1. Indicazioni terapeutiche
Alterazioni quali–quantitative della funzione biligenetica, comprese le forme da bile sovrasatura di colesterolo, per opporsi alla formazione di calcoli di colesterolo o per realizzare condizioni idonee allo scioglimento se sono già presenti calcoli radiotrasparenti. In particolare calcoli colecistici in colecisti funzionante e calcoli nel coledoco residuanti e ricorrenti dopo interventi sulle vie biliari.
2. Posologia
La posologia suggerita è di 5–10 mg/kg/die; nella maggior parte dei casi la posologia giornaliera risulta compresa tra 250–750 mg. TUDCABIL consente di effettuare a giudizio del medico cicli posologici calibrati sulla base del peso del paziente e della gravità della patologia. Si consiglia l’assunzione del farmaco, in dosi frazionate, dopo i pasti.
3. Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo, agli acidi biliari, o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Tudcabil è controindicato nelle pazienti in stato di gravidanza ed in presenza di ulcera gastrica o duodenale in fase attiva. Tudcabil non deve essere utilizzato in pazienti affetti da: • Infiammazione acuta della colecisti o delle vie biliari • Occlusione delle vie biliari (occlusione del dotto biliare comune o cistico) • Coliche biliari frequenti • Calcoli calcificati radio–opachi • Ridotta motilità della colecisti
4. Avvertenze
Tudcabil deve essere assunto sotto il controllo del medico. Nei pazienti con coliche biliari frequenti, con infezioni biliari, con gravi alterazioni pancreatiche o con affezioni intestinali che possano alterare la circolazione enteroepatica degli acidi biliari (resezioni e stomia dell’ileo, ileite regionale, ecc.) è consigliabile evitare l’uso del medicinale.Prima di iniziare la terapia è inoltre consigliabile effettuare opportune indagini per accertare la buona funzionalità della colecisti e l’eventuale esistenza di patologie che possono alterare la circolazione enteroepatica degli acidi biliari. Nella selezione dei pazienti da sottoporre a terapia è opportuno escludere i pazienti calcolotici con coliche biliari frequenti. Durante i primi tre mesi di trattamento, i parametri di funzionalità epatica AST (SGOT), ALT (SGPT) e gamma–GT devono essere monitorati dal proprio medico ogni 4 settimane e in seguito ogni 3 mesi. Oltre a permettere l’identificazione di pazienti responsivi e non in trattamento per cirrosi biliare primaria, tale monitoraggio dovrebbe inoltre favorire una precoce diagnosi di un potenziale deterioramento epatico, particolarmente in pazienti con cirrosi epatica primitiva in stadio avanzato. L’azione colelitolitica dell’acido tauroursodesossicolico si esplica soltanto nei casi di calcoli colesterolici non calcificati, radiotrasparenti, e detta azione è più lenta se i calcoli superano certe dimensioni (20–30 mm).Quando utilizzato per la dissoluzione di calcoli colesterinici, al fine di comprovare il miglioramento terapeutico e la temporanea identificazione della calcificazione dei calcoli, a seconda della loro dimensione, la colecisti deve essere visualizzata (colecistografia orale) nel suo insieme come pure le vie biliari occluse sia in posizione ortostatica che supina (controllo tramite ultrasuoni) 6–10 mesi dopo l’inizio del trattamento.Se non è possibile una visualizzazione della colecisti con immagini a raggi X, o in caso di calcoli calcificati, danneggiata alterata motilità colecistica o episodi frequenti di coliche biliari, l’acido tauroursodesossicolico non deve essere utilizzato. I calcoli biliari che presentano più elevata probabilità di dissoluzione sono quelli di piccole dimensioni in colecisti funzionante; l’avvenuta desaturazione della bile in colesterolo rappresenta un utile elemento di previsione per un buon esito del trattamento, ma non è determinante, dato che la dissoluzione può avvenire anche per un processo fisico di formazione di cristalli liquidi indipendentemente dallo stato di saturazione. Nei pazienti in trattamento per la dissoluzione di calcoli biliari, è opportuno verificare l’efficacia del medicamento mediante esami ecografici ogni 3–6 mesi ed eventualmente con esami colecistografici. In caso di diarrea, la dose deve essere ridotta e in caso di diarrea persistente, il trattamento deve essere interrotto. Non sono noti rischi di assuefazione o di farmaco – dipendenza. Non è previsto l’impiego pediatrico della specialità. Tenere il medicinale fuori dalla portata e dalla vista dei bambini. Il medicinale contiene lattosio: I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio–galattosio, non devono assumere questo medicinale.
