È vero che sarebbe meglio evitare di mangiare la bresaola in gravidanza? E se sì, perché? Approfondiamo l'argomento cercando di capire quali sono i rischi legati al consumo di questo alimento durante i mesi della gestazione.
Si può mangiare la bresaola in gravidanza?
La bresaola è un salume tipico del Nord Italia, in particolare della zona della Valtellina, e viene generalmente prodotto lavorando la carne di manzo, quella di cavallo o di cervo. Si tratta di un insaccato crudo sottoposto a un processo di stagionatura che dura almeno trenta giorni e che, in alcune varianti, viene anche affumicato.
Ampiamente diffusa e apprezzata, la bresaola viene consumata sia da sola che in abbinamento ad altri piatti, ed è conosciuta per l'alta disponibilità proteica e per il basso apporto calorico. In genere si tende a mangiare la bresaola cruda, sebbene alcune ricette ne richiedano una veloce cottura in padella.
Ricca di sali minerali e proteine, ma povera di grassi, la bresaola non dovrebbe tuttavia essere consumata in gravidanza, dal momento che essa rientra nella categoria dei salumi da evitare per le donne incinte.
Ciò è dovuto al fatto che la bresaola è un insaccato crudo che, sebbene venga sottoposto a una lavorazione particolare e al processo di stagionatura, rimane comunque un cibo potenzialmente pericoloso per chi aspetta un bambino.
Mangiare bresaola in gravidanza è rischioso perché la mancanza di cottura espone la donna incinta alla possibilità di contrarre diverse infezioni batteriche e parassitarie; dalla toxoplasmosi alla listeriosi, passando per il batterio dell'Escherichia coli e della salmonella, sono diversi i motivi che rendono la bresaola un alimento da evitare in gravidanza.
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Bresaola e toxoplasmosi: quali sono i rischi?
Mangiare bresaola in gravidanza è considerato rischioso perché la carne cruda può essere un veicolo di contaminazione batterica e parassitaria. Questo salume potrebbe infatti contenere il Toxoplasma gondii, ovvero un microrganismo che nella donna incinta può rivelarsi estremamente pericoloso.
Il Toxoplasma è il responsabile di un'infezione nota come toxoplasmosi, la quale sebbene negli esseri umani in salute non provochi particolari sintomi, può invece causare gravi danni allo sviluppo del feto.
Soprattutto se contratta durante i primi mesi della gestazione, la toxoplasmosi può determinare malformazioni fetali (fra cui la calcificazione intracranica, l’idrocefalo e la corioretinite), danni agli organi e, nei casi peggiori, anche la morte del bambino.
La bresaola in gravidanza va quindi evitata dalle donne che non sono risultate immuni alla toxoplasmosi mentre, per tutte coloro che hanno ricevuto il via libera in seguito all'esecuzione del Toxo Test, questo alimento rappresenta una scelta sicura.
Oltre alla toxoplasmosi, la bresaola essendo un alimento crudo può essere fonte anche per altre infezioni batteriche, come ad esempio la listeriosi o la salmonellosi. La listeriosi, causata dal batterio della Listeria monocytogenes, viene contratta spesso mangiando carne cruda, formaggi a pasta molle o erborinati, oppure latte non pastorizzato.
I sintomi sono quelli tipici della gastroenterite, tuttavia nelle donne in gravidanza si rivela particolarmente pericolosa perché può determinare parto pretermine, malformazioni fetali o addirittura l'aborto spontaneo. Il medesimo rischio riguarda anche la contaminazione da Salmonella, da Escherichia coli o da Campylobacter, sempre evitabile non assumendo carne, insaccati e salumi crudi, anche se sottoposti ad affumicatura, salatura o stagionatura.
L'unico modo per abbattere la possibilità di contrarre infezioni batteriche o parassitarie è la cottura degli alimenti a più di 70° oppure il congelamento a una temperatura di almeno -80° (quindi impossibile utilizzando i normali congelatori ad uso domestico).
Bresaola e gravidanza: attenzione all'eccesso di sale
Secondo le indicazioni della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, le donne in gravidanza dovrebbero seguire un'alimentazione il quanto più possibile varia ed equilibrata. Anche le donne che sono risultate immuni alla toxoplasmosi, e che decidono di consumare salumi e insaccati crudi in gestazione, devono comunque tenere presente che si tratta di alimenti che dovrebbero essere introdotti nella dieta solo occasionalmente.
Questa categoria di prodotti, infatti, si caratterizza per un'alta percentuale di grassi saturi, di conservanti e di sodio, che mal si conciliano con l'esigenza di mangiare cibi freschi e salutari.
La bresaola, esattamente come altri tipi di salume, si distingue per l'elevata quantità di sale al suo interno, pertanto chi soffre di malattie cardiovascolari e le donne in gestazione, non dovrebbero consumarla (o farlo solo molto raramente). L'abbondante presenza di sale, infatti, può aggravare l'ipertensione arteriosa e facilitare la comparsa di una condizione chiamata ipertensione gestazionale.
Quest'ultima tende a presentarsi più frequentemente durante il terzo trimestre e ha come conseguenza un peggioramento del benessere del feto e di quello della madre. È importante inoltre che la pressione non superi la soglia dei 90 mmHg- 140 mmHg: qualora i valori massimi fossero già al limite, il consumo di alimenti molto salati come la bresaola è oltremodo sconsigliato.
Un motivo per evitare il consumo di salumi in gestazione è dato dall'abbondante presenza, all'interno di questa categoria di alimenti, di conservanti. I nitriti e i nitrati di sodio- potassio (utilizzati comunemente per allungare la vita del prodotto e arrestare la proliferazione batterica) sono stati messi in relazione con l'aumento della possibilità di contrarre il diabete gravidico da parte di una donna incinta.
L'abbondante quantità di nitrosammine dovuta al consumo regolare di salumi, determina infatti un crescente rischio diabetico, particolarmente pericolosa per la gestante; questa patologia, infatti, può causare malformazioni fetali e parto pretermine, e va quindi evitata.
Occorre tenere presente, inoltre, un'altra accortezza fondamentale. Sebbene teoricamente una donna che risulta immune alla Toxoplasmosi possa consumare un insaccato crudo come la bresaola, in realtà si espone comunque al rischio di contrarre altri tipi di infezione, come ad esempio la listeriosi o la salmonellosi.
Per questo motivo, il Ministero della Salute sconsiglia comunque di mangiare salumi crudi durante la gestazione (anche se si risulta immuni al Toxoplasma) e di preferire quelli cotti. Fra questi vi sono ad esempio il prosciutto cotto, la mortadella e la porchetta.
In ogni caso i salumi, anche se cotti, devono comunque essere introdotti nella dieta in modo occasionale, sempre per evitare l'eccesso di sodio e di colesterolo, i quali possono provocare un peggioramento nello stato di salute della donna.