2. Posologia
Per i diversi regimi posologici, sono disponibili appropriati dosaggi di QUINAPRIL ZENTIVA. Se una risposta soddisfacente non è raggiunta entro 3 mesi, occorre considerare l’opportunità di un cambio di terapia.
Posologia Adulti Ipertensione essenziale Monoterapia: La dose iniziale raccomandata è di 10 mg una volta al giorno nell’ipertensione. A seconda della risposta clinica, il dosaggio del paziente può essere regolato (mediante il raddoppio della dose ad intervalli di 3-4 settimane) sino al dosaggio di mantenimento compreso tra 20 e 40 mg/die assunto in mono somministrazione o in 2 somministrazioni separate. Il controllo a lungo termine è mantenuto nella maggior parte dei pazienti con un regime singola dose giornaliera. La dose massima di mantenimento abituale è 40 mg/die.
Terapia diuretica concomitante: In seguito all’inizio della terapia con quinapril può svilupparsi ipotensione sintomatica. È molto più probabile che si verifichi in pazienti correntemente trattati con diuretici. Si raccomanda pertanto cautela, in quanto questi pazienti possono essere volume e/o sale depleti. Se possibile, il diuretico deve essere sospeso 2-3 giorni prima dell’inizio della terapia con quinapril. Al fine di accertare la possibile insorgenza dell’ipotensione, si raccomanda un dosaggio iniziale di 2,5 mg di QUINAPRIL ZENTIVA in pazienti che sono stati trattati con diuretici. Successivamente, il dosaggio di QUINAPRIL ZENTIVA compresse deve essere regolato (permettendo un adeguato tempo per l’aggiustamento del dosaggio) sino al raggiungimento della risposta ottimale (si veda paragrafo 4.5).
Insufficienza cardiaca congestizia Al fine di monitorare attentamente i pazienti per l’ipotensione sintomatica, si raccomanda una dose singola iniziale di 2,5 mg. Successivamente, ai pazienti in terapia concomitante con diuretico e/o glucoside cardiaca, la dose deve essere regolata (permettendo 2-3 settimane per l’aggiustamento del dosaggio) sino alla dose efficace (sino a 40 mg/die): suddivisa in 1-2 somministrazioni. I pazienti di solito sono efficacemente mantenuti ad una dose di 10 - 20 mg/die suddivisa in 1 - 2 somministrazioni con terapia concomitante. La dose massima di 40 mg/die non deve essere superata.
I pazienti considerati ad alto rischio devono iniziare il trattamento in ospedale (vedere paragrafo 4.4).
Anziani (> 65 anni) Nel trattamento dei pazienti anziani occorre tenere in considerazione che la funzionalità renale tende a ridursi con l’età. Per il trattamento dell’ipertensione essenziale si raccomanda un dosaggio iniziale di 2,5 mg seguito da aggiustamenti sino al raggiungimento della risposta ottimale.
Compromissione della funzionalità renale: La dose iniziale di quinapril deve essere ridotta nei pazienti con compromissione della funzionalità renale, dal momento che la concentrazione plasmatica del quinaprilato aumenta in caso di ridotta
clearance della creatinina. La posologia raccomandata è la seguente:
Clearance della Creatinina (ml/min) | Massima dose giornaliera iniziale raccomandata (mg) |
> 60 | 10 |
30-60 | 5 |
10-30 | 2,5 |
< 10 | Esperienza insufficiente |
Non sono al momento disponibili informazioni relative ai pazienti con
clearance della creatinina inferiore a 10 ml/min. La dialisi non produce effetti apprezzabili sull’eliminazione del quinaprilato. Qualora non si raggiungesse una risposta soddisfacente entro 3 mesi, occorre considerare l’opportunità di un cambiamento di terapia.
Popolazione pediatrica Non sono state stabilite l’efficacia e la sicurezza dell’utilizzo di quinapril nei bambini e negli adolescenti. Pertanto l’uso nei bambini e adolescenti non è raccomandato.
Modo di somministrazione Uso orale.
