Brevi favole della buonanotte per bambini

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 15 Novembre, 2023

mamma e bambina che leggono un libro

Perché non rendere il momento di abbandonarsi al sonno più facile e dolce leggendo una di queste favole brevi della buonanotte? Ecco tante idee di storie della buonanotte per bambini che si caratterizzano per non essere troppo lunghe e, di conseguenza, adatte anche ai più piccoli (o ai più assonnati!).

Favole delle buonanotte brevi da leggere

Una selezione di storielle della buonanotte che si caratterizzano per non essere eccessivamente lunghe. Tante bellissime favole da leggere in occasione della messa a nanna.

Il paese senza punta di Gianni Rodari (tratto da Favole al telefono)

Giovannino Perdigiorno era un grande viaggiatore.

Viaggia e viaggia, una volta capitò in un paese dove gli spigoli delle case erano rotondi, e i tetti non finivano a punta ma con una gobba dolcissima. Lungo la strada correva una siepe di rose e a Giovannino venne lì per lì l'idea di infilarsene una all'occhiello. Mentre coglieva la rosa faceva molta attenzione a non pungersi con le spine, ma si accorse subito che le spine non pungevano mica, non avevano punta e parevano di gomma, e facevano il solletico alla mano.

"Guarda, guarda" disse Giovannino ad alta voce. Di dietro la siepe si affacciò una guardia municipale, sorridendo.

"Non lo sapeva che è vietato cogliere le rose?"

"Mi dispiace, non ci ho pensato".

"Allora pagherà soltanto mezza multa," disse la guardia, che con quel sorriso avrebbe potuto benissimo esser l'omino di burro che portava Pinocchio al Paese dei Balocchi. Giovannino osservò che la guardia scriveva la multa con una matita senza punta, e gli scappò di dire:

"Scusi, mi fa vedere la sua sciabola?"

"Volentieri," disse la guardia.

E naturalmente nemmeno la sciabola aveva la punta. "Ma che paese è questo?" domandò Giovannino.

"Il Paese senza punta," rispose la guardia, con tanta gentilezza che le sue parole si dovrebbero scrivere tutte con la lettera maiuscola.

"E per i chiodi come fate?"

"Li abbiamo aboliti da un pezzo, facciamo tutto con la colla. E adesso, per favore, mi dia due schiaffi".

Giovannino spalancò la bocca come se dovesse inghiottire una torta intera.

"Per carità, non voglio mica finire in prigione per oltraggio a pubblico ufficiale. I due schiaffi, semmai, dovrei riceverli, non darli".
"Ma qui si usa così", spiegò gentilmente la guardia, "per una multa intera quattro schiaffi, per mezza multa due soli".

"Alla guardia?"

"Alla guardia".

"Ma è ingiusto, è terribile".

"Certo che è ingiusto, certo che è terribile", disse la guardia. "La cosa è tanto odiosa che la gente, per non essere costretta a schiaffeggiare dei poveretti senza colpa, si guarda bene dal fare niente contro la legge. Su, mi dia quei due schiaffi, e un'altra volta stia più attento".

"Ma io non le voglio dare nemmeno un buffetto sulla guancia: le farò una carezza, invece".

"Quand'è così", concluse la guardia, "dovrò riaccompagnarla alla frontiera".

E Giovannino, umiliatissimo, fu costretto ad abbandonare il Paese senza punta. Ma ancor oggi sogna di poterci tornare, per viverci nel più gentile dei modi, in una bella casetta col tetto senza punta.

Favole per la buonanotte di Esopo

Tra le favole per bambini brevi, sono molto apprezzate quelle di Esopo che, oltre a non essere mai troppo lunghe, contengono anche sempre un semplice insegnamento morale facilmente comprensibile anche dai bimbi più piccoli. Eccone due da leggere prima del sonno:

La cicala e la formica

Durante l'estate, una cicala cantava posata su un filo d'erba mentre sotto di lei, una formica faticava per trasportare al sicuro nel suo formicaio i chicchi di grano. Ogni tanto, la cicala, chiedeva alle formiche: "Perché mai lavorate tutto il giorno? Venite qui con me, all'ombra dell'erba: starete al fresco e potremo cantare insieme".

