1. Indicazioni terapeutiche
Trattamento dell’ipertensione essenziale. Questa associazione fissa è indicata per i pazienti nei quali la pressione sanguigna non è adeguatamente controllata dal solo quinapril.
2. Posologia
Prima della somministrazione di Quinapril Idroclorotiazide Sandoz si raccomanda la titolazione della dose dei singoli componenti. Se clinicamente appropriato, si può prendere in considerazione un passaggio diretto dalla monoterapia alla combinazione fissa. Deve essere somministrata una compressa di Quinapril Idroclorotiazide Sandoz al mattino. Compromissione renale Nei pazienti con clearance della creatinina compresa tra 30 e 60 ml/min le dosi individuali dei singoli componenti devono essere titolate con particolare attenzione prima di passare alla combinazione fissa. La dose della combinazione fissa deve essere tenuta più bassa possibile. La combinazione fissa è controindicata nei pazienti con grave compromissione renale (clearance della creatinina < 30 ml/min), vedere paragrafo 4.3. Persone anziane Nei pazienti anziani le dosi individuali dei singoli componenti devono essere titolate con particolare attenzione prima di passare alla combinazione fissa. La dose della combinazione fissa deve essere tenuta più bassa possibile. Popolazione pediatrica I dati attualmente disponibili sono descritti nei paragrafi 5.1 e 5.2 ma non è disponibile alcuna raccomandazione riguardante la posologia.
3. Controindicazioni
• Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 o ad un qualsiasi altro ACE–inibitore. • Ipersensibilità all’idroclorotiazide o ad altri sulfonammido–derivati. • Anamnesi di angioedema associata a precedente terapia con ACE–inibitori. • Edema angioneurotico ereditario o idiopatico. • Anuria o grave disfunzione renale (clearance della creatinina < 30 ml/min). • grave compromissione epatica. • 2° e 3° trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6). • Quinapril non deve essere usato nei pazienti con ostruzione dinamica dell’efflusso del ventricolo sinistro.
4. Avvertenze
Quinapril/Idroclorotiazide deve essere usato con cautela nei pazienti selezionati con stenosi aortica. Reazioni di ipersensibilità: Possono verificarsi reazioni di ipersensibilità in pazienti con o senza un’anamnesi di allergia o asma bronchiale, ad esempio, porpora, fotosensibilità, orticaria, angioite necrotizzante, difficoltà respiratoria compresa polmonite ed edema polmonare, reazioni anafilattiche. Ipotensione Quinapril/Idroclorotiazide può causare ipotensione sintomatica, di solito non più frequentemente di entrambi i farmaci in monoterapia. L’ipotensione sintomatica si è osservata raramente in pazienti con ipertensione non complicata. Nei pazienti ipertesi ai quali si somministra il quinapril, l’ipotensione è più probabile si verifichi nei pazienti con deplezione volemica conseguente per esempio a terapia diuretica, dieta iposodica, dialisi, diarrea o vomito, o che presentano grave ipertensione renina–dipendente (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). Quinapril/Idroclorotiazide deve essere usato con cautela nei pazienti sottoposti a terapia concomitante con altri agenti antipertensivi. Il componente tiazidico di quinapril/idroclorotiazide può potenziare l’azione di altri farmaci antipertensivi, soprattutto farmaci ganglionici o bloccanti adrenergici periferici. Gli effetti antipertensivi del componente tiazidico possono anche essere aumentati nei pazienti in post–terapia con simpaticomimetici. Se si verifica ipotensione sintomatica, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, sottoposto a infusione endovenosa di soluzione fisiologica. Una risposta transitoria ipotensiva non è una controindicazione al prosieguo della terapia; comunque, se