4. Avvertenze
Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) Esiste l’evidenza che l'uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l'uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1). Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna. Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell'angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica. Ipotensione sintomatica L’ipotensione sintomatica si osserva raramente nei pazienti con ipertensione non complicata. Nei soggetti ipertesi ai quali si somministra quinapril, l’insorgenza di ipotensione è più probabile nei pazienti con deplezione volemica conseguente, per esempio, a terapia diuretica, dieta iposodica, dialisi, diarrea o vomito, o che presentano grave ipertensione renina-dipendente (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). È stata osservata ipotensione sintomatica nei pazienti con insufficienza cardiaca, associata o meno ad insufficienza renale. Essa può insorgere con maggiore probabilità nei pazienti affetti dalle forme più gravi di insufficienza cardiaca, rispecchiate dall’uso di dosi elevate di diuretici dell’ansa, dall’iponatriemia o dalla compromissione della funzionalità renale. Nei pazienti ad aumentato rischio di ipotensione sintomatica, è necessario uno stretto monitoraggio al momento dell’istituzione della terapia e in occasione degli aggiustamenti posologici. Simili considerazioni si applicano ai pazienti con cardiopatia ischemica o cerebrovasculopatia, nei quali un eccessivo calo della pressione arteriosa può provocare un infarto miocardico o un evento cerebrovascolare. In caso di ipotensione, si collochi il paziente in posizione supina e, se necessario, gli si somministri soluzione fisiologica tramite infusione endovenosa. Una risposta ipotensiva transitoria non costituisce una controindicazione a ulteriori somministrazioni, che possono essere riprese senza difficoltà una volta che la pressione arteriosa sia risalita in seguito all’espansione della volemia. I pazienti che possono essere considerati a più alto rischio e devono iniziare il trattamento in ospedale includono: i pazienti che sono in terapia con alte dosi di loop di diuretici (per esempio furosemide > 80 mg) o in terapia diuretica multipla, presentano ipovolemia, iponatriemia (sodio sierico < 130 mg Eq/l) o pressione sanguigna arteriosa < 90 mm Hg, sono in terapia con alte dosi di vasodilatatori, presentano una creatinina sierica > 150 mcmol/l o un’età di 70 anni o più. Stenosi mitralica e aortica / cardiomiopatia ipertrofica Come nel caso di altri ACE-inibitori, quinapril deve essere somministrato con cautela ai pazienti che presentano stenosi della valvola mitralica e ostruzioni all’efflusso dal ventricolo sinistro quali stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica. In casi emodinamicamente rilevanti quinapril non deve essere somministrato. Compromissione della funzionalità renale Nei casi di compromissione della funzionalità renale (clearance della creatinina <60 ml/min), il dosaggio di quinapril deve essere regolato in base alla clearance della creatinina che presenta il paziente (vedere paragrafo 4.2) e in seguito in funzione della risposta del paziente al trattamento. In tali pazienti la normale pratica clinica prevede il controllo periodico del potassio e della creatinina. In taluni pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o con stenosi monolaterale nei pazienti con monorene trattati con ACE-inibitori sono stati osservati aumenti dell’azotemia e della creatininemia, generalmente reversibili con l’interruzione della terapia. Questo effetto è probabile soprattutto nei pazienti con insufficienza renale. Se è presente anche ipertensione nefrovascolare vi è un aumento del rischio di ipotensione grave e di insufficienza renale. In tali pazienti, il trattamento deve essere istituito esclusivamente sotto stretta sorveglianza medica con dosi basse e attentamente titolate. Dal momento che il trattamento con diuretici può contribuire a produrre gli effetti sopra citati, esso deve essere interrotto ed è necessario controllare la funzionalità renale durante le prime settimane di terapia con quinapril. Alcuni pazienti ipertesi senza apparente nefropatia preesistente hanno sviluppato aumenti, generalmente lievi e transitori, dell’azotemia e della creatininemia, soprattutto quando quinapril è stato somministrato in concomitanza a un diuretico. Tali episodi sono più probabili nei pazienti con preesistente compromissione della funzionalità renale. Possono rendersi necessari la riduzione della dose e/o la sospensione del diuretico e/o di quinapril. Non c’è