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Urokinasi Pfi 100.000 ui/2 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile 1 flacone di polvere + 1 fiala solvente da 2 ml

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
Tipologia:
Principio attivo:
Casa produttrice:
Anno:
Prezzo:
1. Indicazioni terapeutiche
L’Urochinasi trova indicazione in tutte le forme di tromboembolia e di trombosi di vene e arterie di recente formazione e comunque prima che si siano manifestate lesioni ischemiche irreversibili.
2. Posologia
Pur nella molteplicità degli schemi terapeutici usati dai diversi Autori, recenti rassegne indicano i seguenti dosaggi per il trattamento per via generale delle occlusioni trombotiche od emboliche vascolari. Nell’embolia polmonare: dose di attacco da 3.300 a 4.400 U.I./Kg di peso in 10–15 minuti per infusione rapida endovenosa seguita da una dose di mantenimento di 3.300–4.400 U.I./Kg/ora per 12 ore per infusione lenta del preparato diluito in adeguati volumi di soluzioni saline o glucosate. Buoni risultati terapeutici sono stati ottenuti anche somministrando una dose iniziale di 200.000–250.000 U.I./soggetto adulto in 15 minuti per infusione rapida endovenosa, seguita da infusione lenta continua per 8–12 ore fino ad un totale di 1.500.000 U.I. Nell’infarto del miocardio: 15.000–30.000 U.I./Kg somministrate per infusione endovenosa di durata non superiore ai 90 minuti. E’ determinante, per il successo terapeutico, iniziare la somministrazione di Urokinasi il più precocemente possibile. Nelle trombosi venose profonde è stato usato con successo il seguente schema terapeutico: dose di 75.000 U.I./ora/soggetto per 12–24 ore, preceduta o meno da una dose di attacco di 150.000 U.I./soggetto. Al trattamento trombolitico con urochinasi è utile associare, o fare seguire, un trattamento eparinico. L’associazione con eparino–terapia richiede tuttavia l’osservanza delle controindicazioni proprie a questo anticoagulante e richiede l’opportuno monitoraggio dello stato della coagulazione (tempo di tromboplastina parziale attivata), onde evitare la comparsa di stati di iper o ipocoagulabilità. Impiego oftalmologico: trombosi dei vasi centrali retinici: somministrazione e posologia come indicato per il trattamento per via generale. Emorragie del vitreo e della camera anteriore dell’occhio: da 5.000 a 25.000 U.I. direttamente "in loco", in dose unica in piccolo volume. Depositi fibrinosi vari: 5.000–10.000 U.I. direttamente "in loco" per via intrasierosa, intratecale o intraventricolare in somministrazione unica, eventualmente ripetibile secondo l’evoluzione clinica. Disostruzione degli shunts artero–venosi: 5.000–25.000 U.I. immessi nello shunt ostruito e lasciati "in situ" per 1–2 ore. Liberazione per aspirazione meccanica ed eventuale ripetizione del procedimento.
3. Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o a qualsiasi degli eccipienti L’urochinasi è controindicata nelle condizioni in cui la sua attività fibrinolitica può aggravare situazioni preesistenti di grave rischio emorragico, in particolare nei casi di: – diatesi emorragica nota; – recente sanguinamento clinicamente rilevante; – storie di emorragia cerebrale o di intervento chirurgico cerebrale o spinale negli ultimi due mesi; – neoplasie intracraniche; – anamnesi recente di trombosi o embolie cerebrali quando non si possa escludere la presenza di concomitanti fenomeni emorragici; – stati congeniti o acquisiti di ipo–coagulabilità o di iperfibrinolisi ematica; – importante e recente (meno di 10 giorni) trauma o intervento chirurgico; – protesi vascolari recenti; – ipertensione grave; – endocardite batterica e pericardite; – pancreatite acuta; – ulcera gastrica o duodenale, o altre affezioni ulcerative dell’apparato gastrointestinale documentate negli ultimi 3 mesi; – varici esofagee, aneurisma arterioso, malformazioni arteriose o venose; – puntura recente (ultimi 10 giorni) di un vaso sanguigno non comprimibile (p.es. vena succlavia o giugulare); – stroke negli ultimi 3 mesi; – grave epatopatia, compresa cirrosi epatica, ipertensione portale ed epatite attiva; – insufficienza renale; – edema polmonare; – periodo pre–e post–partum ed aborto; – gravidanza; – allattamento; – età pediatrica. Rappresentano controindicazioni relative all’uso di urochinasi le seguenti condizioni: biopsia d’organo, elevato rischio di formazione di trombi nel cuore sinistro (ad es. stenosi della mitrale con fibrillazione atriale, malattie cerebrovascolari).