ciò dovesse verificarsi deve essere presa in considerazione la riduzione del dosaggio di quinapril o di altre terapie diuretiche concomitanti. In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, associata o non associata ad insufficienza renale, la terapia con ACE inibitori per l’ipertensione può causare un calo eccessivo della pressione sanguigna, che può essere associata a oliguria, azotemia, e in rari casi, a insufficienza renale acuta e morte in questi pazienti. La terapia con quinapril/idroclorotiazide deve essere iniziata sotto attento controllo medico. I pazienti devono essere seguiti accuratamente per le prime due settimane di trattamento e ogni volta che il dosaggio viene aumentato. Insufficienza cardiaca/Patologia cardiaca: Come conseguenza dell’inibizione del sistema renina–angiotensina–aldosterone, in soggetti sensibili si può prevedere un cambiamento della funzionalità renale. Nei pazienti con grave insufficienza cardiaca la cui funzionalità renale può dipendere dall’attività del sistema renina–angiotensina–aldosterone, il trattamento con quinapril, può essere associato con oliguria e/o progressiva azotemia e raramente insufficienza renale acuta e/o morte. Stenosi aortica e della valvola mitrale/cardiomiopatia ipertrofica Come con altri ACE–inibitori, il quinapril deve essere somministrato con cautela ai pazienti che presentano stenosi mitralica e ostruzioni all’efflusso dal ventricolo sinistro quali stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica. In casi rilevanti dal punto di vista emodinamico, la combinazione a dose fissa non deve essere somministrata. Patologia renale Quinapril/Idroclorotiazide deve essere usato con cautela nei pazienti con patologia renale. Nella patologia renale grave i tiazidici possono indurre l’azotemia e nella compromissione renale moderata (clearance della creatinina 10–20 ml/min) i tiazidici sono generalmente inefficaci in tali pazienti, e gli effetti della somministrazione ripetuta possono essere cumulativi.Non vi è sufficiente esperienza in pazienti con compromissione renale grave (clearance della creatinina <10 ml/min). Prima del trattamento con ACE–inibitori, si deve escludere la presenza di stenosi dell’arteria renale in pazienti con trapianto renale. L’emivita del quinaprilato è prolungato poiché vi è una caduta della clearance della creatinina. I pazienti con clearance della creatinina <60 ml/min richiedono un dosaggio iniziale di quinapril più basso (vedere paragrafo 4.2). Il dosaggio in questi pazienti deve essere gradualmente aumentato in funzione della risposta terapeutica, sotto attento monitoraggio della funzionalità renale, sebbene gli studi iniziali non abbiano dimostrato che il quinapril induce un ulteriore peggioramento della funzionalità renale. Studi clinici effettuati su pazienti ipertesi con stenosi unilaterale o bilaterale dell’arteria renale, hanno evidenziato aumenti dell’azoto ureico nel sangue e della creatinina sierica in alcuni pazienti trattati con ACE–inibitori. Questi aumenti sono risultati quasi sempre reversibili con l’interruzione della terapia con ACE inibitori e/o diuretici. In tali pazienti la funzionalità renale deve essere monitorata durante le prime settimane di terapia. Alcuni pazienti ipertesi o con insufficienza cardiaca senza apparente patologia renale preesistente hanno sviluppato aumenti dell’azotemia e della creatinina sierica (> 1,25 volte il limite superiore del normale), generalmente di entità minima e transitori, in particolare quando quinapril è stato somministrato assieme ad un diuretico. Sono stati osservati aumenti del 2% e 2% rispettivamente dell’azotemia e della creatinina sierica in pazienti ipertesi sottoposti a monoterapia con quinapril, e del 4% e 