Si può mangiare il peperoncino in gravidanza oppure sarebbe meglio evitarlo? È vero che esistono dei rischi legati al consumo di cibi piccanti durante la gestazione e se sì, quali sono? Scopriamolo insieme.
Mangiare peperoncino in gravidanza: sì o no?
I nove mesi che caratterizzano la gestazione sono un periodo spesso colmo di dubbi, legati a cosa si possa (o non si possa) fare, ai cibi consigliati e a quelli vietati.
Se esistono effettivamente degli alimenti che sarebbe preferibile non consumare a causa del concreto pericolo di contrarre delle infezioni pericolose per il feto, ne esistono altri che, pur non caratterizzandosi per un rischio assoluto in senso stretto, impongono comunque qualche attenzione.
Sono molte le donne che si chiedono se si può mangiare peperoncino in gravidanza e in che modalità, visto che è un'opinione abbastanza diffusa quella che consiglia di limitare, se non di eliminare, gli alimenti speziati e piccanti quando si aspetta un bambino.
Quali sono, quindi, i pericoli legati a una dieta ricca di cibo piccante in gravidanza? Vi sono dei reali pericoli per il corretto sviluppo del feto oppure queste spezie dal sapore intenso possono essere consumate tranquillamente tenendo conto della singola situazione personale della donna?
La risposta è sì, il peperoncino in gravidanza si può mangiare a patto di rispettare qualche accortezza legata alle quantità e di non esagerare con la frequenza con la quale si utilizza la spezia, soprattutto se non si è abituati a mangiarla o se si soffre di problemi digestivi.
Peperoncino e gravidanza: a cosa fare attenzione
In gravidanza si può mangiare piccante senza particolari problemi, a patto di non esagerare con le quantità. I principali rischi legati al consumo di questa spezia riguardano la presenza di una sostanza contenuta nel peperoncino, ovvero la capsaicina.
Quest'ultima è un alcaloide responsabile del particolare sapore piccante della spezia, la quale esercita una potente azione vasodilatatrice sull'organismo.
In alcuni casi un eccesso di peperoncino può svolgere un'azione ipersensibilizzante sulle mucose situate nella zona anale e rettale, oltre a risultare particolarmente difficile da digerire per chi soffre di colite. Si tratta di eventualità che, nel caso di una donna incinta, possono risultare ancora più fastidiose, visti i profondi cambiamenti che interessano il corpo della donna durante la gestazione.
Proprio durante la gravidanza, infatti, si verificano delle alterazioni nella circolazione sanguigna e nelle funzionalità dell'apparato digerente, le quali risultano in genere più rallentate; la conseguenza è una maggior tendenza alla stipsi, alle infiammazioni delle mucose anali e rettali, nonché la formazioni di ragadi ed emorroidi.
Il piccante in gravidanza, quindi, non va demonizzato e può essere consumato tranquillamente se la donna lo sopporta senza particolari problemi, tenendo però presente che in alcuni casi (come ad esempio se si eccede con le quantità o se si è un soggetto predisposto), esso può dare luogo a:
- bruciori di stomaco;
- diarrea;
- nausea;
- reflusso gastroesofageo;
- episodi di vomito;
- emorroidi;
- gonfiore addominale;
- flatulenza.
Pepe e peperoncino in gravidanza, quindi, possono essere consumati senza particolari rischi, a patto che la donna non soffra già di colite, disturbi digestivi o emorroidi. La piperina contenuta nel pepe, infatti, alla pari del peperoncino, ha un effetto irritante sulle mucose dello stomaco e può aggravare i bruciori localizzati nell'apparato digerente.
Peperoncino piccante in gravidanza: le dosi consigliate
Mangiare piccante in gravidanza fa male solo ad altissime dosi, come è stato dimostrato da vari studi scientifici, i quali hanno messo in luce che quantità giornaliere superiori a 30 mg possono avere un effetto teratogeno sul feto. Questo è dovuto principalmente alla presenza di una grande quantità di vitamina A, presente soprattutto in forma di retinolo equivalente (RAE).
Non è consigliabile consumare più di 3 mg di RAE al giorno per non incorrere nel rischio di teratogenesi, tuttavia occorre sapere che questo riferimento è praticamente impossibile da raggiungere all'interno di un'alimentazione normale.
100 grammi di peperoncino rosso, infatti, contengono circa 0,824 mg (pari a 824 µg di RAE), pertanto è stato calcolato che per arrivare degli effetti collaterali reali sul feto, una gestante dovrebbe introdurre qualcosa come 3,5 kg di peperoncino al giorno.
È vero quindi che questa spezia contiene grandi quantità di vitamina A in grado di determinare gravi malformazioni congenite nel feto, ma è altrettanto vero che esse si manifestano solo in grandissime quantità, difficilmente raggiungibili in nel caso di una dieta varia e sana.
Un'attenzione in più, invece, va posta alle donne che stanno assumendo integratori a base di RAE: in questo caso è opportuno chiedere consiglio al proprio medico.
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Mangiare piccante in gravidanza può indurre il parto?
Una convinzione molto diffusa che riguarda il consumo di cibi piccanti in gravidanza è che essi possano indurre o, per meglio dire, agevolare, le contrazioni uterine.
Per questo motivo alle donne incinte in prossimità della dpp (data presunta del parto), veniva consigliato di consumare abbondanti quantità di peperoncino, in modo che la spezia agisse come stimolante nei confronti dell'avvio del travaglio.
In realtà tale opinione è totalmente priva di riscontro scientifico e non sono state trovate prove a sostegno che un abbondante consumo di peperoncino possa effettivamente favorire la contrazione della muscolatura liscia dell'utero e, quindi, far partire il travaglio in modo naturale.
Sembra, tuttavia, che alcune sostanze contenute nella spezia abbiano la capacità di stimolare la produzione di endorfine e potrebbero quindi risultare utili per diminuire l'ansia e lo stress legati al parto.
I benefici di mangiare piccante in gravidanza
Come chiarito in precedenza, si può mangiare piccante in gravidanza a patto di non esagerare con le quantità e di osservare una dieta sana e bilanciata. Il peperoncino presenta in realtà numerosi benefici per l'organismo e, se non si soffre di particolari problematiche digestive, è possibile continuare ad utilizzarlo anche durante la gestazione.
Tra le sue proprietà benefiche può conosciute vi sono:
- l'abbondante presenza di vitamina C;
- la sua azione carminativa nei confronti dell'apparato digerente;
- la sua capacità di stimolare la circolazione sanguigna;
- le sue proprietà antibatteriche;
- la ricchezza di antiossidanti, utili per rinforzare il sistema immunitario e combattere i radicali liberi;
- la sua azione benefica nei confronti dell'apparato cardiovascolare;
- la sua potente azione vasodilatatrice;
- induce l'aumento dei succhi gastrici e favorisce la digestione;
- le proprietà antibatteriche;
- l'abbondante presenza di sali minerali (come ferro, potassio e magnesio), di flavonoidi, betacarotene e luteina.