La balbuzie infantile, anche chiamata Disturbo della fluenza verbale, è un problema del linguaggio che si caratterizza per la presenza di disfluenze, ovvero di alterazioni nel ritmo della parola.
Il bambino che balbetta presenta difficoltà nel parlare, a causa della presenza di esitazioni, incertezze, ripetizioni di parole e difficoltà nel pronunciare alcuni suoni. Quali sono le cause che spingono un bambino a balbettare e quale trattamento si può attuare per risolvere questa problematica? Vediamolo insieme.
Balbuzie infantile: un disturbo del linguaggio da non sottovalutare
La balbuzie è un disturbo del linguaggio abbastanza diffuso: essa si manifesta, infatti, nel 5%/8% della popolazione infantile, con un'incidenza maggiore nei maschi rispetto alle femmine. In genere i primi sintomi compaiono verso i tre anni, ovvero quando i bambini cominciano a sviluppare il linguaggio e ad articolare i suoni.
Entro i primi quattro anni di vita, tuttavia, è normale che il bambino sperimenti le cosiddette "disfluenze", ovvero delle alterazioni nella pronuncia dei suoni che lo portano a prolungare alcune parole o a ripeterle. A questa età, infatti, l'eloquio dei bambini è spesso caratterizzato da esitazioni, prolungamenti di sillabe e ripetizioni, che non sono sempre da considerarsi come dei sintomi di balbuzie.
Entro i primi quattro anni di vita, quindi, una certa difficoltà d'espressione è del tutto fisiologica e può riguardare circa il 10% dei bambini; molto spesso questo problema si risolve spontaneamente, tuttavia vi sono dei casi nei quali tale fenomeno persiste anche in età scolare, dando origine ad un vero e proprio disturbo della fluenza verbale.
La balbuzie certificata è una problematica da non sottovalutare perché può causare un forte disagio psicologico al bambino che ne soffre. È stato stimato, infatti, che chi balbetta presenta un rischio maggiore di sviluppare ansia sociale e bassa autostima.
Come riconoscere la balbuzie nei bambini
Come si fa a riconoscere una balbuzia infantile tutto sommato fisiologica da quello che, invece, si caratterizza come un disturbo del linguaggio a tutti gli effetti? Ciò che fa la differenza fra i due fenomeni è la tipologia di alterazione del suono, la frequenza e la durata della disfluenza verbale.
Ad esempio, i bambini che balbettano presentano ripetizioni e prolungamenti di sillabe in modo molto frequente, inoltre essi balbettano spesso all'inizio della frase e la durata delle ripetizioni e dei prolungamenti è superiore di due volte per ciascuna parola.
I genitori che sospettano di avere un bimbo balbuziente possono attendere fino ai 4- 5 anni di vita del piccolo, tenendo monitorato il suo linguaggio e osservando se compaiono dei sintomi di remissione spontanea del problema. Occorre tenere presente, infatti, che la balbuzie nei bambini di due anni è un fenomeno del tutto normale che potrebbe risolversi in modo naturale.
Tuttavia, se dopo i cinque anni di età, e soprattutto in seguito all'avvio del ciclo scolastico, il piccolo dovesse presentare ancora dei disturbi della fluenza verbale, allora è il caso di contattare uno specialista per ottenere una diagnosi certa. Il disturbo della fluenza che si manifesta nell’infanzia compare, nell'80%- 90% dei casi, entro i 6 anni di età, con un inizio variabile che può andare dai due ai sette anni.
Quali sono i sintomi della balbuzie infantile?
Tra i sintomi più comuni che inducono a elaborare una diagnosi di balbuzie nei bambini troviamo:
- anomala contrazione dei gruppi muscolari deputati all'emissione dei suoni;
- balbettio che si concentra all'inizio della frase;
- ripetizione prolungata di sillabe;
- comportamenti che il bambino mette in atto per cercare di nascondere la balbuzie, come ad esempio l'evitare alcune; parole o alcuni suoni;
- progressivo isolamento sociale e disagio psicologico che compare non appena il bambino deve parlare;
- ripetizione di suoni;
- prolungamenti nella pronuncia delle consonanti o delle vocali;
- interruzioni di parole;
- blocchi;
- circonlocuzioni;
- parole pronunciate con una forte tensione fisica.