3% rispettivamente in pazienti ipertesi sottoposti a terapia con quinapril/idroclorotiazide. Questi aumenti si verificano con maggiore probabilità in pazienti con compromissione renale preesistente. In tal caso può essere richiesta una riduzione del dosaggio e/o l’interruzione del trattamento del diuretico e/o di quinapril. Trapianto di rene Non c’è esperienza inerente la somministrazione di quinapril nei pazienti recentemente sottoposti a trapianto renale. Pertanto, il trattamento con quinapril non è raccomandato. Angioedema È stato segnalato angioedema in pazienti trattati con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina. Se si verifica stridore laringeo o angioedema del viso, della lingua o della glottide, il trattamento deve essere immediatamente sospeso e il paziente deve essere trattato adeguatamente in base a quanto previsto dalla pratica medica standard e tenuto sotto attenta osservazione finché l’edema non è risolto. Nei casi in cui l’edema è limitato al viso e alle labbra, questo generalmente si risolve senza trattamento; gli antistaminici possono essere utili nell’alleviare i sintomi. L’angioedema con interessamento della laringe può essere fatale. Qualora l’angioedema interessi la lingua, la glottide o la laringe con probabile ostruzione delle vie respiratorie, occorre avviare prontamente un’ appropriata terapia, come ad esempio la somministrazione sottocutanea di una soluzione 1:1000 (0,3–0,5 ml) di adrenalina. I pazienti con anamnesi di angioedema non correlato alla terapia con ACE inibitori, possono correre un rischio superiore di sviluppare angioedema durante il trattamento con un ACE–inibitore (vedere paragrafo 4.3). Emodialisi e LDL aferesi: In pazienti emodializzati con membrane in poliacrilonitrile ad alto flusso (’AN69’) è altamente probabile che si verifichino reazioni anafilattoidi se sono trattati con ACE inibitori. Questa combinazione deve pertanto essere evitata, mediante l’uso di farmaci antipertensivi alternativi o membrane alternative per emodialisi. Reazioni simili sono state osservate durante aferesi delle lipoproteine a bassa densità con destrano– solfato. Questo metodo non deve essere usato quindi in pazienti trattati con ACE–inibitori. Reazioni immuno–mediate da farmaco/Reazioni anafilattoidi Desensibilizzazione: i pazienti in terapia con ACE–inibitori e sottoposti a trattamento di desensibilizzazione con veleno di imenotteri hanno manifestato reazioni anafilattoidi pericolose per la vita. Negli stessi pazienti, queste reazioni potevano essere evitate con la temporanea sospensione degli ACE–inibitori, ma si ripresentavano in caso di ri– esposizione involontaria al farmaco. Con l’uso di tiazidici sono stati segnalati sindrome di Stevens–Johnson e possibilità di esacerbazione o attivazione del lupus eritematoso sistemico. Funzionalità epatica compromessa Quinapril/Idroclorotiazide deve essere usato con cautela nei pazienti con funzionalità epatica compromessa o epatopatia progressiva, poiché alterazioni minori dell’equilibrio idro–elettrolitico possono verificarsi nel trattamento con tiazide e indurre il coma epatico. Quinapril è rapidamente de–esterificato in quinaprilato, (quinapril diacido, il metabolita principale), che, negli studi umani e animali, è un potente inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina. Il metabolismo di quinapril dipende normalmente dall’esterasi epatica. Le concentrazioni di quinaprilato sono ridotte nei pazienti con cirrosi alcolica dovuta ad una compromissione della de–esterificazione del quinapril. Raramente, gli ACE–inibitori sono stati associati ad una sindrome che esordisce con ittero colestatico ed evolve in una necrosi epatica fulminante (in alcuni casi morte). I pazienti che durante