Cosa vuol dire avere una gravidanza anembrionica? Da cosa è determinata questa condizione e quali sintomi presenta? Quali conseguenze ha per la donna avere un cosiddetto "ovulo cieco"? Ecco tutto quello che c'è da sapere su questo argomento.
Che cos'è la gravidanza anembrionica
Con il termine di gravidanza anembrionica ci si riferisce a quella condizione in cui l'ovulo viene fecondato e si annida correttamente nell'utero, ma in seguito l'embrione non si sviluppa. Chiamata anche "uovo chiaro" o "gravidanza bianca", è un eventualità comune che si verifica nel 10-15% dei casi, tanto che si stima che quasi un terzo degli aborti spontanei precoci siano causati proprio dall'assenza dell'embrione all'interno dell'ovulo. Purtroppo la presenza del sacco vuoto in gravidanza non può essere diagnosticata prima della settima settimana, rendendo difficile per la donna accettare l'esito nefasto della gestazione.
La presenza di un uovo chiaro, o uovo cieco, termina con un aborto spontaneo. L'ovulo vuoto viene quindi espulso dal corpo della donna, la quale può andare incontro a perdite di sangue vaginali e dolore addominale e pelvico. Questi sintomi, insieme alla progressiva scomparsa delle manifestazioni tipiche della gravidanza, indicano che l'ovulo sta per essere eliminato. Se l'ecografia dovesse confermare l'uovo chiaro, allora la donna potrà essere sottoposta alle procedure indicate post aborto spontaneo, come ad esempio la terapia farmacologica o il raschiamento.
Cosa significa ovulo bianco
La definizione di uovo bianco, anche detto ovulo chiaro o uovo vuoto, deriva dal termine inglese "blighted ovum" e indica proprio la gravidanza anembrionica. Vengono utilizzate queste parole in quanto l'ecografia mostra solamente la camera gestazionale, senza alcuna presenza dell'embrione, in un'epoca in cui la presenza dell'embrione dovrebbe essere certa, anche considerando un possibile ritardo ovulatorio. Questo, tuttavia, si è formato per un breve intervallo di tempo, sebbene il suo sviluppo si sia interrotto quasi subito.
Per avere la conferma di una gravidanza anembrionica la donna deve sottoporsi a un'ecografia, la quale viene eseguita due volte a distanza di una settimana l'una dall'altra. Il ginecologo utilizzerà una sonda transvaginale che permette, in maniera molto precisa, di ottenere delle informazioni sullo stato dell'utero e delle ovaie.
Essa rivelerà la presenza del sacco gestazionale vuoto e, una volta che la diagnosi sarà certa, il medico consiglierà la paziente circa la procedura da seguire. Qualora il sacco gestazionale fosse di dimensioni significative, la donna dovrà essere sottoposta a un raschiamento, mentre se si sceglie l'approccio farmacologico, si utilizzerà un farmaco in grado di facilitare l'espulsione dei tessuti.
I sintomi della gravidanza anembrionica
I sintomi riconducibili all'uovo chiaro sono, almeno inizialmente, esattamente gli stessi di una gravidanza fisiologica. La donna, infatti, essendo incinta, sperimenta le manifestazioni tipiche della gestazione, come l'assenza di ciclo mestruale, la presenza di un test positivo e, in alcuni casi, anche un significativo incremento dei valori delle Beta HCG.
È possibile, infatti, che l'uovo chiaro si accompagni inizialmente alla crescita delle beta in quanto la gravidanza è effettivamente in atto. È solamente in seguito, con l'arresto dello sviluppo embrionale, che questo valore tende a diminuire, pur non dando avvisaglie particolari alla donna. Dopo qualche tempo possono subentrare i sintomi tipici collegati all'espulsione dei tessuti da parte dell'organismo, come i dolori addominali, quelli pelvici o lo spotting.
Cause della gravidanza anembrionica
La condizione del cosiddetto "uovo chiaro" è determinata dal fatto che, quando l'ovulo viene fecondato dallo spermatozoo, esso inizia il processo di divisioni cellulari, le quali daranno poi luogo alla formazione della placenta e del sacco vitellino. La gravidanza anembrionica si verifica quando si forma il sacco vitellino ma non l'embrione, il quale è talmente piccolo che non viene rilevato inizialmente neppure dall'ecografia.
La causa principale della gravidanza senza embrione è data dalla presenza di alterazioni cromosomiche o genetiche che rendono impossibile il corretto sviluppo dell'embrione. In alternativa, ad incidere su questa condizione possono essere anche anomalie nel processo di divisione cellulare e, secondo alcuni studi, ciò sarebbe più probabile nelle donne che hanno superato i 40 anni di vita. Sembra, poi, che altre cause che possono portare a sviluppare una gravidanza senza embrione siano:
- anomalie morfologiche dell'embrione. Queste impediscono all'embrione di sopravvivere e di impiantarsi nell'utero;
- obesità materna;
- stile di vita scorretto (tossicodipendenza, alcolismo);
- presenza di patologie o di infezioni nell'apparato genitale;
- presenza di aderenze intrauterine;
- malformazioni dell'utero materno;
- squilibri ormonali, come ad esempio un basso livello di progesterone;
- squilibri endocrinologici;
- sindrome dell'ovaio policistico;
In genere la gravidanza anembrionica non pregiudica la possibilità di rimanere incinta nuovamente, né ha a che fare con la fecondità della donna, tuttavia, se questi episodi dovessero verificarsi più volte, può essere consigliabile sottoporsi a un controllo. Inoltre, qualora si fosse alla ricerca attiva di una gravidanza, è preferibile attendere circa due o tre cicli mestruali dalla fine dall'espulsione dell'uovo chiaro e sacco vitellino, prima di riprovare a rimanere incinta.