Per arrivare a una diagnosi certa di balbuzie infantile occorre che il bimbo venga visitato da uno specialista, sebbene in molti casi sia consigliato l'intervento di più figure professionali diverse, a cominciare dal pediatra e il logopedista, fino ad arrivare al neurologo e allo psicologo, in modo da scongiurare la presenza di patologie o di alterazioni dello sviluppo psico-fisico.
Il bambino viene visitato approfonditamente e in questa sede vengono indagate le cause che potrebbero aver portato all'origine della balbuzie, come, ad esempio, la presenza di malattie neurologiche, di balbuzie in altri componenti della famiglia o di problematiche occorse in occasione del parto.
Le cause della balbuzie nei bambini
Le cause della balbuzie infantile non sono del tutto note. Gli esperti, tuttavia, sono concordi nel ritenere che la componente emotiva giochi un ruolo importante, così come il carattere più o meno ansioso del bimbo.
Paure, disagi o traumi psicologici, quindi, possono essere solo alcune delle cause che provocano le balbuzie infantili, anche se occorre tenere presente che fino ai cinque/sei anni di vita la difficoltà ad esprimersi fluentemente nei bambini è del tutto normale. Secondo un'altra teoria, invece, la balbuzie infantile sarebbe determinata da un problema nel controllo motorio della produzione del linguaggio in via di sviluppo.
La balbuzie nei bambini di tre anni rientra nella categoria delle cosiddette disfluenze indicative di questo disturbo, ovvero si tratta di prodromi di una problematica vera e propria che può regredire in modo spontaneo.
Tra i due e i tre anni, la balbuzie infantile si esprime attraverso la ripetizioni di suoni o sillabe, il prolungamento di suoni o i blocchi sonori o silenti, e le interruzioni di frasi, tuttavia, data la variabilità di questo fenomeno nel tempo, non è detto che un bambino che presenta questa problematica a tre anni diventerà necessariamente un adulto balbuziente.
Quali sono gli elementi che possono essere dei campanelli d'allarme da non sottovalutare nell'ambito della balbuzie infantile?
- presenza di balbuzie in altri componenti della famiglia
- esordio del disturbo dopo i 3 anni e mezzo di età
- sintomi che persistono anche dopo 6-12 mesi dalla loro comparsa
- prevalenza di ripetizioni di parti di parola, di monosillabi, di blocchi, sia udibili che silenti
- genere maschile
- presenza di altre problematiche del linguaggio
- ambiente famigliare particolarmente ansiogeno
Balbuzie nei bambini: cosa fare per risolverla
La cura della balbuzie infantile ha una percentuale di successo pari al 50%/90%, tuttavia tende a diminuire mano a mano che il bambino cresce.
Oltre a tenere monitorato il linguaggio del bambino e a sottoporlo a una visita con uno specialista dopo i cinque anni di età, è importante che i genitori mettano in atto un comportamento comprensivo e non giudicante nei confronti del piccolo. Ecco alcuni consigli da mettere in pratica per rapportarsi con un bambino balbuziente:
- creare un clima di fiducia e di cooperazione;
- non mettere fretta al bambino quando parla;
- non giudicarlo;
- non fare confronti con altri bambini;
- far percepire la propria vicinanza emotiva al piccolo in modo che non si senta sbagliato;
- valorizzare altre sue qualità per alzare il livello della sua autostima;
- non anticipare il bambino quando parla;
- non giudicare la sua capacità di linguaggio;
- rivolgersi al bambino con un linguaggio alla sua portata;
- articolare le frasi in maniera chiara e con un ritmo pacato.
Una volta effettuata la prima visita con il team di specialisti, è importante continuare a tenere sotto controllo la capacità espressiva del bambino e sottoporlo a regolari sedute per verificare i progressi raggiunti e decidere le tappe da seguire.
In base alle ultime evidenze scientifiche, sembra comunque che l'approccio più soddisfacente sia quello multidisciplinare: ciò significa che solo un lavoro corale di specialisti appartenenti a diverse specializzazioni può contribuire a risolvere la balbuzie infantile con un'alta percentuale di successo.