la terapia con ACE–inibitori manifestano ittero o aumento significativo degli enzimi epatici devono sospendere l’assunzione di quinapril/idroclorotiazide e ricevere appropriate cure mediche. Angioedema intestinale Angioedema intestinale è stato segnalato in pazienti trattati con ACE–inibitori. Questi pazienti hanno presentato dolore addominale (con o senza nausea o vomito); in alcuni casi non vi era nessuna precedente anamnesi di angioedema facciale ed i livelli di C–1 esterasi erano normali. L’angioedema è stato diagnosticato dagli esami compresi TAC addominale o ultrasuoni, o in chirurgia, e i sintomi si sono risolti dopo l’interruzione della terapia con ACE–inibitore. L’angioedema intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziale dei pazienti trattati con ACE–inibitori che presentano dolore addominale. Neutropenia/agranulocitosi Gli ACE–inibitori sono stati raramente associati ad agranulocitosi e depressione midollare in pazienti ipertesi non complicati ma più frequentemente in pazienti con compromissione renale, in particolare se associata a patologie del tessuto connettivo con terapia immunosoppressiva concomitante o con altri farmaci associati a neutropenia/agranulocitosi. I pazienti devono essere informati di riferire immediatamente al medico qualsiasi segnale di infezione (ad es. mal di gola, febbre) poichè potrebbe trattarsi di un sintomo di neutropenia (vedere paragrafo 4.5). Raramente sono stati segnalati casi di agranulocitosi durante il trattamento con quinapril. Come con altri ACE–inibitori è comunque opportuno monitorare la conta dei globuli bianchi nei pazienti con collagenopatia vasculitica sistemica e/o nefropatia. Differenze etniche È stato segnalato che pazienti neri sottoposti a terapia con ACE–inibitori hanno una maggiore incidenza di angioedema rispetto ai pazienti non neri. Gli studi clinici controllati hanno evidenziato un minore effetto sulla pressione degli ACE inibitori nei pazienti neri rispetto ai pazienti non neri. Tosse Con l’uso di ACE–inibitori, è stata segnalata tosse. La tosse è tipicamente secca, persistente e si risolve alla sospensione della terapia. Nella diagnosi differenziale della tosse si tenga presente quella indotta dagli ACE–inibitori. Intervento chirurgico/anestesia Nei pazienti sottoposti a interventi di chirurgia maggiore o durante l’anestesia con agenti che possono indurre ipotensione, il quinapril può inibire la formazione dell’angiotensina II, secondaria al rilascio compensatorio di renina. Se si verifica ipotensione e si ritiene sia dovuta a tale meccanismo, può essere con espansione del volume. Ipokaliemia: La terapia con diuretici tiazidici è stata associata con ipokaliemia, iponatriemia e alcalosi ipocloremica. Tali alterazioni talvolta si manifestano con uno o più dei seguenti sintomi: secchezza della bocca, sete, debolezza, letargia sonnolenza, agitazione, dolori muscolari o crampi, affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia, nausea, confusione, convulsioni e vomito. L’ipokaliemia può anche sensibilizzare o amplificare la risposta cardiaca agli effetti tossici dei farmaci digitalici. Il rischio di ipokaliemia è maggiore nei pazienti con cirrosi epatica, nei pazienti con una diuresi veloce, in pazienti che non ricevono adeguate quantità di elettroliti per via orale e quelli in terapia concomitante con corticosteroidi o ormone adrenocorticotropo (ACTH) (vedere paragrafo 4.5). Iperkaliemia L’uso concomitante di farmaci che possono aumentare i livelli sierici di potassio deve essere attentamente valutato. I pazienti devono essere informati di non utilizzare integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio senza prima consultare il medico (vedere paragrafo 4.5). Ipoglicemia