esperienza clinica in pazienti con grave alterazione della funzionalità renale (clearance della creatinina < 10 ml/min) e in pazienti sottoposti a dialisi. Il trattamento pertanto non è raccomandato in questi pazienti.Trapianto di rene Non vi sono dati relativi alla somministrazione di quinapril nei pazienti recentemente sottoposti a trapianto renale. Pertanto il trattamento con quinapril non è raccomandato. Reazioni anafilattoidi Pazienti emodializzati Sono state riportate reazioni anafilattoidi nei pazienti dializzati con membrane ad alto flusso e in terapia concomitante con ACE-inibitori. In tali pazienti va considerata l’opportunità di utilizzare un diverso tipo di membrana dialitica o una diversa classe di farmaci antiipertensivi. Reazioni anafilattoidi durante aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) Raramente, i pazienti in terapia con ACE-inibitori durante l’aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destrano solfato hanno sviluppato reazioni anafilattoidi potenzialmente letali. Tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente la terapia a base di ACE-inibitori prima di ciascuna seduta di aferesi. Desensibilizzazione Alcuni pazienti in terapia con ACE-inibitori e sottoposti a trattamento desensibilizzante (es. veleno di imenotteri) hanno sviluppato reazioni anafilattoidi intense. Negli stessi pazienti, queste reazioni sono state evitate con la temporanea sospensione degli ACE-inibitori, ma si sono poi ripresentate se la somministrazione di tali farmaci veniva inavvertitamente ripresa. Ipersensibilità/Angioedema Sono stati riportati rari casi di angioedema del viso, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe nei pazienti trattati con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, quinapril compreso. I sintomi possono comparire dopo lungo tempo dall’inizio del trattamento, in qualsiasi momento durante la terapia. In tali casi, la somministrazione di quinapril deve essere immediatamente interrotta e devono essere istituiti un trattamento e un controllo adeguati per garantire che i sintomi si risolvano completamente prima di dimettere il paziente. Anche nei casi in cui si manifestasse soltanto un edema della lingua, senza difficoltà respiratoria, i pazienti richiedono un periodo di osservazione prolungato poiché il trattamento con antistaminici e corticosteroidi può non essere sufficiente. Molto raramente, sono stati segnalati casi letali di angioedema associato con edema della laringe o della lingua. L’interessamento della lingua, della glottide o della laringe, soprattutto nei pazienti con storia di chirurgia delle vie aeree, può portare all’ostruzione di queste ultime. In tali casi deve essere tempestivamente istituita la terapia di emergenza che può prevedere la somministrazione di adrenalina e/o il mantenimento della pervietà delle vie aeree. Il paziente va tenuto sotto stretta sorveglianza medica fino a completa e duratura risoluzione dei sintomi. Occorre prestare cautela verso i pazienti che hanno manifestato ipersensibilità ad altri ACE-inibitori e in particolare verso i pazienti che presentano ostruzione delle vie aeree. I pazienti con storia di angioedema non correlato alla terapia con ACE-inibitori possono correre un rischio superiore di sviluppare angioedema durante il trattamento con un ACE-inibitore (vedere paragrafo 4.3). La frequenza di episodi di angioedema causati dagli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina è superiore nei pazienti neri rispetto a quelli non neri. L’uso concomitante di ACE-inibitori con sacubitril/valsartan è controindicato in considerazione dell’aumento del rischio di angioedema (vedere paragrafi 4.3 e 4.5). Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di quinapril. Il trattamento con quinapril non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.3 e 4.5). L’uso concomitante di inibitori di ACE-inibitori con racecadotril, mTOR (ad es., sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può determinare un aumento del rischio di angioedema (ad es., rigonfiamento delle vie aeree o della lingua, associato o meno a difficoltà respiratorie) (vedere paragrafo 4.5). Occorre cautela nell’iniziare la terapia con racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin in un paziente che sta già assumendo un ACE-inibitore. Inibitori di Neprilisina (NEP) I pazienti che assumono in concomitanza inibitori di neprilisina (NEP) (ad es. racecadotril) possono essere a maggior rischio di angioedema (ad esempio gonfiore delle vie aeree o della lingua, con o senza compromissione respiratoria). Insufficienza epatica In rari casi, gli ACE-inibitori