L’ovulazione è un momento cruciale nel ciclo mestruale femminile, ed è strettamente legata al picco di LH, un aumento improvviso dell'ormone luteinizzante.
In questo articolo analizzeremo nel dettaglio il picco di LH, la sua durata e la sua correlazione con l’ovulazione nell’ottica del concepimento.
Cos'è il picco di LH?
Il picco di LH (ormone luteinizzante) è un rapido aumento dei livelli di questo ormone prodotto dall’ipofisi che si verifica circa 24-36 ore prima dell’ovulazione.
Coincide con lo scoppio del follicolo, solitamente preceduto dal muco ovulatorio presente nei 3-4 giorni precedenti, e stimola il rilascio della cellula uovo matura dall’ovaio, segnando il momento di massima fertilità femminile.
Generalmente il picco ovulatorio si manifesta intorno alla metà del ciclo mestruale, dunque intorno al quattordicesimo giorno del ciclo in un ciclo regolare di 28 giorni.
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Infatti, la tempistica può variare in base alla regolarità e alla durata media delle mestruazioni: le donne con un ciclo breve (di 24-25 giorni) arrivano al picco tra il 10° e l’11° di ciclo; quelle, che, invece, hanno in media un ciclo lungo (superando, quindi, i 35 giorni), raggiungono il massimo LH tra il 19° e il 20° giorno di ciclo.
Solitamente, i livelli di LH rimangono elevati per 12-24 ore, con variazioni individuali; questo breve lasso di tempo rappresenta la finestra più favorevole per il concepimento.
Fattori che influenzano il picco di LH
Oltre a stress, dieta e attività fisica intensa, vi sono diversi elementi che possono influenzare il picco di LH e la conseguente ovulazione, tra cui:
Irregolarità mestruali
Possono essere dovute a:
- sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) che causa un aumento cronico di LH, disturbando l’ovulazione;
- insufficienza ovarica precoce, poiché riduce il rilascio di LH e compromette la fertilità;
- disturbi ipofisari, come adenomi e insufficienza ipofisaria, dato che alterano la produzione di LH;
- obesità o sottopeso: influenzano l'equilibrio ormonale e possono sopprimere il picco di LH;
- iperprolattinemia: livelli elevati di prolattina inibiscono LH e l’ovulazione.
Farmaci e patologie
Alcuni trattamenti ormonali o condizioni mediche possono influenzare il rilascio di LH, come:
- contraccettivi ormonali femminili (pillola, cerotto, anello vaginale): inibiscono il picco di LH per prevenire l'ovulazione;
- terapia ormonale sostitutiva (TOS): viene usata in menopausa e può alterare la secrezione di LH;
- farmaci per la fertilità (es. Clomifene, Gonadotropine), poiché stimolano l'LH per indurre l'ovulazione;
- agonisti e antagonisti del GnRH (usati per endometriosi o PMA): hanno la capacità di modulare il rilascio di LH.
Quando avviene l'ovulazione? Un approfondimento
Il processo ovulatorio è regolato principalmente da quattro ormoni:
- ormone follicolo-stimolante (FSH): stimola la crescita dei follicoli ovarici contenenti gli ovociti;
- ormone luteinizzante (LH): il suo picco induce la rottura del follicolo e il rilascio dell’ovulo;
- estrogeni: aumentano nei giorni precedenti l’ovulazione, favorendo la produzione di LH;
- progesterone: dopo l’ovulazione prepara l’utero per una possibile gravidanza.
Vediamo ora nel dettaglio le fasi di questo processo:
Fase follicolare (1°-14° giorno circa)
L’FSH stimola lo sviluppo dei follicoli ovarici e il follicolo dominante inizia a produrre alti livelli di estrogeni.
Picco di LH e ovulazione (14° giorno circa)
L'aumento degli estrogeni innesca un rapido aumento dell’LH (picco di LH). Dopo 12-36 ore, il follicolo si rompe e rilascia l’ovulo nelle tube di Falloppio.
Fase luteinica (15°-28° giorno circa)
Il corpo luteo (residuo del follicolo) secerne progesterone per preparare l’endometrio all’impianto; se la fecondazione non avviene, il progesterone cala e inizia una nuova mestruazione.
I sintomi della fase ovulatoria sono:
- cambiamenti nel muco cervicale (diventa chiaro e filante, simile all’albume d’uovo);
- aumento della temperatura basale (di 0,2-0,5°C dopo l’ovulazione);
- dolore ovulatorio (Mittelschmerz) che consiste in fastidio o dolore in un lato del basso ventre;
- aumento della libido e della sensibilità al seno.
Come identificare il picco LH?
Esistono diversi metodi per individuare il picco di LH, vediamoli di seguito:
Test/stick di ovulazione
Questo strumento misura la concentrazione di LH nelle urine, fornendo un’indicazione del periodo fertile.
Bisogna, però, specificare che il picco ovulatorio non è sempre visibile e dunque rilevabile: infatti, se non abbastanza alto, potrebbe non comparire nelle urine e quindi nel test; se il picco di LH dura meno di 10 ore potrebbe non essere rilevato in tempo; se il test scelto misura solo l’LH (e non l’estradiolo) non si avrà modo di identificare i giorni precedenti all’LH che sono comunque considerati giorni fertili.
Un modo efficace per trovare il picco di fertilità, quindi, è quello di continuare a fare il test fino a che non si raggiungerà la colorazione più scura possibile (quindi simile o uguale a quella di controllo), / in modo da sapere con certezza che è arrivato il momento di fertilità massima.
Una volta trovato, si saprà che l’ovulazione si presenterà intorno alle 24 ore successive e, che, quindi, in ottica di concepimento, da quel momento comincerà la finestra di tempo migliore per provare a rimanere incinta.
Monitoraggio della temperatura basale
Un lieve aumento della temperatura corporea suggerisce che l’ovulazione è avvenuta.
Osservazione del muco cervicale
Durante il picco di fertilità il muco diventa più chiaro, elastico e simile all’albume d’uovo.
Il picco di fertilità femminile coincide con l’ovulazione prodotta dal picco di LH, ma bisogna sottolineare che l’aumento della fertilità dura qualche giorno in più: gli spermatozoi, infatti, possono sopravvivere fino a 5 giorni nel tratto riproduttivo femminile, quindi avere rapporti nei giorni precedenti, durante e subito dopo il picco di LH aumenta le possibilità di concepimento.
Molte donne, dunque, utilizzano la rilevazione del massimo periodo fertile tramite gli strumenti appena citati per agevolare il momento del concepimento.
Se si notano irregolarità nei cicli o si hanno dubbi sul proprio picco di fertilità, è sempre consigliabile consultare un ginecologo per un'analisi più approfondita.