e Diabete: Nei pazienti diabetici gli ACE inibitori possono aumentare la sensibilità all’insulina e nei pazienti trattati con antidiabetici orali o insulina il loro impiego è stato associato a ipoglicemia. È indispensabile un attento monitoraggio della glicemia in particolare durante il primo mese di trattamento con un ACE inibitore (vedere paragrafo 4.5). Litio Generalmente il litio non deve essere somministrato con i diuretici. I diuretici riducono la clearance renale del litio ed espongono ad un alto rischio di tossicità da litio (vedere paragrafo 4.5). Gravidanza La terapia con ACE–inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti anti– ipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE– inibitore. Quando viene accertata una gravidanza, il trattamento con ACE–inibitori deve essere interrotto immediatamente, e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6). Squilibrio degli elettroliti sierici: I pazienti che ricevono quinapril/idroclorotiazide devono essere monitorati per eventuali segni clinici di alterazione del bilancio idro–elettrolitico indotto da tiazidici. In tali pazienti deve essere effettuata una verifica periodica degli elettroliti sierici (in particolare sodio e potassio). Poiché il quinapril riduce la produzione di aldosterone, la sua associazione con idroclorotiazide può attenuare l’ipokaliemia indotta dal diuretico. In molti pazienti gli effetti opposti del quinapril e dell’idroclorotiazide sul potassio sierico saranno approssimativamente bilanciati tra di loro in modo che non si vedrà alcun effetto netto sul potassio sierico.. In altri pazienti un effetto può predominare sull’altro e può essere necessaria un’ integrazione di potassio. Deve essere eseguito un dosaggio iniziale e un monitoraggio periodico ad intervalli regolari degli elettroliti sierici per individuare possibili squilibri elettrolitici. L’eliminazione del calcio viene ridotta dai tiazidici. In alcuni pazienti in terapia prolungata con tiazidici, sono state osservate alterazioni patologiche della ghiandola paratiroide, accompagnate da ipercalcemia e ipofosfatemia. Non sono state riscontrate complicazioni più gravi dell’iperparatiroidismo (litiasi renale, riassorbimento osseo e ulcera peptica).Prima di effettuare i test per la valutazione della funzionalità paratiroidea, il trattamento con tiazidici deve essere interrotto. I tiazidici aumentano l’eliminazione del magnesio attraverso le urine, e ciò può provocare ipomagnesiemia (Vedere paragrafo 4.5). Altri disturbi metabolici I diuretici tiazidici tendono a ridurre la tolleranza al glucosio e ad aumentare i livelli sierici di colesterolo, trigliceridi e acido urico. Questi effetti sono solitamente di lieve entità, ma in pazienti sensibili si possono manifestare crisi di gotta o diabete conclamato. Miopia acuta e glaucoma secondario ad angolo chiuso Idroclorotiazide, una sulfonamide, può causare una reazione idiosincratica, con conseguente miopia acuta transitoria e glaucoma acuto ad angolo chiuso. I sintomi includono insorgenza acuta di diminuita acuità visiva o dolore oculare e si verificano in genere da poche ore a settimane dall’inizio della terapia. Glaucoma acuto ad angolo chiuso non trattato può portare alla perdita permanente della vista. Il trattamento primario è quello di interrompere l’idroclorotiazide il più rapidamente possibile. Possono essere necessari trattamenti medici o chirurgici tempestivi se la pressione intraoculare rimane fuori controllo. I fattori di rischio per lo sviluppo di glaucoma acuto ad angolo chiuso possono includere una storia di allergia alla penicillina o sulfonamide. Test anti–doping L’idroclorotiazide contenuto in questo medicinale può produrre positività ai test anti– doping.