4. Avvertenze
Per la buona condotta del trattamento trombolitico è consigliabile effettuare ogni 6–12 ore il dosaggio del fibrinogeno. Il rischio emorragico, teoricamente possibile con valori di fibrinogenemia inferiori a 100 mg/dl, diventa notevole quando la fibrinogenemia raggiunge il valore di 60 mg/dl. Particolari precauzioni devono essere osservate in pazienti con segni di vasculopatie cerebrali specie se ipertesi; in pazienti di età avanzata; durante il periodo mestruale; in pazienti con fibrillazione atriale. Prima di iniziare il trattamento e nel corso del trattamento con urochinasi, specialmente alle dosi più elevate, è necessario mantenere sotto controllo lo stato della coagulazione ematica ed in particolare della fibrinolisi (ematocrito, conta delle piastrine, tempo di trombino–coagulasi, tempo di Howell, tempo di lisi dell’euglobina, tasso del fibrinogeno e del plasminogeno). Pertanto è necessario che la terapia fibrinolitica per via generale venga attuata da medici esperti in ambiente ospedaliero dotato di adeguate attrezzature di monitoraggio. E’ possibile intervenire chirurgicamente, dopo sospensione del trattamento con urochinasi. Lo stato clinico globale e l’anamnesi del paziente devono essere attentamente valutati prima di iniziare la terapia con urochinasi. Durante il trattamento con urochinasi evitare qualsiasi iniezione per via intramuscolare. I procedimenti arteriosi invasivi devono essere evitati prima e durante il trattamento in modo da ridurre al minimo il sanguinamento; se una puntura arteriosa è assolutamente indispensabile, deve essere eseguita da un medico esperto usando un’arteria radiale o brachiale piuttosto che una femorale; nella sede della puntura deve essere applicata una pressione per almeno 30 minuti (applicare una medicazione stretta) e la zona deve essere controllata frequentemente per evidenziare l’eventuale sanguinamento. I procedimenti invasivi venosi devono essere eseguiti attentamente ed il meno frequentemente possibile. Uso pediatrico: la sicurezza e l’efficacia nei bambini non è stata ancora stabilita.
5. Interazioni
L’uso contemporaneo di salicilati, indometacina, fenilbutazone ed in genere antiinfiammatori non steroidei, anticoagulanti orali, antiaggreganti piastrinici, dipiridamolo e destrano può aumentare il rischio di emorragie e pertanto andrà evitato. L’eventuale associazione con eparino–terapia richiede l’osservanza delle controindicazioni proprie a questo anticoagulante e l’opportuno monitoraggio dello stato della coagulazione (tempo di tromboplastina parziale attivata), onde evitare la comparsa di stati di iper o ipocoagulabilità.
6. Effetti indesiderati
L’emorragia è l’effetto indesiderato più frequente e grave della terapia a base di urochinasi. Nel corso della terapia fibrinolitica, soprattutto durante infusioni protratte per più di 48 ore, possono manifestarsi emorragie specialmente a livello della sede di perfusione. Soltanto in rari casi sono stati segnalati fenomeni embolici acuti causati da frammenti del primitivo coagulo. In tali casi è indicata la prosecuzione del trattamento con urochinasi in quanto può essere risolutivo. Eccezionalmente sono stati osservati episodi di emorragia gengivale, di porpora, di perforazione intestinale. Durante la terapia con urochinasi si sono manifestati gravi sanguinamenti spontanei anche ad esito letale dovuti ad emorragia cerebrale. Se si manifesta grave sanguinamento spontaneo, l’infusione di urochinasi deve essere immediatamente interrotta e devono essere instaurate le opportune misure per ripristinare il volume ematico (plasma expanders); se la perdita ematica è stata abbondante è preferibile somministrare emazie concentrate invece di sangue intero. Il destrano non deve essere usato. In situazioni d’emergenza si può prendere in considerazione la somministrazione di un agente antifibrinolitico come l’acido epsilon–amino–caproico, sebbene il suo valore clinico nel controllo del sanguinamento dopo terapia con urochinasi non è stato documentato. Rispetto alla streptochinasi, l’urochinasi non ha proprietà antigeniche per l’uomo; comunque sono stati riferiti rari casi di reazioni allergiche lievi comprendenti broncospasmo e rash. In attesa di sperimentare ulteriormente la sostanza, la possibilità di gravi reazioni allergiche, compresa l’anafilassi, deve essere tenuta in considerazione. Il manifestarsi di eventuali reazioni febbrili alcune ore dopo l’iniezione di urochinasi è ascrivibile alla formazione di prodotti secondari di scissione dei coaguli di fibrina. In alcuni casi di trattamento di embolie polmonari è stato segnalato un abbassamento dell’ematocrito. Una rapida lisi dei trombi dell’arteria coronarica può occasionalmente causare riperfusione atriale o aritmia ventricolare tale da richiedere un trattamento immediato.
7. Gravidanza e allattamento
Da non usarsi in gravidanza accertata o presunta. Dal momento che non è noto se l’urochinasi passa nel latte, nelle pazienti che allattano occorre decidere se rinunciare a nutrire al seno il lattante ed iniziare il trattamento o, viceversa, proseguire l’allattamento evitando la somministrazione del medicinale.
8. Conservazione
La soluzione ricostituita di Urokinasi HOSPIRA dovrebbe essere utilizzata al momento, tuttavia se necessario può essere conservata in frigorifero tra 2° e 8° C per 48 ore.
9. Principio attivo
1 flacone di liofilizzato sterile contiene: Principio attivo: Urochinasi 100.000
10. Eccipienti
Flacone di liofilizzato contiene: mannitolo (20 mg), disodio edetato (2 mg), disodiofosfato dodecaidrato (2,4 mg). Fiala solvente da 2 ml contiene: sodio cloruro (18 mg), acqua per preparazioni iniettabili (q.b. a 2 ml).
11. Sovradosaggio
L’iperdosaggio può determinare fenomeni emorragici. In generale è sufficiente interrompere l’infusione per arrestare il sanguinamento. Se necessario, si possono somministrare antifibrinolitici naturali come l’aprotinina, o sintetici, come l’acido epsilon–amino–caproico (EACA). Nei casi di grave carenza dei fattori della coagulazione è opportuno somministrare fibrinogeno umano, oppure frazione plasmatica I o plasma intero.
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