sono stati associati ad una sindrome che esordisce con ittero colestatico ed evolve in necrosi epatica fulminante e (talvolta) morte. Il meccanismo alla base di tale sindrome non è chiaro. I pazienti in terapia con ACE-inibitori che sviluppino ittero o marcati innalzamenti degli enzimi epatici, devono interromperne l’assunzione ed essere opportunamente seguiti. Neutropenia/ agranulocitosi Nei pazienti in terapia con ACE-inibitori sono state segnalate neutropenia/ agranulocitosi, trombocitopenia e anemia. La neutropenia e l’agranulocitosi sono reversibili sospendendo l’ACE-inibitore. Quinapril deve essere somministrato con estrema cautela nei pazienti con collagenopatie vascolari, in terapia immunosoppressiva, trattati con allopurinolo o procainamide, o che presentano una combinazione dei suddetti fattori di complicazione, specialmente in caso di preesistente compromissione della funzionalità renale. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato infezioni serie che in qualche caso non hanno risposto ad una terapia antibiotica intensiva. Se quinapril viene somministrato a tali pazienti, si consiglia un controllo periodico della conta dei leucociti e va data istruzione ai pazienti di riferire qualsiasi segno di infezione. Differenze etniche Gli ACE-inibitori determinano una più alta frequenza di angioedema nei pazienti neri. Al pari di altri ACE-inibitori, quinapril può avere efficacia antiipertensiva minore nei soggetti di razza nera rispetto a quelli di altre razze, forse a causa di una maggiore prevalenza di ridotte concentrazioni di renina nella popolazione ipertesa non nera. Tosse A seguito dell’assunzione di ACE-inibitori è stata riportata la comparsa di tosse. Questa tosse è tipicamente secca, persistente e termina con la sospensione del trattamento. Nella diagnosi differenziale della tosse si tenga presente la tosse indotta dagli ACE-inibitori. Chirurgia/anestesia Nei pazienti sottoposti a interventi di chirurgia maggiore o anestetizzati con farmaci che provocano ipotensione, quinapril può bloccare la formazione di angiotensina II conseguente al rilascio compensatorio di renina. In caso di ipotensione che si ritenga attribuibile al suddetto meccanismo, essa può essere corretta mediante espansione della volemia. Iperkaliemia Gli ACE-inibitori possono provocare iperkaliemia poiché inibiscono il rilascio di aldosterone. Tale effetto solitamente non è significativo nei pazienti con una funzionalità renale nella norma. Tuttavia, nei pazienti con una funzionalità renale compromessa, diabete mellito e/o nei pazienti che assumono integratori di potassio (inclusi sostituti del sale), diuretici risparmiatori di potassio, altri medicinali associati all’aumento del potassio nel siero (per es. eparina, trimetoprim o cotrimoxazolo, noto anche come trimetoprim/sulfametoxazolo) e soprattutto antagonisti dell’aldosterone o bloccanti del recettore dell’angiotensina, si può verificare iperkaliemia. I diuretici risparmiatori di potassio e i bloccanti del recettore dell’angiotensina devono essere usati con cautela nei pazienti in terapia con ACE-inibitori, si devono e monitorare il potassio sierico e la funzionalità renale (vedere paragrafo 4.5). Pazienti diabetici Gli ACE-inibitori possono determinare sensibilità all’insulina nei pazienti diabetici e sono stati associati ad ipoglicemia in pazienti trattati con farmaci antidiabetici orali o insulina. Durante il primo mese di trattamento con un ACE-inibitore è necessario un attento monitoraggio del controllo della glicemia (vedere paragrafo 4.5). Litio L’associazione di litio e quinapril non è generalmente raccomandata (vedere paragrafo 4.5). Gravidanza e allattamento Un trattamento con ACE-inibitori non deve essere iniziato durante la gravidanza. Tranne nel caso in cui il proseguimento della terapia con ACE-inibitori sia considerato essenziale, le pazienti che stanno pianificando una gravidanza devono passare a trattamenti antiipertensivi alternativi che presentano un accertato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza. Quando la gravidanza è accertata, il trattamento con ACE-inibitori deve essere sospeso immediatamente, e, se appropriato, deve essere istituita una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6). Iperaldosteronismo primario I pazienti affetti da iperaldosteronismo primario in genere non rispondono ai farmaci antiipertensivi che agiscono mediante il sistema renina-angiotensina. Pertanto, il trattamento con ACE-inibitori non è raccomandato in questi pazienti. Avvertenze sugli eccipienti Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè essenzialmente “senza sodio”.
