In cosa consiste la figura del neuropsichiatra infantile e come può essere d'aiuto? Come si esegue una valutazione e quali problematiche può risolvere?
Quando è opportuno ricorrere alla neuropsichiatria infantile e perché?
Ecco tutto quello che c'è da sapere su questo argomento.
Neuropsichiatra infantile: quando ricorrere a questa figura?
La neuropsichiatria infantile si occupa di riconoscere e trattare i disturbi che gravano sui soggetti di fascia d'età compresa tra gli 0 e i 18 anni.
Le problematiche possono essere di vario tipo e comprendono sia i ritardi nello sviluppo cognitivo, che le alterazioni del comportamento o le difficoltà ad esprimere e gestire correttamente le proprie emozioni.
La neuropsichiatria infantile abbraccia diverse discipline ed è considerata una sorta di sintesi fra la pediatria, la neurologia e la psichiatria.
Sebbene in altri paesi vi sia una maggior distinzione tra la parte neurologica (che si occupa principalmente delle patologie fisiche) e quella psichiatrica, in Italia tali competenze si trovano ancora unite in un'unica figura professionale, ovvero quella, appunto, del neuropsichiatra.
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Tra i differenti campi d'applicazione della neuropsichiatria infantile rientra quindi il trattamento di varie situazioni, fra cui:
- la valutazione e la cura dei disturbi comportamentali, quali ad esempio le anomalie che caratterizzano l'alimentazione o il sonno;
- i disturbi di tipo psicologico, come ad esempio gli stati d'ansia, la depressione, i comportamenti autolesionistici, la mancanza patologica di sicurezza in sé stessi;
- i disturbi neurologici, di cui fanno parte i ritardi nello sviluppo cognitivo e motorio. In questa grande categoria troviamo le patologie che affliggono l'apparato neuromuscolare, i problemi del linguaggio, le paralisi cerebrali e le alterazioni nell'apprendimento cognitivo.
Il neuropsichiatra infantile rappresenta la figura professionale da contattare quando i genitori o gli educatori di riferimento notano che vi è un ritardo nell'apprendimento di determinate tappe dello sviluppo psico-motorio nel bambino, oppure quando sono testimoni di disturbi di tipo psicologico-emotivo che mettono a dura prova la vita del minore.
Molto spesso i primi sintomi della presenza di disturbi o ritardi compaiono già in tenera età, addirittura nel primo anno di vita, pertanto è fondamentale rivolgersi prontamente a un neuropsichiatra se si dovessero notare dei comportamenti preoccupanti.
Quando serve un neuropsichiatra infantile
Una visita presso il neuropsichiatra infantile può essere indicata in molte situazioni, fra cui le più comuni sono:
- difficoltà o ritardi nell'apprendimento.
- ritardi significativi nello sviluppo del linguaggio.
- grandi difficoltà di concentrazione.
- disturbi dell'umore.
- presenza di atteggiamenti compulsivi o ossessivi.
- iperattività e deficit di attenzione.
- neoplasie infantili.
- disturbi del comportamento e atteggiamenti ostili.
- tendenza all'isolamento, unita a un'incapacità di costruire relazioni sociali con i coetanei.
- dipendenza da devices elettronici.
- disturbi del sonno.
- disturbi dell'alimentazione.
- ansia, depressione e fobie.
- disturbo di regolazione.
- disturbo della personalità nell’infanzia (Borderline, Ossessivo-Compulsivo, Evitante, Schizotipico, Antisociale, Narcisistico, e Disturbo di Personalità Tratto Specifico).
- disturbi del comportamento, dell'emotività e del funzionamento sociale.
- scompensi adolescenziali.
- disturbi di regolazione.
Il neuropsichiatra infantile è inoltre la figura professionale di riferimento in presenza di specifiche patologie, come ad esempio:
- epilessia.
- patologie neurodegenerative.
- patologie neurometaboliche.
- disturbi dello spettro autistico.
- malattie neuromuscolari, a danno del Sistema Nervoso Centrale.
- danni cerebrali avenuti nella primissima infanzia oppure patologie congenite.
- malattie psicosomatiche.
Vista l'ampia varietà di patologie e di disturbi che è tenuto a valutare e a trattare il neuropsichiatra, egli si avvale in genere della collaborazione di altri professionisti specializzati, fra cui il logopedista, gli psicologi dell'età evolutiva, i tutor DSA, i terapeuti in ambito musicale e artistico, oppure i terapisti in neuro e psicomotricità dell'età evolutiva.
