Spasmi affettivi: cosa sono e come gestirli

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 01 Marzo, 2023

Spasmi affettivi: cosa sono e cosa fare

Cosa sono gli spasmi affettivi che si verificano nel neonato e nel lattante e come si devono comportare i genitori quando compare un fenomeno di questo tipo? 

Quali sono le cause e i sintomi della cosiddetta apnea affettiva? Vediamolo insieme.

Che cosa sono gli spasmi affettivi

Gli spasmi affettivi sono una manifestazione benigna che si verifica frequentemente nei bambini di età compresa tra i 6 e i 18 mesi, sebbene in alcuni casi essi possano continuare a manifestarsi fino ai 4 anni

Si tratta di episodi involontari innescati da una causa di tipo emotivo o psicologico che coinvolgono circa lo 0,5-5% dei bimbi. 

Lo spasmo affettivo compare in seguito a una forte reazione emotiva causata da un intenso stress e ha come conseguenza il verificarsi di una crisi di pianto accompagnata da arresto temporaneo del respiro e, in alcuni casi, anche da perdita di coscienza. 

Il bambino in preda a uno spasmo diventa all'improvviso cianotico, a causa della ridotta ossigenazione del sangue, o estremamente pallido, fa fatica a respirare o rimane in apnea per alcuni secondi.

Le cause che determinano una situazione di questo tipo possono essere diverse e comprendono:

  • un forte spavento, provocato in genere da una caduta accidentale o da una lieve ferita;
  • un rimprovero espresso con veemenza;
  • un attacco di rabbia.

Come accennato in precedenza, gli spasmi affettivi sono una caratteristica tipica della fascia di età compresa tra i 6 e i 18 mesi, mentre nei neonati di poche settimane di vita sono molto rari. Se essi dovessero verificarsi in questa fascia d’età è consigliabile sottoporre il bimbo a una visita pediatrica per accertare che non vi siano problematiche di tipo respiratorio

Questo tipo di manifestazione non è direttamente collegata a forme di epilessia, tuttavia è stato dimostrato che bambini che sperimentano spasmi affettivi presentano maggiori possibilità di andare incontro a episodi di svenimento in età adulta.

I sintomi degli spasmi affettivi

Gli spasmi affettivi possono essere di due tipi:

  1. cianotici, che si caratterizzano dalla perdita di respiro (apnea) accompagnata da un colorito violaceo del volto e da una violenta crisi di pianto che può evolversi fino a una vera e propria convulsione;
  2. "pallidi", i quali si verificano solo nel 15% dei casi. Il neonato, in genere dopo aver provato un dolore intenso, piange, cambia colorazione in volto e perde conoscenza;

In tutti e due i casi, il bimbo dopo aver perso i sensi li riacquista e riprende a respirare in modo normale.

Durante uno spasmo affettivo è importante non dare da bere né da mangiare nulla al bambino o il rischio è che possa inalare cibi solidi o liquidi. Inoltre, è consigliabile non scuoterlo con violenza, bensì metterlo in posizione supina o tenerlo in braccio in modo che non possa farsi male.

Questo tipo di manifestazione può mettere in allarme gli adulti presenti nel momento in cui essa si verifica, tuttavia si tratta di episodi che non hanno conseguenze sul piano fisico o psicologico. Qualora si presentassero con elevata frequenza, tuttavia, è utile indagare le cause che possono stimolare questo comportamento e assicurarsi che il bimbo viva in un ambiente sereno senza essere esposto a situazioni di forte stress emotivo. 

Come intervenire in caso di spasmo affettivo

Qualora il bimbo fosse soggetto ad un episodio di spasmo affettivo, è importante che le persone intorno a lui  non si facciano prendere dal panico e che riescano a gestire al meglio la crisi. 

Essendo una manifestazione di tipo benigno, infatti, non bisogna preoccuparsi troppo, piuttosto adottare un comportamento rassicurante e sereno di fronte al piccolo. 

Quando subentra una crisi, ad esempio, è utile parlare con un tono di voce calmo, accarezzare il bimbo, soffiare delicatamente sul suo volto e bagnare la fronte con acqua, in modo da interrompere l'entrata in apnea.

Una volta recuperata la calma, si consiglia di rassicurare il bambino senza sgridarlo e senza conferire eccessiva importanza alla causa scatenante della crisi. Inoltre, se quest'ultima è stata innescata da un capriccio, non cedere al ricatto emotivo, bensì mantenersi fermi nella propria posizione adottando allo stesso tempo un atteggiamento dolce ed equilibrato.

Se si tratta di un episodio singolo o di crisi sporadiche, non è necessario allarmarsi, tuttavia qualora si trattasse di manifestazioni ripetute nel tempo può essere utile eseguire alcuni esami per valutare un'eventuale carenza di ferro o la possibilità che vi siano problematiche cardiache. 

Alcuni sintomi che potrebbero far pensare a una patologia di tipo neurologico, invece, sono la presenza di movimenti involontari delle braccia o delle gambe e il fatto che la crisi si protragga maggiormente nel tempo.

Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Dr. Giuseppe Pingitore
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