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Xomolix 2,5 mg/ml soluzione iniettabile 10 fiale in vetro da 1 ml

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
• Prevenzione e trattamento di nausea e vomito post–operatori (PONV) negli adulti e, secondariamente, nei bambini (2–11 anni) e negli adolescenti (12–18 anni). • Prevenzione di nausea e vomito provocati da derivati di morfina durante l’analgesia post–operatoria controllata dal paziente (PCA) negli adulti. La somministrazione del droperidolo richiede alcune precauzioni: vedere paragrafi 4.2, 4.3 e 4.4.
2. Posologia
Posologia Uso endovenoso. Prevenzione e trattamento di nausea e vomito nel post–operatorio (PONV). Adulti: da 0,625 mg a 1,25 mg (da 0,25 a 0,5 ml). Anziani (oltre i 65 anni): 0,625 mg (0,25 ml) Compromissione renale/epatica: 0,625 mg (0,25 ml) Popolazione pediatrica Bambini (2–11 anni) e adolescenti (12–18 anni): da10 a 50 mcg /kg (fino a un massimo di 1,25 mg). Bambini (età inferiore a 2 anni): non è raccomandato Si consiglia di somministrare il droperidolo 30 minuti prima del termine previsto dell’intervento chirurgico. Dosi ripetute possono essere somministrate ogni 6 ore come richiesto. Il dosaggio deve essere adattato a ogni singolo caso. I fattori da considerare includono età, peso corporeo, uso di altri prodotti medicinali, tipo di anestesia e procedura chirurgica. Prevenzione di nausea e vomito causati da sostanze derivate della morfina durante l’analgesia post–operatoria controllata dal paziente (PCA). Adulti: da 15 a 50 mcg di droperidolo per mg di morfina, fino a una dose giornaliera massima di 5 mg di droperidolo. Anziani (oltre i 65 anni), danno renale ed epatico: nessun dato in PCA disponibile. Popolazione pediatrica Bambini (2–11 anni) e adolescenti (12–18 anni): non indicati in PCA. Nei pazienti a rischio individuato o sospetto di aritmia ventricolare deve essere eseguita una pulsossimetria continua e il monitoraggio deve essere continuato nei 30 minuti successivi la singola somministrazione endovenosa. Per istruzioni sulla diluizione del prodotto prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6. Vedere anche paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1.
3. Controindicazioni
Il droperidolo è controindicato nei pazienti con: • Ipersensibilità al droperidolo o a uno qualsiasi degli eccipienti; • Ipersensibilità ai butirrofenoni; • Noto o sospetto intervallo QT prolungato (QTc maggiore di 450 msec nelle femmine e maggiore di 440 msec nei maschi). Questo include i pazienti con un intervallo QT lungo congenito, pazienti con una storia familiare di prolungamento QT congenito e quelli trattati con prodotti medicinali noti per prolungare l’intervallo QT (vedere paragrafo 4.5); • Ipopotassiemia o ipomagnesiemia; • Bradicardia (frequenza inferiore a 55 battiti per minuto); • Trattamento concomitante noto che provoca bradicardia; • Feocromocitoma; • Stati comatosi; • Malattia di Parkinson; • Grave depressione.