Come si svolge una valutazione neuropsichiatrica
La visita presso un neuropsichiatra è essenziale al fine di diagnosticare correttamente una possibile patologia o un comportamento anomalo nel bambino.
La valutazione specialistica con un professionista è infatti l'unica strada per riuscire a determinare la presenza di una problematica e la sua natura.
Solitamente prima della valutazione del bambino vera e propria, i genitori vengono convocati per un colloquio di anamnesi in cui il medico raccoglie tutta una serie di informazioni volte a ricostruire la storia del piccolo paziente.
Ad esempio possono essere fatte domande in merito il decorso della gravidanza sull'alimentazione, sul sonno, sulle relazioni sociali o sull'andamento scolastico.
Poi, il bambino viene sottoposto a una serie di test psicologici di tipo proiettivo e cognitivo per cercare di comprendere meglio la sua personalità e la presenza di possibili patologie; essi sono indispensabili per identificare la presenza di alterazioni nello sviluppo cognitivo, di limitate capacità relazioni o problematiche a livello famigliare, piuttosto che disturbi psicosomatici o forti trami emotivi non elaborati.
Dopo questo passaggio fondamentale (che può richiedere anche la presenza di uno psicologo infantile) lo specialista stabilirà se è necessario programmare altri incontri e con quale frequenza, nonché quali saranno le figure di cui necessiterà il piccolo paziente per portare avanti il suo percorso riabilitativo.
Quando può essere utile rivolgersi a un neuropsichiatra infantile
Molti genitori si chiedono quando possa essere il caso di rivolgersi a un neuropsichiatra infantile per sottoporre il proprio bambino a una valutazione.
Ecco alcune tappe dello sviluppo psicomotorio che, se non raggiunte, potrebbero richiedere la presenza di questa figura professionale:
- dalla nascita e fino ai tre mesi il neonato non mostra di riconoscere gli stimoli visivi o uditivi.
- dai quattro ai sette mesi il neonato non riesce a sorreggere la testa, presenta ipertono o ipotono muscolare, non inizia la fase della lallazione, non porta gli oggetti alla bocca e non riesce a stare seduto da solo.
- dagli otto mesi all'anno di età, il neonato non ha ancora imparato a gattonare o reggersi sulle gambe, non indica gli oggetti e non accenna a pronunciare nessuna parola.
In presenza di manifestazioni di questo tipo, è importante consultare tempestivamente un neuropsichiatra infantile, in modo da iniziare al più presto un percorso terapeutico.
È altrettanto essenziale tenere presente, tuttavia, che molti riferimenti temporali nello sviluppo di un bimbo sono indicativi, per cui soggettivi all’unicità del piccolo, pertanto è sempre necessario sottoporre il bambino a una valutazione con un professionista.
Quando nasce la neuropsichiatria infantile?
La neuropsichiatria infantile moderna nasce intorno agli anni '40-'50 da una sottospecializzazioni della neuropsichiatria.
Mentre in Italia la disciplina è rimasta unificata, in altri paesi (come ad esempio il Regno Unito), essa ha cominciato a dividersi intorno agli anni '70, dando vita ad altre due categorie distinte, ovvero la psichiatria infantile e la neurologia infantile.
A loro volta anche queste due sottocategorie si ramificano ulteriormente e sono diverse le figure professionali specializzate che è possibile di volta in volta chiamare in causa (psicoterapeuti, epilettologi, neurofisiopatologi).
Esattamente com'è accaduto per la psichiatria, anche in questo caso si sono venute a creare diverse branche e differenti orientamenti, i quali seguono modelli terapeutici differenti.
A partire dagli anni '70, in concomitanza con la riforma del settore psichiatrico, si è cominciato a integrare sempre di più i soggetti ritenuti disabili nelle classi scolastiche, portando poi (in concomitanza con la legge 104 del 1992) i neuropsichiatri a divenire dei veri e propri punti di riferimento anche nell'organizzazione dei servizi territoriali e di quelli scolastici.
In Italia, infatti, è proprio il neuropsichiatra infantile che si occupa di valutare i casi di disabilità in età evolutiva, di fornire una diagnosi e, quindi, di proporre una strategia terapeutica in sinergia con tutti gli altri professionisti di volta in volta chiamati in causa, come ad esempio logopedisti, psicologi, assistenti sociali, insegnanti di sostegno, fisioterapisti o infermieri.