5. Interazioni
Sacubitril/valsartan: L’uso concomitante di ACE-inibitori con sacubitril/valsartan è controindicato in quanto aumenta il rischio di angioedema (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Il trattamento con ramipril non deve essere iniziato prima di 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan. Sacubitril/valsartan non deve essere usato prima di 36 ore dall’ultima dose di Quinapril Zentiva.Tetracicline e altri medicinali che interagiscono con i sali di magnesio: In volontari sani è stato dimostrato che quinapril riduce l’assorbimento delle tetracicline somministrate contemporaneamente del 28 - 37% a causa della presenza di sali di magnesio in formulazione. Si raccomanda di evitare di somministrare contemporaneamente alle tetracicline. Terapia diuretica concomitante: I pazienti trattati con diuretici possono occasionalmente presentare un’eccessiva riduzione della pressione sanguigna dopo l’inizio della terapia con quinapril. Questo effetto ipotensivo può essere efficacemente contenuto sia sospendendo l’assunzione del diuretico sia aumentando l’apporto di sale prima della dose iniziale di quinapril. Se la sospensione del diuretico non è possibile, deve essere fornito un controllo medico nelle due ore seguenti la somministrazione della dose iniziale (vedere paragrafi 4.2 e 4.4). Medicinali che aumentano il potassio sierico - diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenente potassio Quinapril è un inibitore dell’enzima convertitore dell’angiotensina capace di abbassare i livelli di aldosterone, questo può determinare un lieve aumento del potassio sierico. Sebbene il potassio sierico si mantenga generalmente nei limiti della norma, in alcuni pazienti trattati con quinapril si può sviluppare iperkaliemia. I diuretici risparmiatori di potassio (per esempio spironolattone, triamterene o amiloride), gli integratori alimentari di potassio, o i sostituti del sale contenenti potassio possono determinare aumenti significativi del potassio sierico. L’associazione di quinapril con i farmaci sopra citati non è pertanto raccomandata. Laddove l’uso associato con tali agenti è indicato per il trattamento dell’ipokaliemia, occorre usare cautela ed effettuare un assiduo monitoraggio del potassio sierico (vedere paragrafo 4.4), specialmente nei pazienti con alterata funzionalità renale, quinapril spesso causa un aumento del potassio sierico in quanto diminuisce la produzione di aldosterone. Chirurgia/anestesia Sebbene non ci siano dati disponibili che indichino un’interazione tra quinapril e farmaci anestetici che producono ipotensione, occorre prestare cautela quando i pazienti sono sottoposti ad interventi di alta chirurgia o ad anestesia generale in quanto è stato dimostrato che gli inibitori dell’enzima che converte l’angiotensina bloccano la formazione dell’angiotensina II secondaria alla liberazione compensatoria di renina. Questo può condurre ad ipotensione che può essere corretta dalla espansione della volemia. Litio In pazienti trattati contemporaneamente con litio e ACE-inibitori sono stati osservati aumentati livelli sierici di litio e sintomi di tossicità da litio causati dall’effetto di perdita di sodio di questi farmaci. Questi medicinali devono essere somministrati contemporaneamente con cautela e si raccomanda un frequente monitoraggio dei livelli sierici di litio. Se viene assunto anche un diuretico, può verificarsi un aumentato rischio di tossicità da litio. Farmaci antiinfiammatori non steroidei incluso l’acido acetilsalicilico ≥ 3 g/die In alcuni pazienti la somministrazione di farmaci antiinfiammatori non steroidei può ridurre l’effetto antiipertensivo degli ACE-inibitori. Inoltre, è stato osservato che i FANS e gli ACE-inibitori esercitano un effetto additivo sull’aumento dei livelli di potassio sierico, mentre la funzionalità renale può diminuire. Questi effetti, principalmente reversibili, si verificano specialmente in pazienti con compromessa funzionalità renale. Allopurinolo, citostatici o farmaci immunosoppressori, corticosteroidi sistemici o procainamide La concomitante somministrazione con ACE-inibitori può indurre un aumentato rischio di