4. Avvertenze
Sistema Nervoso Centrale (SNC) Il droperidolo può aumentare la depressione del SNC prodotta da altri farmaci deprimenti del SNC. Qualsiasi paziente sottoposto ad anestesia e a cui sono somministrati potenti medicinali deprimenti del SNC, o che mostra sintomi di depressione del SNC, deve essere attentamente monitorato. L’uso concomitante di metoclopramide e altri neurolettici può indurre un aumento dei sintomi extrapiramidali e deve essere evitato (vedere paragrafo 4.5). Usare con cautela nei pazienti con epilessia (o con una anamnesi di epilessia) e condizioni predisponenti a epilessia o convulsioni. Sistema Cardiovascolare Successivamente alla somministrazione di droperidolo sono state osservate da lieve a moderata ipotensione e occasionalmente (riflesso) tachicardia. Questa reazione di solito si attenua spontaneamente. Tuttavia, se l’ipotensione dovesse persistere, si deve considerare la possibilità di ipovolemia e provvedere a un’adeguata reintegrazione di fluidi. I pazienti con i seguenti fattori di rischio, noti o sospetti, per l’aritmia cardiaca devono essere attentamente esaminati prima della somministrazione di droperidolo: • Un’anamnesi di malattia cardiaca significativa, inclusi grave aritmia ventricolare, blocco atrio–ventricolare di II o III grado, disfunzione del nodo del seno, insufficienza cardiaca congestizia, malattia cardiaca ischemica e ipertrofia ventricolare sinistra; • storia familiare di morte improvvisa; • insufficienza renale (particolarmente quando in dialisi cronica); • significativa malattia polmonare ostruttiva cronica e insufficienza respiratoria; • fattori di rischio per disturbi elettrolitici, come osservato in pazienti che assumono lassativi, glucocorticoidi, diuretici eliminatori di potassio, associati alla somministrazione di insulina in quadri acuti, o in pazienti con vomito e/o diarrea prolungati. I pazienti a rischio di aritmia cardiaca devono essere sottoposti a esame dei livelli di creatinina ed elettroliti del siero e l’esistenza di un prolungamento dell’intervallo QT deve essere esclusa prima della somministrazione di droperidolo. Nei pazienti a rischio individuato o sospetto di aritmia ventricolare deve essere eseguita una pulsossimetria continua e il monitoraggio deve essere continuato nei 30 minuti successivi la singola somministrazione intravenosa. Generale Per prevenire il prolungamento del QT, è necessaria cautela quando i pazienti stanno assumendo dei medicinali che possono indurre uno squilibrio elettrolitico (ipopotassiemia e/o ipomagnesiemia) per es. diuretici eliminatori di potassio, lassativi e glucocorticoidi. Le sostanze che inibiscono l’attività degli isoenzimi (CYP) CYP1A2 e CYP3A4 del citocromo P450, o di entrambi, potrebbero ridurre la velocità di metabolizzazione del droperidolo e prolungarne l’azione farmacologica. Conseguentemente, si suggerisce cautela se il droperidolo è somministrato in concomitanza con potenti inibitori di CYP1A2 e CYP3A4 (vedere paragrafo 4.5). I pazienti con un’accertata o sospetta storia di abuso di alcol o di assunzioni elevate recenti devono essere accuratamente esaminati prima della somministrazione di droperidolo. In caso di ipertermia inspiegata è fondamentale sospendere il trattamento, perché questo segno può essere uno degli elementi della sindrome maligna riportata con i neurolettici. Con i farmaci antipsicotici sono stati riferiti casi di tromboembolia venosa (TEV). Poiché i pazienti trattati con antipsicotici presentano spesso fattori di rischio acquisiti per la TEV, prima e durante il trattamento con Xomolix devono essere identificati tutti i possibili fattori di rischio per la TEV e devono essere prese misure preventive. La dose deve essere ridotta negli anziani e negli individui con compromissione della funzionalità renale ed epatica (vedere paragrafo 4.2). Questo prodotto medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per 1 ml, ossia è essenzialmente ’privo di sodio’.