5. Interazioni
Tetraciclina e altri farmaci che interagiscono con il magnesio A causa della presenza di carbonato di magnesio nella formulazione, in volontari sani è stato dimostrato che quinapril riduce l’assorbimento di tetraciclina in somministrazione concomitante del 28–37%. Si raccomanda che la somministrazione concomitante con tetraciclina sia evitata. Si deve considerare questa interazione se si prescrive in concomitanza quinapril e tetraciclina. Agenti che aumentano il potassio sierico: Quinapril/idroclorotiazide contiene un diuretico tiazidico, che tende ad aumentare l’escrezione di potassio nelle urine ma contiene anche un ACE inibitore, che tende a conservare il potassio abbassando i livelli di aldosterone. Non è pertanto consigliabile aggiungere regolarmente diuretici risparmiatori di potassio o integratori di potassio in quanto ciò potrebbe causare un aumento della potassiemia. Altri Diuretici Quinapril/Idroclorotiazide contiene un diuretico. L’uso concomitante di un altro diuretico può avere un effetto additivo. Inoltre, i pazienti in trattamento con diuretici, in particolare quelli che sono volume e/o sodio depleti, possono manifestare una riduzione eccessiva della pressione arteriosa all’inizio della terapia, o con dosaggio aumentato di un ACE inibitore. Altri agenti antipertensivi Possono verificarsi effetti additivi o di potenziamento se quinapril/idroclorotiazide viene somministrato insieme ad altri farmaci antiipertensivi quali nitrati o vasodilatatori. Litio Il litio generalmente non deve essere somministrato assieme ai diuretici. I diuretici riducono la clearance renale del litio e aumentano il rischio di tossicità da litio. Aumentati livelli sierici di litio e sintomi di tossicità da litio sono stati osservati in pazienti trattati contemporaneamente con litio e ACE–inibitori a causa degli effetti di perdita di sodio legati a questi agenti. Il rischio di tossicità da litio può aumentare con quinapril/idroclorotiazide. Quinapril/idroclorotiazide deve essere somministrato con cautela e si raccomanda il monitoraggio frequente dei livelli sierici di litio. Corticosteroidi, ACTH È stata osservata un’intensificata deplezione elettrolitica, in particolare ipokaliemia. Antidepressivi triciclici/antipsicotici/anestetici/narcotici L’uso concomitante di alcuni medicinali anestetici, antidepressivi triciclici ed antipsicotici con ACE–inibitori può determinare un ulteriore abbassamento della pressione sanguigna. Si può verificare ipotensione posturale (vedere paragrafo 4.4). Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) In alcuni pazienti la somministrazione di un FANS può ridurre gli effetti diuretici, natriuretici ed antiipertensivi dei diuretici dell’ansa, dei diuretici risparmiatori di potassio e diuretici tiazidici, e può ridurre gli effetti anti–ipertensivi degli ACE inibitori. Si raccomanda il monitoraggio periodico dei pazienti in terapia con quinapril in associazione a FANS per verificare l’avvenuto raggiungimento dell’effetto antiipertensivo del quinapril. È stato inoltre descritto che i FANS e gli ACE inibitori hanno un effetto additivo nell’aumentare il potassio sierico,mentre la funzionalità renale potrebbe ridursi. Questi effetti sono generalmente reversibili e si verificano con maggiore probabilità in pazienti con funzionalità renale compromessa. Simpaticomimetici I simpaticomimetici possono ridurre l’efficacia antipertensiva degli ACE–inibitori. Farmaci antidiabetici (agenti ipoglicemici orali e insulina) Nei pazienti diabetici gli ACE–inibitori possono aumentare la sensibilità all’insulina e sono stati associati a ipoglicemia in pazienti trattati con agenti antidiabetici orali o insulina. Il controllo glicemico deve essere attentamente monitorato in particolare durante il primo mese di trattamento con un ACE–inibitore (vedere paragrafo 4.4). Antiacidi Gli antiacidi possono diminuire la biodisponibilità di quinapril/idroclorotiazide. Allopurinolo, agenti