Le emorroidi in gravidanza sono un problema frequente, che non deve spaventare; in realtà le emorroidi sono abbastanza comuni in tutta la popolazione adulta, sia maschile che femminile.
Tuttavia, possono esservi fattori e condizioni predisponenti alla comparsa di emorroidi e la gravidanza è tra le situazioni che possono provocare l’insorgenza di questo fastidioso problema.
Ecco alcune linee guida su come comportarsi in caso di emorroidi durante la gestazione.
Cosa sono le emorroidi?
Prima di concentrarsi sulle emorroidi in gravidanza, è necessario puntualizzare la natura della patologia emorroidaria.
Nel linguaggio comune la malattia emorroidaria (termine esatto) viene chiamata semplicisticamente (ed erroneamente) “emorroidi”, dal nome stesso della parte tissutale colpita dalla patologia.
Le emorroidi sono, infatti, dei cuscinetti di tessuto particolarmente vascolarizzato, presenti nell’ultima parte del retto, in prossimità dell’ano.
Ancorate alla parete del canale anale, le emorroidi restano saldamente fisse nella propria posizione grazie a legamenti fibrosi, che permettono loro di rimanere in sede. La funzione di questi cuscinetti è quella di regolare l’evacuazione e la continenza (capacità di trattenere feci, gas e liquidi) assieme allo sfintere anale.
Le emorroidi sono dunque fisiologicamente presenti in ogni persona, ma è quando queste si infiammano e si gonfiano che diventano un problema.
Tale rigonfiamento, infatti, può dare origine a prolassi, sanguinamenti o trombi; ne consegue che le emorroidi possono diventare dolorose, sanguinolente e fuoriuscire dalla loro sede naturale, accompagnate da sintomi specifici, quali bruciore e prurito.
Le emorroidi si distinguono poi tra due tipologie:
- emorroidi interne: rimangono all’interno del canale anale, non sono visibili ad occhio nudo e sono, generalmente, indolori. Durante la defecazione possono prolassare all’esterno per poi rientrare spontaneamente. Quando il prolasso è completo (oppure in associazione a ragadi) le emorroidi interne causano dolore;
- emorroidi esterne: situate più in basso, ai margini dell’orifizio anale, sono visibili ad occhio nudo, si sviluppano vicino all’ano, fuoriescono facilmente e appaiono come protuberanze dure o doloranti.
Infine, a seconda della gravità della malattia emorroidaria, le emorroidi possono essere classificate secondo 4 gradi. Il parto provoca, ad esempio, delle emorroidi di 2° grado, in cui si assiste alla fuoriuscita delle emorroidi dal canale anale, con successiva riduzione una volta passata lo sforzo del parto. Può esservi sanguinamento, con prurito e perdita di secrezioni.
Emorroidi e gravidanza: le cause
Se le emorroidi, come fenomeno, interessano circa il 90% della popolazione (una volta nella vita), durante la gravidanza questa percentuale aumenta, colpendo circa il 30% delle future mamme.
Ma per quale motivo le emorroidi compaiono più facilmente durante la gestazione? In questo periodo particolare della vita di una donna, il volume dell’utero si espande, andando a premere sull’intestino e sulle vene di ano e retto: la prima conseguenza di questo aumento volumetrico è la comparsa della stitichezza e delle emorroidi.
L’aumento di volume uterino è però solo una delle cause che portano alla comparsa di emorroidi in gravidanza; un’altra motivazione è ascrivibile alle modificazioni ormonali: in questo periodo, infatti, gli estrogeni aumentano progressivamente e, contemporaneamente, aumenta il progesterone.
Il risultato è un rilassamento connettivale, con l’aggiunta di ulteriori pressioni a cui viene sottoposta la resistenza dei vasi venosi (a causa dell’aumento di volume del sangue e della pressione addominale).
Con l’avvicinarsi del momento del parto, tutti questi aspetti si accentuano: dal quinto mese di gravidanza l’utero raggiunge dimensioni considerevoli e si assiste ad una significativa riduzione dell’attività fisica (in linea di massima).
Il ristagno del sangue venoso, di conseguenza, promuove l’insorgenza delle dilatazioni vasali, responsabili del rigonfiamento prima e del prolasso poi di plessi emorroidari e delle varici in generale.
Per tutti questi motivi, è possibile che in gravidanza soffra di emorroidi anche la donna che non le aveva mai sperimentate prima di allora.