leucopenia. Alcol, barbiturici o narcotici Può verificarsi un potenziamento dell’ipotensione ortostatica. Altri antiipertensivi Beta-bloccanti, metildopa e diuretici possono potenziare gli effetti ipotensivi del quinapril, e devono essere somministrati solo sotto stretto controllo medico. Uno studio clinico ha evidenziato che l’uso concomitante di propanololo, in singola dose, non modifica la farmacocinetica del quinapril. I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l'uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell'angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all'uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1). Simpaticomimetici I simpaticomimetici possono ridurre l’effetto antiipertensivo degli ACE-inibitori. Antiacidi Possono ridurre la biodisponibilità di quinapril compresse.Antidiabetici (ipoglicemizzanti orali ed insulina) La somministrazione concomitante di ACE-inibitori e di farmaci antidiabetici (insuline, ipoglicemizzanti orali) può incrementare l’azione ipoglicemizzante con conseguente rischio di ipoglicemia. Tale fenomeno sembrava presentarsi con maggiore probabilità durante le prime settimane di trattamento concomitante e nei pazienti con compromissione della funzionalità renale. Può rendersi necessario un aggiustamento del dosaggio degli antidiabetici. Trimetoprim È stata osservata una grave iperpotassiemia durante il trattamento contemporaneo con ACE-inibitori e trimetoprim. Racecadotril, inibitori di mTOR (ad es., sirolimus, everolimus, temsirolimus)e vildagliptin L’uso concomitante di ACE-inibitori con racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può determinare un aumento del rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.4). Inibitori di Neprilisina (NEP) Un maggior rischio di angioedema è stato rilevato con l’uso concomitante di ACE-inibitori e NEP inibitori (come racecadotril) (vedere paragrafo 4.4). Cotrimossazolo (trimetoprim/sulfametossazolo) I pazienti che assumono cotrimossazolo concomitante (trimetoprim/sulfametossazolo) possono essere esposti a un maggiore rischio di iperkaliemia (vedere paragrafo 4.4). Ciclosporina Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori e ciclosporina si può manifestare iperkaliemia. Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico. Eparina Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori ed eparina si può manifestare iperkaliemia. Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.
6. Effetti indesiderati
Durante il trattamento con quinapril e con altri ACE-inibitori sono stati osservati i seguenti effetti indesiderati con le frequenza seguenti: Molto comune (>1/10), comune (>1/100, <1/10), non comune (>1/1.000, <1/100), raro (>1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000), comprese le segnalazioni isolate.
Disturbi psichiatrici: |
Non comune: | Disturbi del sonno, nervosismo. |
Raro: | Depressione, confusione mentale. |
Patologie del sistema nervoso: |
Comune: | Capogiri. |
Non comune: | Parestesia, sonnolenza. |
Raro: | Disturbi dell’equilibrio, neuropatia. |
Patologie dell’occhio: |
Raro: | Visione offuscata, ambliopia. |
Patologie dell’orecchio e del labirinto: |
Raro: | Tinnito. |
Patologie cardiache: |
Non comune: | Palpitazioni, dolore toracico , angina pectoris. |
Raro: | Tachicardia, sincope, infarto miocardico, attacchi ischemici transitori (TIA), emorragia cerebrale. |
Patologie vascolari: |
Comune: | Ipotensione. |
Non comune: | Ipotensione posturale. |
Patologie del sistema emolinfopoietico: |
Non comune | Neutropenia. |
Raro: | Agranulocitosi. |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: |
Comune: | Tosse. |
Non comune: | Sinusite, faringite, infezioni del tratto respiratorio superiore. |
Raro: | Broncospasmo, dispnea, bronchite, rinite, peggioramento dell’asma. |
Molto raro: | Alveolite allergica, reazione anafilattoide. |
Patologie gastrointestinali: |
Comune: | Nausea, vomito, diarrea. |
Non comune: | Dispepsia, dolore addominale, flatulenza e secchezza delle fauci o della gola. |
Raro: | Alterazioni del gusto, pancreatite, glossite, ileo. |
Molto raro: | Angioedema intestinale. |
Patologie epatobiliari: |