citostatici e immunosoppressori, corticosteroidi sistemici o procainamide: La somministrazione concomitante con ACE inibitori può portare a un aumento del rischio di leucopenia. Alcool, barbiturici o narcotici Può verificarsi un potenziamento dell’ipotensione ortostatica. Amfotericina B (parenterale), carbenoxolone, corticosteroidi, corticotropina (ACTH) o stimolanti lassativi L’idroclorotiazide può intensificare lo squilibrio elettrolitico, in particolare l’ipokaliemia. Sali di calcio Quando somministrati in associazione ai diuretici tiazidici, può verificarsi un incremento dei livelli di calcio sierico, dovuto ad una diminuita escrezione. Chirurgia/anestesia Sebbene non vi siano dati disponibili per indicare se ci sia un’ interazione tra il quinapril e gli agenti anestetici che produce ipotensione, si deve procedere con cautela nei pazienti che devono sottoporsi ad interventi chirurgici importanti o ad anestesia, poichè gli ACE inibitori hanno dimostrato il blocco della formazione di angiotensina II come meccanismo secondario al rilascio compensatorio di renina. Ciò può indurre ipotensione che può essere corretta attraverso l’espansione volemica (vedere paragrafo 4.4). I tiazidici possono diminuire la risposta arteriosa alla noradrenalina. Negli interventi chirurgici effettuati in emergenza gli agenti pre–anestetici e anestetici devono essere somministrati a dosi ridotte. I tiazidici possono aumentare la risposta alla tubocurarina. Resine a scambio anionico L’assorbimento di idroclorotiazide viene alterato in presenza di resine a scambio anionico, come colestiramina e colestipolo. Dosi singole di queste due resine legano l’idrocloriazide e ne riducono l’assorbimento nel tratto gastrointestinale fino al 85% e 43%, rispettivamente Diuretici solfonammidici Devono essere assunti almeno un’ora prima o da quattro a sei ore dopo l’assunzione di questo medicinale. Miorilassanti non depolarizzanti (es. tubocurarina cloruro) Gli effetti di questi agenti possono essere potenziati dall’idroclorotiazide. Medicinali associati a torsione di punta A causa del rischio potenziale di ipokaliemia, deve essere prestata cautela quando l’idroclorotiazide viene somministrata in concomitanza a medicinali come glicosidi digitalici o agenti associati con la torsione di punta. Trimetoprim La somministrazione concomitante di ACE–inibitori e tiazidici con trimetoprim aumenta il rischio di iperkaliemia. Amine pressorie (es. norepinefrina) Possibile diminuzione della risposta alle amine pressorie, tuttavia non in misura tale da precludere il loro uso. Altri agenti Non si sono verificate interazioni farmacocinetiche clinicamente rilevanti quando quinapril è stato somministrato in concomitanza con propranololo, idroclorotiazide, digossina e cimetidina. L’effetto anticoagulante di una singola dose di warfarin (misurato dal tempo di protrombina) non è stato significativamente alterato dalla somministrazione concomitante di quinapril due volte al giorno.
6. Effetti indesiderati
I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati durante il trattamento con quinapril/idroclorotiazide ed altri ACE–inibitori o idroclorotiazide, con le seguenti frequenze: Molto comune ≥1/10, Comune ≥1/100, <1/10 Non comune ≥1/1000, <1/100, Raro ≥1/10.000, <1/1000 Molto raro <1/10.000 Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
Classificazione per sistemi e organi | Effetti indesiderati |
Infezioni e infestazioni |
Comune | Bronchite, infezione del tratto respiratorio superiore, faringite#, rinite# |
Non comune | Infezione virale, infezione del tratto urinario, sinusite, scialoadenite |
Patologie del sistema emolinfopoietico |
Raro | Leucopenia, depressione del midollo osseo |
Molto raro | Anemia aplastica |
Non nota | Agranulocitosi##, anemia emolitica# ∞, neutropenia##, trombocitopenia, eosinofilia# |
Disturbi del sistema immunitario |
Non nota | Reazione anafilattoide# |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione |
