A cura di AAIITO - Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri – Portale: Allergicamente.it .
Intervista alla dr.ssa Maria Beatrice Bilò, Specialista in Allergologia - Università Politecnica delle Marche, Az. Ospedaliero - Universitaria di Ancona.
Parliamo di allergia ai pollini (ma non solo!) - che in questo periodo non lasciano molta tregua, e di gravidanza, una condizione particolare che non consente alle donne di assumere farmaci, se non sotto stretto controllo medico. Ma ciò vale anche per gli antistaminici?
Lo abbiamo chiesto alla dr.ssa Maria Beatrice Bilò, allergologa di AAIITO.
Come prevenire i sintomi allergici (respiratori) in gravidanza?
Una donna allergica in gravidanza deve continuare ad adottare le stesse norme precauzionali adottate prima, sia per la propria salute che per quella del feto.
L’evitamento o la ridotta esposizione agli allergeni inalatori, per quanto possibile (acari della polvere, derivati allergizzanti di animali domestici, spore fungine), deve essere sempre perseguito per evitare riacutizzazioni sintomatologiche.
Se la paziente soffre di asma, indipendentemente dalla allergia, deve evitare l’esposizione ad altri fattori in grado di peggiorare i sintomi, come fumo attivo e passivo, inquinanti ambientali, alcol caffeina, sostanze queste ultime che potrebbero causare reflusso gastro-esofageo e favorire l’asma. Deve, inoltre, essere istruita affinché non modifichi autonomamente la terapia antiasmatica.
Quali sono i rischi per la mamma e il bambino in caso di allergie?
Non vi sono rischi aggiuntivi per la mamma e per il bambino, purché la sintomatologia allergica sia controllata dalla terapia. Molte riacutizzazioni asmatiche in corso di gravidanza sono proprio legate alla non aderenza alla terapia suggerita dal medico curante o dallo specialista.
Sono attualmente disponibili informazioni scientifiche che consentono di affermare che il rischio di effetti indesiderati sul feto da parte di alcuni farmaci per il trattamento della rinite e soprattutto dell’asma allergico è nettamente inferiore al danno che un mancato controllo potrebbe indurre sia nella madre (come ipertensione arteriosa, emorragia vaginale, complicazioni nel travaglio) che nel feto (come mortalità prenatale, difetto di crescita intrauterine, nascita pretermine, basso peso alla nascita).
Qual è la terapia da seguire in caso di allergia in gravidanza?
Nelle forme più leggere di rinite allergica un semplice lavaggio nasale con soluzione fisiologica può essere sufficiente ad alleviare i sintomi.
Per le forme più importanti, si possono usare sia antistaminici per via orale sia spray nasali a base di antiinfiammatori (steroidi), quest’ultimi da prescrivere in caso di effettiva necessità. I decongestionanti nasali (vasocostrittori), spesso presenti anche nei prodotti da banco, vanno utilizzati con cautela in tutti i pazienti, a maggior ragione in gravidanza.
Nel caso dell’asma il rischio maggiore per il feto è il mancato controllo dell’asma materno. L’impiego di alcuni farmaci antiasmatici, in particolare i broncodilatatori ad azione rapida e gli steroidi per uso topico bronchiale che sono gli antinfiammmatori per eccellenza, non è mai stato associato al riscontro di alterazioni fetali.
L’immunoterapia specifica, se già in corso e ben tollerata e soprattutto nel caso di allergia al veleno di api, vespe e calabroni, non deve essere sospesa; non è invece prudente iniziarla in presenza di gravidanza.
Antistaminici, si possono prendere? Se sì, quali?
Sì, si possono usare antistaminici in gravidanza. Le migliori evidenze di sicurezza sono disponibili per quelli di prima generazione (ovvero i più vecchi, come clorfenamina) e per alcuni di ultima generazione, come loratadina, levocetirizina e cetirizina, da utilizzare preferibilmente dopo il primo trimestre di gravidanza.
Una alternativa potrebbe essere rappresentata da un antistaminico per uso nasale, in considerazione del suo trascurabile assorbimento sistemico.
Ma andiamo a scoprire, nel dettaglio, quale serie di antistaminici (e i relativi principi attivi) è possibile assumere con sicurezza durante la gestazione.
Antistaminici e principi attivi utili in gravidanza
Quando si è in gravidanza e si viene colpiti di allergia, è importante considerare i principi attivi degli antistaminici e come possono influire sulla salute della futura madre e del feto.
Gli antistaminici di prima generazione, come la difenidramina e la clorfeniramina, possono attraversare la placenta e influire sulla crescita e lo sviluppo del feto – oltre a causare sonnolenza e altri effetti collaterali indesiderati.
Gli antistaminici di seconda generazione, invece, come la cetirizina e la loratadina, sono considerati più sicuri: si tratta di farmaci con meno poteri sedativi e hanno una copertura più lunga rispetto a quelli di prima generazione.
Tuttavia, in piccolissima percentuale, anche questi farmaci possono attraversare la placenta e influire sulla salute del feto.
I sintomi lievi e intermittenti delle allergie possono essere alleviati con l'assunzione di antistaminici, mentre per le forme persistenti o moderatamente gravi si consiglia l'utilizzo di spray nasali a base di corticosteroidi (che dura circa 20 giorni).
In questi casi, gli antistaminici possono essere aggiunti come supporto in caso di necessità.
Quali antistaminici prendere in gravidanza?
La cetirizina è un antistaminico di seconda generazione che viene spesso prescritto per alleviare i sintomi allergici durante la gravidanza.
È considerato uno dei farmaci più sicuri da assumere durante la gravidanza, poiché non sembra aumentare il rischio di anomalie congenite o di altri effetti negativi sul feto.
Tuttavia, è importante ricordare che ogni gravidanza è diversa e ciò che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un'altra: proprio per questo motivo, è sempre consigliabile consultare il proprio medico prima di assumere qualsiasi farmaco durante la gravidanza.
Oltre alla cetirizina, la loratadina è un altro antistaminico di seconda generazione considerato sicuro, che viene spesso prescritto durante la gravidanza; anche in questo caso, ovviamente, è sempre buona cosa affidarsi prima al parere del medico.
La difenidramina e la clorfeniramina, invece, sono antistaminici di prima generazione che possono essere usati in gravidanza solo in casi in cui il beneficio per la madre supera i potenziali rischi per il feto.
Occorre ricordare che questi farmaci possono causare sonnolenza e altri effetti collaterali indesiderati, quindi il loro utilizzo dovrebbe essere limitato il più possibile.
Il confronto con il medico è importantissimo prima di assumere antistaminici in gravidanza, perché in grado di valutare rischi e benefici degli antistaminici in base alla situazione individuale di ogni gestante: occorre sempre prestare attenzione a mantenere la salute della madre e del feto, e l'automedicazione può comportare rischi per entrambi.
Per questo, è importante informarsi sempre su quale antistaminico in gravidanza è utile assumere e sulle sue interazioni con il feto.
Infine, per quanto riguarda gli antistaminici naturali durante la gravidanza, è possibile utilizzare:
- Ribes Nero, che ha la capacità di stimolare l'organismo a produrre cortisone per contrastare le infiammazioni (proprietà estendibili sia a problemi cutanei che a quelli respiratori);
- Rosa Canina che, grazie al suo contenuto di vitamina C, risulta particolarmente efficace per rinforzare le difese dell'organismo e svolge un'azione antiallergica. La vitamina C, che può essere assunta sotto forma di frutta o di integratori, agisce sul rilascio di istamina, la sostanza che provoca reazioni infiammatorie.