Disturbo della condotta: di cosa si tratta e come si può intervenire

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 07 Maggio, 2024

bambini a scuola

Il Disturbo della Condotta (DC) è una condizione psicologica che è classificato sotto la categoria dei "Disturbi del Comportamento Dirompente, del Controllo degli Impulsi e della Condotta", che raggruppa una varietà di problematiche comportamentali tipiche dell'infanzia e dell'adolescenza.

Questi disturbi sono denominati "esternalizzanti" poiché il disagio, derivante da difficoltà nel regolare emozioni e azioni, viene proiettato verso l'ambiente esterno. 

Vediamo di seguito di cosa si tratta.

Disturbo della condotta: cos’è

Il disturbo della condotta è una problematica comportamentale identificabile in età pediatrica e adolescenziale, segnata da un persistente schema di violazione delle norme sociali e dei diritti altrui. 

Questo disturbo si manifesta attraverso azioni che spesso includono comportamenti aggressivi, inganni, prevaricazione e atti che possono arrecare danno o mettere in pericolo gli altri, riflettendo una significativa difficoltà nel conformarsi alle aspettative e alle regolamentazioni dell'ambiente circostante.

Questi comportamenti possono essere reiterati e causare problemi significativi nel funzionamento quotidiano dell’individuo.

È importante sottolineare che il disturbo della condotta può avere cause complesse, tra cui fattori genetici, ambientali, neurobiologici e sociali.

L'identificazione e la gestione tempestiva del disturbo sono cruciali, poiché può influenzare notevolmente il benessere a lungo termine del individuo e il suo adattamento alla società.

Le cause del disturbo della condotta

Le cause del disturbo della condotta sono spesso complesse e multifattoriali, coinvolgendo una combinazione di fattori genetici, ambientali, neurobiologici e sociali.

È importante notare che non esiste una singola causa definitiva ma piuttosto una interazione complessa di diversi elementi.

Ecco alcuni dei fattori che possono contribuire allo sviluppo del disturbo della condotta.

Fattori genetici

Gli studi hanno suggerito che esiste una componente genetica nello sviluppo del disturbo della condotta. Se ci sono casi di questo o altri disturbi psichiatrici in famiglia, potrebbe esserci un aumento del rischio che un individuo sviluppi la stessa condizione.

Fattori neurobiologici

Alcune anomalie nel funzionamento del cervello e nei processi neurobiologici potrebbero essere coinvolte nello sviluppo del disturbo

In alcuni bambini con disturbo della condotta è stata osservata una ridotta funzione noradrenergica, ovvero del sistema nervoso legato alla noradrenalina, un neurotrasmettitore che gioca un ruolo cruciale nella regolazione dell'attenzione, dell'eccitazione, della pressione sanguigna, del sonno e dell'umore.

Una "ridotta funzione noradrenergica" indica che il sistema che produce, rilascia e riceve noradrenalina non sta operando al suo ottimale, potenzialmente influenzando comportamenti come l'impulsività, l'aggressività e la capacità di gestire lo stress o le emozioni. 

Questo squilibrio neurochimico può contribuire ai sintomi osservati nel Disturbo della Condotta, influenzando la capacità del bambino di adeguarsi alle norme comportamentali e sociali.

Fattori ambientali

L'ambiente in cui cresce un individuo svolge un ruolo significativo nella modellazione dei suoi comportamenti: esperienze traumatiche, abusi fisici o sessuali, trascuratezza, esposizione a violenza o instabilità familiare possono influenzare lo sviluppo del disturbo della condotta.

Problemi familiari

Le dinamiche familiari problematiche, l'assenza di un sostegno emotivo adeguato, una disciplina irregolare, o la presenza di disturbi psichiatrici nei genitori, possono determinare lo sviluppo di problematiche comportamentali nei bambini. 

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Questi fattori ambientali e relazionali, quando caratterizzati da instabilità o negatività, influenzano profondamente il benessere emotivo e psicologico del bambino, predisponendolo a manifestare comportamenti disfunzionali.

Fattori socio-economici

La povertà, la mancanza di risorse e opportunità, insieme all'esposizione a comunità ad alto tasso di criminalità potrebbero essere correlati allo sviluppo di disturbi comportamentali. 

Influenza dei coetanei

L'influenza del gruppo di pari può essere particolarmente significativa durante l'adolescenza: frequentare coetanei che incoraggiano comportamenti antisociali può contribuire al manifestarsi del disturbo. 

È fondamentale riconoscere che questi fattori non agiscono isolatamente, ma interagiscono dinamicamente e presentano una variabilità individuale. 

Frequentemente, il disturbo della condotta emerge come esito dell'intersezione tra predisposizione genetica e condizionamenti ambientali. 

L'individuazione anticipata dei fattori di rischio, unitamente a un intervento precoce, che può includere il percorso terapeutico e il supporto del contesto familiare, si rivela essenziale nel moderare le manifestazioni del disturbo.

I comportamenti associati al disturbo della condotta

Il disturbo misto della condotta e della sfera emozionale è caratterizzato da una serie di comportamenti antisociali e disobbedienti che possono variare in intensità e manifestarsi in modi diversi a seconda dell'età dell’individuo.