Emorroidi in gravidanza: cosa fare
Prima che il disturbo delle emorroidi acquisti una criticità maggiore, è opportuno agire tempestivamente per risolvere e curare questo piccolo ma fastidioso disturbo. La terapia varia in base all’entità del problema e in gravidanza occorre prestare attenzione al tipo di trattamento scelto, valutandolo sempre con il medico curante.
Se, infatti, in caso di emorroidi al di fuori di una gravidanza possono essere utilizzati medicinali (anche localmente), durante la gestazione sarebbe opportuno evitare qualsiasi tipo di farmaco (salvo diverse indicazioni del dottore, che potrà eventualmente prescrivere un medicinale solo dopo aver vagliato il rapporto di beneficio e rischio per la mamma e per il feto).
Fortunatamente, le emorroidi non hanno un trattamento esclusivamente medicale. Infatti, emorroidi comparse di recente possono avere un beneficio immediato con la terapia comportamentale, attuando, cioè, degli accorgimenti utili al fine di diminuire l’infiammazione e ripristinare l’elasticità delle pareti venose.
Rimedi per le emorroidi in gravidanza
Tra le principali cure per le emorroidi in gravidanza, come accennato, vi sono quelle relative al proprio stile di vita.
Si consiglia:
- regolare e costante movimento fisico: aiuta la motilità intestinale, promuove il ritorno del sangue venoso al cuore (evitando ristagni di sangue che contribuiscono al problema e che sono anche causa di vene varicose, gonfiore e stitichezza). Lo sport migliore da praticare è una camminata (anche veloce) evitando sforzi, salti e altri movimenti bruschi o violenti;
- curare l’igiene con i prodotti giusti: la propria igiene intima in gravidanza è fondamentale, ma quando si soffre di emorroidi occorre anche fare attenzione ad altri aspetti;
- privilegiare l’acqua fresca: evitare quella calda (che potrebbe con la vasodilatazione peggiorare la situazione) e gelida (che potrebbe provocare lo spasmo involontario della muscolatura anale con conseguente strozzamento dei noduli emorroidari);
- utilizzare del sapone acido: questi due elementi riescono ad accelerare la guarigione e diminuire il rischio di infezione;
- aumentare la quota di fibre nella dieta: assieme ad un'importante assunzione di liquidi, la fibra ingerita contribuisce a rendere le feci più morbide, facilitandone il transito e il passaggio nella zona in cui sono presenti le emorroidi. In questo modo, le feci saranno maggiormente soffici ed abbondanti e l’evacuazione verrà effettuata con il minimo sforzo possibile, contribuendo alla guarigione delle emorroidi.
Un altro rimedio utile contro le emorroidi in gravidanza è la cura della propria alimentazione.
Oltre ai rimedi naturali e comportamentali, è infatti importante associare anche un’alimentazione adeguata, prediligendo l’assunzione di cibi leggeri, senza spezie e non piccanti. Infatti pepe, peperoncino e altre spezie, fungendo da vasodilatatori, potrebbero aumentare il problema delle emorroidi.
Emorroidi in gravidanza: rimedi naturali
Diversamente da molti prodotti farmaceutici, che contengono principi attivi potenzialmente dannosi per il feto, possono esservi creme ed unguenti naturali da applicare in caso di emorroidi; tali prodotti sono senza dubbio più sicuri per la salute di mamma e bambino.
Eccone alcuni:
- mucillagine di hamamelis: svolge un’azione protettrice di vene e vasi, grazie alla presenza di flavonoidi e triterpeni. L’amamelide ha proprietà astringenti ed emostatiche, per via dei tannini in essa contenuti. La mucillagine di hamamelis è ottima per un utilizzo topico, grazie alla sua attività antinfiammatoria;
- gel di aloe vera: ha un’azione cicatrizzante e lenitiva. Stimolando fibroblasti e collagene, l’aloe vera incentiva i processi di riepitelizzazione, di cicatrizzazione delle ragadi e dei noduli emorragici (di natura emorroidale). Inoltre l’aloe vera lenisce l’infiammazione, ostacola la vasodilatazione e il prolasso. Se utilizzato localmente, il gel di aloe vera ha anche un’azione antibatterica e analgesica;
- gel di ippocastano: con le sue proprietà antinfiammatorie, flebotoniche, lenitive ed astringenti, il gel di ippocastano è l’ideale per la cura di emorroidi (ma anche ragadi, vene varicose e fragilità capillare). Riesce a svolgere un’azione decongestionante ed ostacolare il ristagno venoso, riportando tonicità al plesso venoso.