5. Interazioni
Controindicazioni all’uso concomitante I medicinali noti per causare torsioni di punta tramite prolungamento dell’intervallo QT non devono essere somministrati in concomitanza con il droperidolo. Gli esempi includono: • antiaritmici di Classe IA per es. chinidina, disopiramide, procainamide • antiaritmici di Classe III per es. amiodarone, sotalolo • antibiotici macrolidi per es. eritromicina, claritromicina • antibiotici fluorochinoloni per es. sparfloxacina • antistaminici per es. astemizolo, terfenadina • certi farmaci antipsicotici per es. clorpromazina, aloperidolo, pimozide, tioridazina • agenti antimalarici per es. clorochina, alofantrina • cisapride, domperidone, metadone, pentamidina,. L’uso concomitante di prodotti medicinali che provocano sintomi extrapiramidali, per es. metoclopramide e altri neurolettici, può portare a un’aumentata incidenza di questi sintomi e deve essere pertanto evitato. Il consumo di bevande alcoliche e farmaci deve essere evitato. Si raccomanda cautela nell’uso concomitante Per ridurre il rischio di prolungamento dell’intervallo QT, è necessaria cautela se i pazienti stanno assumendo prodotti medicinali che possono causare squilibrio elettrolitico (ipopotassiemia e/o ipomagnesiemia), per es. diuretici che causano perdita di potassio, lassativi e glucocorticoidi. Il droperidolo può potenziare l’azione dei sedativi (barbiturici, benzodiazepine, sostanze derivate dalla morfina). Lo stesso si applica agli agenti antipertensivi, cosicché ne può derivare ipotensione ortostatica. Come altri sedativi, il droperidolo può potenziare la depressione respiratoria indotta da oppioidi. Poiché il droperidolo blocca i recettori della dopamina, esso può inibire l’azione degli agonisti della dopamina, come bromocriptina, lisuride e L–dopa. Le sostanze che inibiscono l’attività degli isoenzimi (CYP) CYP1A2 e CYP3A4 del citocromo P450, o di entrambi, potrebbero ridurre la velocità di metabolizzazione del droperidolo e prolungarne l’azione farmacologica. Conseguentemente, si suggerisce cautela se il droperidolo è somministrato in concomitanza con gli inibitori del CYP1A2 (per es. ciprofloxacina, ticlopidina) e del CYP3A4 (per es. diltiazem, eritromicina, fluconazolo, indinavir, itraconazolo, ketoconazolo, nefazodone, nelfinavir, ritonavir, saquinavir, verapamil) o di entrambi (per es. cimetidina, mibefradil).
6. Effetti indesiderati
Gli eventi riportati più frequentemente durante l’esperienza clinica sono episodi di sonnolenza e sedazione. Si riferiscono anche casi meno frequenti di ipotensione, aritmie cardiache, sindrome neurolettica maligna (SNM) e sintomi associati al SNM. Si sono verificati, inoltre, disordini motori, come discinesia, episodi di ansia o agitazione.
Classificazione sistemica organica Comune da ≥ 1/100 a < 1/10 Non comune da ≥ 1/1000 a < 1/100 Raro da ≥ 1/10.000 a < 1/1000 Molto raro < 1/10.000 Non conosciuto (non stimabile in base ai dati disponibili)
Patologie del sistema emolinfopoietico       Discrasia ematica  
Disturbi del sistema immunitario     Reazione anafilattica; Edema angioneurotico; Ipersensibilità    
Disturbi del metabolismo e della nutrizione         Inappropriata secrezione di ormone antidiuretico
Disturbi psichiatrici   Ansia; Agitazione/ Acatisia Stati confusionali; Agitazione Disforia Allucinazioni
Patologie del sistema nervoso Sonnolenza Distonia; Rotazione degli occhi   Disturbo extrapiramidale; Convulsioni; Tremore Attacchi epilettici; Morbo di Parkinson; Iperattività psicomotoria; Coma
Patologie cardiache   Tachicardia; Vertigini Aritmie cardiache, incluse aritmie ventricolari Arresto cardiaco, torsione di punta, intervallo QT prolungato all’elettrocardiogramma  
Patologie vascolari Ipotensione       Sincope
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche         Broncospasmo; Laringospasmo
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo     Rash    
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione     Sindrome neurolettica maligna (SNM) Morte improvvisa  