Ma la formica, continuavano a lavorare: "Devo preparare le provviste per l'inverno; quando la neve avrà ricoperto la terra, non resterà più nulla da mangiare." La cicala non riusciva proprio a capire la formica. Del resto, l'estate era ancora lunga e di tempo per mettere da parte le provviste ce ne sarebbe stato fin troppo. Così continuò a cantare e l'estate finì.

Venne l'autunno: non c'erano più frutti in giro e la cicala vagava di qua e di là, sgranocchiando gli steli ingialliti dell'erba e qualche foglia ormai essiccata. Ma anche l'autunno finì: arrivò l'inverno e la neve coprì la terra. Non era rimasto più nulla da mettere sotto i denti.

La cicala batteva i denti dal freddo e aveva una gran fame. Un giorno, sotto la neve, raggiunse una casetta piccina; guardò dentro, passando accanto alla finestra e vide la formica che stava al calduccio riparata dalla neve, sgranocchiando i chicchi di grano che aveva messo da parte.

Infreddolita, la cicala bussò alla porta.

"Chi bussa?"

"Sono la cicala; sto morendo di freddo e non ho più niente da mangiare".

"Mi ricordo di te: quest'estate, mentre io lavoravo duramente per prepararmi all'inverno, tu cosa facevi?"

"Ho cantato!"

"Hai cantato?" rispose la formica "E allora adesso balla!"

Poi, chiuse la porta e lasciò al freddo la cicala.

Chi nulla fa, nulla ottiene.

La volpe e l'uva

C'era una volta una volpe molto furba. Al suo apparire tutti gli animali del bosco fuggivano, sapendo quanto fosse crudele e insaziabile, tanto che alla fine si ritrovò senza più niente da mangiare. Affamata, la volpe giunse in un vigneto. Passò di fianco a dei tralci di vite da cui pendevano grossi grappoli d'uva matura, che parevano dolci e succosi.

"Uva? Con la fame che ho, meglio che niente..."si disse la volpe.

Così si alzò sulle zampe posteriori e saltò con agilità per afferrare un po' d'uva, ma non riuscì a raggiungerla. Allora si allontanò per prendere la rincorsa e provò ancora, con tutte le sue forze. Riprovò più e più volte, con ostinazione ma senza alcun successo: i grappoli d'uva sembravano sempre più lontani.

"Cra! Cra! Cra!" rideva dall'alto di un ramo una cornacchia, prendendosi gioco di lei.

"Quest'uva è troppo acerba! Poco importa se non riesco ad afferrarla... ritornerò quando sarà matura!"

Concluse ad alta voce la volpe, gonfiando il petto per darsi un contegno, nonostante la delusione patita e la pancia vuota.

Le favole brevi di Esopo contengono sempre un insegnamento morale, che in questo è: "Non bisogna disprezzare ciò che non si può ottenere".

Favole della buonanotte brevi per bambini piccoli

Tre storie brevi della buonanotte che hanno come protagonisti gli animali e che si distinguono per trasmettere un messaggio edificante, semplice facilmente capibile, anche dai bambini più piccoli.

La mucca Federica

C’era una volta una mucca di nome Federica che viveva in una grande fattoria. Federica era molto diversa dalle altre mucche perché amava camminare sulla punta delle sue zampe e fare acrobazie. Tutti gli animali della fattoria erano molto impressionati dalle sue capacità e spesso la guardavano esibirsi con ammirazione.

Ma un giorno, mentre faceva un salto molto alto, Federica cadde e si fece male alla zampa. Era molto triste e preoccupata, perché pensava che non sarebbe più stata in grado di fare le sue acrobazie preferite. “Come farò adesso?” si chiedeva tristemente. Una notte, Federica fece un sogno meraviglioso. In questo sogno, un gruppo di animali alati e luccicanti la veniva a trovare e le diceva: “Federica, non devi essere triste. La tua vera bellezza non sta solo nelle acrobazie che fai, ma nella tua determinazione e forza d’animo. Non importa se non puoi più saltare come prima, sei comunque speciale e unica”.

Federica si svegliò la mattina successiva con un nuovo senso di forza e sicurezza. Decise di iniziare a camminare sulla sua zampa ferita, e con il tempo diventò sempre più forte. Non poteva più fare le sue acrobazie preferite, ma imparò che c’era altro che poteva fare.