5. Interazioni
Evitare l’associazione con sostanze che inibiscono l’assorbimento intestinale degli acidi biliari, come ad esempio la colestiramina, colestipol o con antiacidi contenenti idrossido di alluminio e/ smectite (Ossido di alluminio). Nel caso fosse necessario l’impiego di tali sostanze, esse devono essere assunte 2 ore prima o dopo l’assunzione di acido tauroursodesossicolico. L’acido tauroursodesossicolico può aumentare l’assorbimento intestinale della ciclosporina. Nei pazienti in trattamento con ciclosporina deve essere monitorata la concentrazione ematica dal proprio medico e la dose di ciclosporina deve essere adattata, se necessario. Prove in vitro indicano che derivati dell’acido biliare (acido ursodesossicolico) possono indurre una potenziale induzione del citocromo P450 3A. Essi hanno mostrato di ridurre in casi isolati l’effetto terapeutico del calcio antagonista nitrendipina, del dapsone e della ciclofloxacina. Non è pertanto da escludere che simili effetti si verifichino con l’assunzione dell’acido tauroursodesossicolico. Gli estrogeni e gli agenti riduttori del colesterolo serico come il clofibrato, possono aumentare la litiasi biliare contrastando l’effetto dissolutorio dell’acido tauroursodesossicolico sui calcoli biliari. Evitare l’associazione con farmaci che aumentano l’eliminazione biliare del colesterolo (estrogeni, contraccettivi ormonali, alcuni ipolipemizzanti). Evitare l’associazione con farmaci potenzialmente epatolesivi.
6. Effetti indesiderati
Per la classificazione delle frequenze degli effetti indesiderati è stata usata la seguente convenzione: Molto comune (≥ 10), Comune (≥1/100 ma < 10) Non comune (≥ 1/1000 ma < 100), Rara (≥ 1/10000 ma < 1000), Molto rara (< 10000), Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Patologie gastrointestinali: In studi clinici, sono stati riportati episodi di feci pastose o diarrea durante la terapia con acido tauroursodesossicolico. Raramente possono verificarsi nausea, vomito, feci liquide. Patologie epatobiliari: In casi molto rari , in pazienti trattati con acido ursodesossicolico sono stati riportati casi di calcificazione dei calcoli biliari. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: Molto raramente, può manifestarsi orticaria. La tollerabilità del preparato alle dosi consigliate è di norma buona. Solo occasionalmente sono state riscontrate irregolarità dell’alvo, che generalmente scompaiono proseguendo il trattamento. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
7. Gravidanza e allattamento
Non vi sono adeguati studi riguardanti l’uso dell’acido tauroursodesossicolico nel periodo di gestazione, particolarmente nel primo trimestre di gravidanza. Studi condotti su animali non hanno evidenziato alcuna tossicità riproduttiva durante la gestazione. Tuttavia, studi preclinici con altri derivati biliari hanno dimostrato un potenziale effetto teratogeno nella prima fase della gestazione. Per tale ragione l’acido tauroursodesossicolico non deve essere usato durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessità. Le donne in età fertile devono essere trattate solo se utilizzano un metodo anticoncezionale sicuro: si consigliano contraccettivi orali non ormonali o a basso contenuto di estrogeni. Prima di iniziare il trattamento escludere una possibile gravidanza. Non è noto se l’acido tauroursodesossicolico sia escreto nel latte umano materno, perciò l’acido tauroursodesossicolico non deve essere assunto durante l’allattamento.
9. Principio attivo
TUDCABIL 250 mg capsule rigide Ogni capsula rigida contiene: Principio attivo: Acido tauroursodesossicolico biidrato 250 mg Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo6.1.
10. Eccipienti
Ogni capsula rigida da 250 mg contiene: cellulosa microcristallina, lattosio, amido di mais, magnesio stearato. Composizione della capsula rigida : gelatina F.U., titanio diossido (E 171), eritrosina (E 127), indigotina (E 132), quinolina giallo.
11. Sovradosaggio
Casi di sovradosaggio sono particolarmente rari poiché la dose tossica è molto più elevata della dose terapeutica. In caso di ingestione accidentale in dosi altamente superiori, si suggerisce di porre in atto i normali provvedimenti consigliati nella patologia da intossicazione e di somministrare colestiramina, in quanto capace di chelare gli acidi biliari. In caso di sovradosaggio può manifestarsi diarrea. In generale, altri sintomi di sovradosaggio sono improbabili poiché l’assorbimento dell’acido tauroursodesossicolico diminuisce con l’aumentare della dose e quindi viene maggiormente escreto con le feci. Non sono necessarie contromisure specifiche e le conseguenze della diarrea devono essere trattate sintomaticamente con reintegrazione di fluidi e dell’equilibrio elettrolitico.