Sono stati occasionalmente riportati sintomi potenzialmente associati alla SNM, ossia alterazioni della temperatura corporea, rigidità e febbre. Un’alterazione dello stato mentale con confusione o agitazione e uno stato di coscienza alterato sono stati osservati. L’instabilità vegetativa può manifestarsi sotto forma di tachicardia, pressione arteriosa instabile, sudorazione/salivazione eccessiva e tremore. In casi estremi la SNM può portare al coma o a problemi renali e/o epatobiliari. Casi isolati di amenorrea, galattorrea, ginecomastia, iperprolattinemia e oligomenorrea sono stati associati a un’esposizione prolungata nelle indicazioni psichiatriche. Con i medicinali antipsicotici sono stati riferiti casi di tromboembolia venosa, inclusi casi di embolia polmonare e casi di trombosi venosa profonda con frequenza non nota. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
7. Gravidanza e allattamento
Fertilità In studi condotti in ratti maschi e femmine non si sono riscontrati effetti sulla fertilità (vedere paragrafo 5.3). L’effetto clinico di droperidolo sulla fertilità non è stato stabilito. Gravidanza Una quantità limitata di dati clinici non ha mostrato aumento del rischio di malformazioni. Il droperidolo non si è dimostrato teratogeno nei ratti. Gli studi sugli animali sono insufficienti per evidenziare gli effetti sulla gravidanza, sullo sviluppo embrionale/fetale, sul parto e sullo sviluppo post–natale. Nei bambini neonati da madri sottoposte a trattamento a lungo termine e con dosi elevate di neurolettici sono stati descritti disturbi neurologici temporanei di natura extrapiramidale. In pratica, come misura precauzionale, è preferibile non somministrare il droperidolo durante la gravidanza. In tarda gravidanza, se la sua somministrazione è necessaria, si consiglia di monitorare le funzioni neurologiche del neonato. Allattamento I neurolettici del gruppo dei butirrofenoni sono noti per essere escreti nel latte materno; il trattamento con droperidolo deve essere limitato a una singola somministrazione. La somministrazione ripetuta non è raccomandata.
8. Conservazione
Conservare nella confezione originale. Per le condizioni di conservazione dopo la diluizione e la prima apertura del medicinale, vedere paragrafo 6.3.
9. Principio attivo
Ogni millilitro di soluzione contiene 2,5 mg di droperidolo. Eccipienti: sodio <23 mg per 1 ml Per un elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Mannitolo Acido tartarico Sodio idrossido (per la regolazione del pH) Acqua p.p.i.
11. Sovradosaggio
Sintomi Il sovradosaggio da droperidolo si manifesta con un’estensione delle sue azioni farmacologiche. I sintomi di un sovradosaggio accidentale sono indifferenza psichica con transizione al sonno, talvolta associata a pressione arteriosa ridotta. A dosi più elevate, o in pazienti sensibili, possono insorgere disturbi extrapiramidali (salivazione, movimenti anormali, talvolta rigidità muscolare). Le convulsioni possono verificarsi a dosi tossiche. Casi di prolungamento dell’intervallo QT, aritmie ventricolari e morte improvvisa sono stati riportati raramente. Trattamento Non è noto alcun antidoto specifico. Tuttavia, quando si verificano reazioni extrapiramidali, deve essere somministrato un anticolinergico. I pazienti in sovradosaggio da droperidolo devono essere attentamente monitorati per rilevare segni di prolungamento dell’intervallo QT. Devono essere presi in considerazione i fattori che predispongono a torsione di punta, per es. disturbi elettrolitici (specialmente ipopotassiemia o ipomagnesiemia) e bradicardia. L’ipotensione pronunciata deve essere trattata aumentando il volume della circolazione e assumendo altre misure adeguate. Le vie respiratorie devono essere mantenute libere e si deve fornire un’adeguata ossigenazione; una cannula orofaringea o un tubo endotracheale potrebbero essere indicati. Se necessario, il paziente deve essere posto sotto attenta osservazione per 24 ore o più a lungo; si devono mantenere il calore corporeo e un adeguato apporto di fluidi.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).