Iniziò ad aiutare gli altri animali della fattoria a raccogliere il fieno e le foglie, e tutti notarono la sua determinazione e la sua forza d’animo. Federica capì che la vera bellezza sta nella forza interiore e che, indipendentemente da ciò che ci succede nella vita, possiamo sempre superare gli ostacoli se siamo determinati e forti. Da quel momento in poi, Federica era sempre felice e orgogliosa di sé e gli altri animali della fattoria l’amavano ancora di più per la sua forza d’animo e la sua capacità di superare le difficoltà.

Il maialino Edoardo

C’era una volta un maialino di nome Edoardo, che viveva in un piccolo paese in mezzo alla campagna. Edoardo era un maialino molto speciale, perché aveva un dono che gli permetteva di parlare con gli animali della foresta. Un giorno, mentre passeggiava nei boschi, Edoardo incontrò un coniglietto che piangeva disperato. “Cosa ti succede?” gli chiese.

“Il mio fratellino è stato rapito dal malvagio lupo che vive nella tana sulla collina” rispose il coniglietto tra i singhiozzi.

Edoardo decise subito di aiutare il coniglietto e partì alla volta della tana del lupo. Arrivato alla tana, Edoardo trovò il fratellino del coniglietto imprigionato in una gabbia. Si avvicinò per provare a liberarlo, ma all’improvviso comparve il grosso lupo. Il piccolo Edoardo non poteva certo affrontare il lupo, perché era molto più grande e forte di lui, però decise coraggiosamente di non scappare. Il maialino, infatti, aveva avuto un’idea: voleva utilizzare la sua arma speciale, ovvero la gentilezza.

Senza esitare, Edoardo guardò negli occhi il lupo e grazie alla sua abilità di parlare con gli animali, riuscì a convincerlo a liberare il fratellino del coniglietto. Il lupo capì che Edoardo aveva ragione e si comportò in modo molto gentile, liberando il coniglietto e augurando ai due un buon ritorno.

Edoardo tornò al paese e i due fratellini coniglietti poterono finalmente riabbracciarsi. Tutti gli animali della foresta acclamarono il maialino come un eroe e da quel giorno in poi, egli divenne il protettore della foresta e il migliore amico di tutti gli animali che vivevano lì. Favole brevi come questa del maialino Edoardo riflettono sul valore della gentilezza e sono importanti per trasmettere modelli di comportamento improntati alla mitezza.

La conchiglia Valeria

C’era una volta una pesciolina di nome Valeria che viveva in un mare cristallino. Era una pesciolina di un meraviglioso colore arancione vivace, che aveva una voce davvero incantevole. A Valeria piaceva giocare con i suoi amici pesci, anche se era un po’ più lenta degli altri. Un giorno, mentre nuotava, notò che il mare non era più pulito come prima. C’erano tanti rifiuti e il mare era diventato molto scuro. “Che brutto!” pensò Valeria preoccupata. “Come possiamo risolvere questo problema?”

Valeria parlò con i suoi amici pesci e insieme decisero di organizzare una grande manifestazione per sensibilizzare le persone a non sporcare il mare. “Ma come possiamo farlo?” chiese la piccola pesciolina. “Possiamo parlare con tutti gli abitanti della Terra e spiegare loro quanto sia importante mantenere il nostro mare pulito e sicuro per tutti noi.” rispose il granchio.

Così Valeria decise di diventare portavoce del gruppo. Grazie al suo canto dolce e melodioso, riuscì a convincere molte persone ad adottare comportamenti più eco-sostenibili. “Dobbiamo gettare i nostri rifiuti nella spazzatura e non in mare! Dobbiamo ridurre l’utilizzo della plastica!” cantò Valeria.

La manifestazione ebbe un grandissimo successo. Con il tempo il mare ricominciò ad essere sempre più pulito e le creature marine tornarono a vivere serenamente. “Wow, che meraviglia!” disse Valeria felice. “Ce l’abbiamo fatta! Grazie a tutti voi!” E tutti gli animali del mare si abbracciarono felici. E da quel giorno, Valeria continuò a lavorare per la salvaguardia delle creature marine e del mare stesso.

“Non bisogna mai arrendersi” diceva sempre. “Ognuno di noi, anche se piccolo, può fare la differenza e contribuire a rendere il mondo un posto migliore. Bisogna solo avere il coraggio di parlare e agire per ciò in cui si crede.” Le favole brevi da raccontare al momento della buonanotte possono essere un momento di trasmissione di valori e di condivisione importante fra genitori e figli.

Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

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