corpo della madre verrebbero captati dal feto attraverso la placenta. Gli studi hanno dimostrato che alti livelli di stresso portano ad alterazioni di ossigenazione della placenta per aumento del cortisone che potrebbero ritardare la crescita intrauterina.

È importante, quindi, cercare di affidarsi a specialisti per avere un andamento fisiologico anche da punto di vista umorale durante la gravidanza.  Non è salutare per la gravidanza  sviluppare stati di forte ansia e pertanto non bisogna avere paura di parlare con qualcuno se queste sensazioni dovessero divenire eccessivamente invalidanti.

Cos'è la depressione perinatale

La depressione perinatale è una definizione usata in psicologia per indicare uno stato di profonda tristezza che subentra sia prima del parto, che in seguito. La donna sperimenta sensazioni di solitudine, sconforto, malinconia, mancanza di energie e, a differenza di una fisiologica alterazione ormonale, questo tipo di depressione è stabile e non accenna a diminuire neppure col passare dei mesi.

È estremamente importante che la madre (o le persone vicino ad essa) si accorgano della presenza di questo disturbo e si attivino per trattarlo nel modo più adeguato, in primis iniziando un percorso di psicoterapia volto a indagarne le cause. La depressione perinatale, infatti, può provocare insonnia, perdita di appetito, nervosismo, un forte stress, ansia, apatia, ma può avere anche conseguenze negative sullo sviluppo del feto e sui primi mesi di vita del bambino.


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Come gestire la tristezza in gravidanza

Sentimenti di tristezza, malinconia e ansia sono del tutto normali, tuttavia piangere continuamente in gravidanza è il segnale che c'è qualcosa di più grave che pesa sul benessere mentale della mamma. Quando queste sensazioni si fanno molto frequenti e diventa difficile recuperare il buonumore è fondamentale poterne parlare con qualcuno. Può succedere, però, che le persone vicine (famigliari, amici,...) non sappiano come gestire questi momenti, pertanto è necessario rivolgersi a professionisti, come ad esempio psicologi o psicoterapeuti.

Il pianto, tuttavia, non va ostacolato né represso, bensì è necessario che la donna si possa sfogare liberamente, evitando tuttavia di cadere in stati di tristezza prolungata. Oltre a parlare apertamente del proprio disagio interiore, è fondamentale quindi continuare a prendersi cura di sé anche durante la gestazione, magari praticando un'attività fisica rilassante o curando la propria alimentazione.

Ecco alcuni consigli per gestire lo stress e ritrovare il benessere fisico e mentale:

  • cercare di dormire almeno 8 ore al giorno, in modo che corpo e mente siano perfettamente riposati; 
  • evitare di entrare in contatto con situazioni stressanti e circondarsi di persone positive;
  • fare attività fisica. Anche una breve passeggiata durante il giorno contribuisce a ridurre i livelli di cortisolo (ovvero l’ormone legato allo stress), e ad alzare la serotonina, cioè l’ormone legato al piacere e al benessere;
  • trascorrere momenti piacevoli con gli amici, con persone con cui ho voglia di condividere senza forzare i rapporti;
  • curare la propria alimentazione;
  • ascoltare musica rilassante;
  • parlarne con altre mamme o altre donne incinte. Il supporto ottenuto da altre donne nella stessa situazione può alleviare alcune delle paure e delle ansie associate alla gravidanza. Parlando con altre mamme, altre donne incinte ci si può confrontare, condividere consigli, raccontare la propria storia personale e, di conseguenza, sentirsi meglio.
Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Letizia Samantha Zeverino
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