Raro: | Alterazioni della funzionalità epatica. |
Molto raro: | Ittero colestatico, epatite. |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: |
Non comune: | Prurito, rash, dermatite esfoliativa, aumento della traspirazione, esantema, orticaria. |
Molto raro: | Eritema polimorfo, sindrome di Stevens Johnson, necrolisi epidermica, chiazze di tipo psoriaco, alopecia, pemfigo, fotosensibilità. |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: |
Raro: | Artralgia, mialgia, mal di schiena. |
Patologie renali e urinarie: |
Non comune: | Proteinuria (a volte con simultaneo deterioramento della funzione renale) |
Raro: | Compromissione della funzionalità renale, iperpotassiemia. |
Molto raro: | Insufficienza renale. |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella: |
Non comune: | Impotenza |
Patologie sistemiche: |
Comune: | Cefalea, affaticamento. |
Non comune: | Astenia, vertigini, angioedema (con gonfiore delle estremità, con gonfiore di viso, labbra, lingua, faringe, glottide e/o laringe) |
Sono stati segnalati rari casi di agranulocitosi, così come di una sindrome contraddistinta da febbre, sierosite, vasculite, mialgia, artralgia/artrite, titolo ANA (anticorpi anti-nucleo) positivo, VES elevata, eosinofilia, e leucocitosi. Con altri ACE-inibitori sono state segnalate ginecomastia e vasculite e non è possibile escludere che tali effetti indesiderati siano gruppo-specifici. Parametri di laboratorio: Sono stati riportati aumenti (> 1,25 volte il limite superiore normale) dei valori di creatininemia e azotemia, rispettivamente del 3% e 4% in pazienti trattati in monoterapia. È molto più probabile che tali incrementi si verifichino in pazienti in terapia concomitante con diuretici che in pazienti in monoterapia con QUINAPRIL ZENTIVA. Gli incrementi osservati molto spesso regrediscono pur proseguendo la terapia. Per altri ACE-inibitori sono stati segnalati casi di lieve diminuzione dei valori di emoglobina ed ematocrito. Non è possibile escludere che tali effetti siano gruppo-specifici.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Non devono essere usati ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso di ACE-inibitori è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). L’evidenza epidemiologica relativa al rischio di teratogenicità che segue l’esposizione agli ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non è stata esaustiva; tuttavia un leggero aumento del rischio non può essere escluso. Tranne nel caso in cui il proseguimento della terapia con ACE-inibitori sia considerato essenziale, le pazienti che stanno pianificando una gravidanza devono passare a trattamenti antiipertensivi alternativi che presentano un accertato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza. Quando la gravidanza è accertata, il trattamento con ACE-inibitori deve essere sospeso immediatamente, e, se appropriato, deve essere istituita una terapia alternativa. L’esposizione alla terapia con ACE-inibitori durante il secondo e il terzo trimestre è nota per indurre fetotossicità umana (diminuzione della funzione renale, oligoidramnios, ritardo dell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperpotassiemia) (si veda paragrafo 5.3). Qualora l’esposizione agli ACE-inibitori sia avvenuta dal secondo trimestre di gravidanza è consigliato il controllo ecografico dei reni e del cranio. I neonati le cui madri hanno assunto ACE-inibitori devono essere tenuti sotto stretta osservazione per il rischio di ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Allattamento Limitati dati di farmacocinetica dimostrano concentrazioni molto basse nel latte materno (vedere paragrafo 5.2). Sebbene queste concentrazioni sembrino essere clinicamente irrilevanti, l’uso di quinapril in allattamento non è raccomandato per i neonati pretermine e nelle prime settimane dopo il parto, a causa del rischio ipotetico di effetti cardiovascolari e renali e perché non vi è abbastanza esperienza clinica. Nei neonati più grandi, se ritenuto necessario per la madre, quinapril può essere assunto durante l’allattamento, ma in questo caso il neonato deve essere seguito per la possibile comparsa di effetti avversi.