Il riflesso di marcia nel neonato rappresenta uno dei numerosi riflessi primari che caratterizzano i primi mesi di vita. Questi riflessi costituiscono risposte motorie involontarie a determinati stimoli e svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo neuromotorio del bambino.
Ma quando e come si manifesta il riflesso di marcia nel neonato? Scopriamolo insieme.
Riflesso di marcia neonato: cos’è e come si manifesta
Il riflesso di marcia, noto anche come riflesso della deambulazione automatica, si osserva nei neonati fin dai primi giorni di vita.
Quando il bambino viene sostenuto in posizione eretta, con i piedi che toccano una superficie piana, tende a sollevare e abbassare le gambe in un movimento che ricorda la camminata.
Questa risposta motoria non indica che il neonato sia pronto a camminare, ma rappresenta piuttosto un riflesso primitivo che coinvolge il sistema nervoso centrale.
Questo movimento si attiva spontaneamente e in modo coordinato, evidenziando la presenza di connessioni nervose già sviluppate tra il midollo spinale e il cervello, tuttavia, a differenza di una camminata volontaria, il riflesso di marcia non prevede un vero e proprio controllo muscolare da parte del neonato.
Infatti, se il piccolo viene inclinato leggermente in avanti mentre è sostenuto, si può notare una maggiore reattività nel sollevare i piedi, suggerendo che il riflesso risponda anche alla gravità e alla posizione del corpo.
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Questa caratteristica dimostra come i riflessi neonatali siano strettamente collegati alla maturazione del sistema nervoso e alla progressiva acquisizione delle capacità motorie.
Perché il riflesso di marcia è importante
Questo riflesso costituisce un indicatore dello sviluppo neurologico del neonato e la sua presenza nei primi giorni di vita suggerisce un buon funzionamento del sistema nervoso centrale.
I pediatri osservano il riflesso di marcia durante le visite neonatali per valutare eventuali anomalie neurologiche, infatti, la sua corretta manifestazione, insieme ad altri riflessi primitivi, fornisce informazioni utili sullo sviluppo del bambino e sulla maturazione delle connessioni neurali. In alcuni casi, l'assenza del riflesso di marcia o una sua risposta anomala potrebbero indicare possibili problemi neurologici o muscolari.
Ad esempio, una reazione debole o asimmetrica potrebbe suggerire la necessità di ulteriori approfondimenti da parte del pediatra o di uno specialista.
Tuttavia, è importante considerare che ogni neonato ha tempi di sviluppo individuali e che lievi variazioni nella manifestazione di questo riflesso non sempre indicano una patologia.
Un altro aspetto fondamentale del riflesso di marcia è il suo ruolo nella futura acquisizione delle capacità motorie. Sebbene scompaia spontaneamente nelle prime settimane di vita, esso rappresenta un primo segnale della futura capacità del bambino di sostenere il proprio peso e di avviare il processo che porterà alla deambulazione autonoma nei mesi successivi. Per questo motivo, il monitoraggio del riflesso di marcia rientra tra le prime valutazioni dello sviluppo motorio del neonato.
Riflesso di marcia nel neonato: quando scompare?
Come la maggior parte dei riflessi neonatali, il riflesso di marcia ha una durata limitata nel tempo, generalmente, tende a scomparire tra le 4 e le 6 settimane di vita.
Questo avviene perché il sistema nervoso centrale subisce una progressiva maturazione, permettendo lo sviluppo di movimenti più controllati e volontari.
La scomparsa del riflesso segna una tappa importante nella crescita del neonato, poiché indica che il cervello sta iniziando a coordinare le funzioni motorie in modo più raffinato.
Tuttavia, la scomparsa del riflesso non implica un'interruzione dello sviluppo motorio, ma piuttosto una sua evoluzione. Nei mesi successivi, il bambino inizierà a sviluppare il controllo volontario degli arti inferiori, favorendo la capacità di stare in posizione eretta e successivamente di camminare.
Questo processo avviene attraverso il rafforzamento muscolare e l'affinamento delle connessioni nervose, che porteranno il piccolo ad acquisire gradualmente il controllo necessario per la deambulazione autonoma.
Se il riflesso di marcia persiste oltre il terzo mese di vita, è consigliabile rivolgersi al pediatra per una valutazione più approfondita, poiché potrebbe essere indicativo di un ritardo nello sviluppo neurologico.
Il riflesso di marcia e lo sviluppo motorio futuro
Sebbene il riflesso di marcia scompaia nei primi mesi, il suo principio di base rimane essenziale per lo sviluppo futuro del bambino, infatti, questo riflesso rappresenta una sorta di "prova generale" delle capacità motorie che il neonato acquisirà nei mesi successivi.
La sua presenza nei primi giorni di vita indica che il sistema neuromotorio è in grado di attivare in modo automatico i muscoli delle gambe, un'abilità che verrà affinata e trasformata in movimenti volontari con il progredire dello sviluppo.
Nei mesi successivi, il neonato inizierà a rafforzare la muscolatura degli arti inferiori, migliorando progressivamente la coordinazione necessaria per sostenere il proprio peso.
Questa evoluzione sarà favorita da tappe intermedie fondamentali, come il controllo del tronco, la capacità di stare seduto senza supporto e il successivo apprendimento dello stare in piedi con l’aiuto di appoggi. Questi progressi porteranno infine il bambino a compiere i suoi primi passi in autonomia, solitamente tra i 9 e i 18 mesi.
Un aspetto importante nello sviluppo motorio è la stimolazione adeguata. Consentire al neonato di muovere liberamente le gambe, di interagire con l'ambiente attraverso il gioco e di avere momenti di contatto con superfici solide aiuta a rafforzare la muscolatura e a migliorare la propriocezione.
Inoltre, il tempo trascorso a pancia in giù (tummy time) contribuisce a potenziare la muscolatura del tronco e delle gambe, elementi essenziali per la futura deambulazione.
Monitorare i riflessi neonatali, compreso quello di marcia, consente di comprendere meglio le tappe evolutive del bambino e di intervenire precocemente in caso di eventuali difficoltà.
Se il riflesso di marcia persiste oltre il terzo mese di vita o se il bambino mostra un’eccessiva rigidità o debolezza agli arti inferiori, è consigliabile consultare il pediatra per una valutazione più approfondita.