Di seguito sono elencati alcuni sintomi comuni associati al disturbo della condotta:

  • aggressività verso le persone e gli animali: questo può includere attacchi fisici, bullismo, minacce o comportamenti intimidatori;
  • distruttività di proprietà: atti di vandalismo, incendi dolosi o danneggiamento intenzionale di oggetti;
  • violazione delle regole e dei diritti altrui: questo può coinvolgere comportamenti illegali, truffe, furti, altre azioni che violano le norme sociali e, in generale, disobbedienza sistematica a regole e autorità;
  • mancanza di empatia: si può osservare dalla evidente mancanza di sensibilità, preoccupazione o interesse per il dolore o le esperienze altrui, manifestata da un’indifferenza nei confronti del dolore o delle difficoltà dell’altro. Questa mancanza di sensibilità evidenzia una difficoltà nel riconoscere e valorizzare le emozioni e le situazioni vissute da persone diverse da sé, componente cruciale nella costruzione di relazioni interpersonali sane e rispettose.;
  • problemi scolastici: difficoltà significative nel contesto scolastico, che possono includere assenteismo, cattivi voti e conflitti con insegnanti e compagni di classe;
  • comportamenti antisociali precoci: in molti casi, i sintomi del disturbo della condotta possono manifestarsi già durante l'infanzia e persistere nell'adolescenza;
  • trasgredire i diritti degli altri: violazioni sistematiche dei diritti altrui, come il rispetto delle proprietà o della sicurezza fisica, nonché mancanza di rimorso o senso di colpa e indifferenza o incapacità di riconoscere gli effetti negativi dei propri comportamenti sugli altri.

La diagnosi di disturbo della condotta si applica a bambini o adolescenti che hanno manifestato la presenza persistente di tali comportamenti condotti nell'arco degli ultimi dodici mesi.

La sintomatologia devono essere di entità tale da influire negativamente sulle relazioni sociali, sia nell'ambiente scolastico che lavorativo, sottolineando la gravità del disturbo nel contesto della vita quotidiana del soggetto.

La valutazione di un professionista della salute mentale è indispensabile per una diagnosi accurata e per determinare il trattamento più appropriato.

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Inoltre, il disturbo della condotta può coesistere con altri disturbi mentali, come il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (DDAI conosciuto anche come ADHD) o il Disturbo Oppositivo Provocatorio (ODD).


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Disturbo della condotta: come agire per risolverlo

Se i comportamenti appena descritti dovessero reiterarsi sarebbe opportuno rivolgersi al pediatra per avere una prima valutazione

Successivamente si valuterà se procedere con un incontro con un neuropsichiatra o uno psicologo dell’età evolutiva con una visita presso un centro specializzato nel trattamento dei disturbi cognitivi e del comportamento.

Il trattamento del disturbo della condotta è un processo complesso che di solito coinvolge una combinazione di interventi terapeutici, supporto familiare e, in alcuni casi, l'uso di farmaci.

Ecco alcuni approcci comuni nella gestione del disturbo della condotta.

Terapia cognitivo-comportamentale (TCC)

La TCC è spesso utilizzata per aiutare i giovani a sviluppare abilità per affrontare situazioni difficili, gestire l'impulsività e migliorare la consapevolezza delle conseguenze dei propri comportamenti.

La terapia mira anche a identificare e cambiare i modelli di pensiero negativi.

Terapia familiare

Coinvolgere la famiglia nel processo terapeutico è essenziale: la terapia familiare, infatti, può aiutare a migliorare la comunicazione, promuovere strategie educative positive e affrontare eventuali dinamiche disfunzionali all'interno della famiglia.

Partecipazione a programmi comunitari

Coinvolgere il paziente in attività strutturate all'interno della comunità può fornire opportunità per il supporto sociale, la formazione di amicizie positive e l'apprendimento di abilità sociali.

Consulenza genitoriale

È importante fornire supporto e formazione ai genitori. La consulenza genitoriale può includere strategie per gestire i comportamenti problematici, creare un ambiente domestico positivo e stabilire regole chiare e coerenti.

Interventi scolastici

La collaborazione con il sistema scolastico è spesso cruciale: gli insegnanti possono essere coinvolti nella gestione del comportamento a scuola e nel supporto al bambino o all'adolescente con disturbo della condotta.

Farmaci

In alcuni casi, il medico pediatra potrebbe considerare l'utilizzo di farmaci. Gli psicofarmaci, come gli stabilizzatori dell'umore o i farmaci antipsicotici, possono essere prescritti per gestire specifici sintomi.

Tuttavia, l'uso di farmaci è spesso valutato caso per caso e dovrebbe essere attentamente monitorato.

Va sottolineato che l'approccio terapeutico al disturbo della condotta è fortemente individualizzato, adattandosi specificamente alle necessità uniche del paziente.

L'assistenza di specialisti in salute mentale, con competenze mirate, si rivela cruciale per garantire un trattamento ottimale e una gestione appropriata di questa condizione.

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

a cura di Dr.ssa Maria del Carmen Rostagno
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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