Comune | Iperkaliemia##, gotta#, iperuricemia#, squilibrio elettrolitico (comprese iponatriemia e ipokaliemia), iperglicemia, glicosuria, aumento del colesterolo e dei trigliceridi |
Non comune | tolleranza al glucosio compromessa, anoressia |
Disturbi psichiatrici |
Comune | Insonnia# |
Non comune | Stato confusionale#, depressione#, nervosismo#, disturbi del sonno |
Raro | Irrequietezza |
Patologie del sistema nervoso |
Comune | Capogiri#,cefalea#, sonnolenza# |
Non comune | Attacco ischemico transitorio#, sincope#, parestesia#, disgeusia# |
Raro | Disturbo del bilancio elettrolitico, neuropatia |
Non nota | Accidente cerebrovascolare# |
Patologie dell’occhio |
Non comune | Ambliopia# |
Raro | Xantopsia# |
Molto raro | Visione offuscata# |
Patologie dell’orecchio e del labirinto |
Non comune | Vertigini#, tinnito# |
Patologie cardiache |
Comune | Angina pectoris##, tachicardia#, palpitazioni# |
Non comune | Infarto del miocardio#, asistolia, ipotensione posturale |
Non nota | Aritmia |
Patologie vascolari |
Comune | Vasodilatazione# |
Non comune | Ipotensione# |
Non nota | Ipotensione ortostatica# |
Raro | Angioite necrotizzante (vasculite, vasculite cutanea) |
Molto raro | Fenomeno di Raynaud |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche |
Comune | Tosse# |
Non comune | Dispnea#, gola secca, sinusite |
Raro | Polmonite eosinofila##, ostruzione del tratto respiratorio causato da angioedema (che può essere fatale) #, peggioramento dell’asma, sofferenza respiratoria (inclusi polmonite e edema polmonare) |
Non nota | Broncospasmo# |
Patologie gastrointestinali |
Comune | Vomito#, diarrea#, dispepsia#, dolore addominale#, nausea# |
Non comune | Flatulenza#, bocca secca#, disturbi nella digestione |
Raro | Glossite, costipazione |
Molto raro | Ileo#, angioedema del piccolo intestino |
Non nota | Pancreatite# |
Patologie epatobiliari |
Non nota | Epatite#, ittero colestatico# |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
Non comune | Angioedema##, alopecia#, eruzione cutanea#, prurito#, iperidrosi##, reazione di fotosensibilità# |
Raro | Problemi alla pelle possono essere associati a febbre, dolori muscolari e articolari (mialgia, artralgia, artrite), infiammazione vascolare (vasculite), dermatite psoriasiforme# |
Molto raro | Orticaria#, onicolisi |
Non nota | Sindrome di Stevens Johnson#, necrolisi epidermica tossica#, eritema multiforme#, dermatite esfoliativa#, pemfigo#, porpora. Cambiamenti della pelle possono essere associati a infiammazioni dei tessuti sierosi e ad alcuni cambiamenti nei valori dei test di laboratorio (eosinofilia, leucocitosi e/o aumento degli anticorpi antinucleo, aumento della velocità di eritrosedimentazione) |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo |
Comune | Mal di schiena#, mialgia# |
Non comune | Spasmo muscolare, artralgia# |
Non nota | Lupus eritematoso sistemico |
Patologie renali e urinarie |
Non comune | Compromissione renale#, proteinuria |
Non nota | Nefrite tubulointerstiziale |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella |
Non comune | Disfunzione erettile# |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Comune | Affaticamento#, astenia#, dolore al petto# |
Non comune | Edema generale##, piressia#, edema periferico# |
Non nota | Sierosite |
Esami diagnostici |
Comune | Aumento della creatinina ematica#, aumento dell’urea ematica#* |
Non nota | Aumento del colesterolo nel sangue#, aumento dei trigliceridi nel sangue, diminuzione dell’emoglobina, diminuzione dell’ematocrito#, diminuzioni dell’ematocrito e WCXC, aumento dei livelli degli enzimi epatici, aumento della bilirubina nel sangue, aumento degli anticorpi anti–nucleo#, aumento della velocità di eritrosedimentazione. Nei pazienti con deficit congenito di G–6–PDH, sono stati segnalati singoli casi di anemia |
emolitica
* Tali aumenti sono più probabili nei pazienti che ricevono terapia concomitante con diuretico rispetto a quelli in monoterapia con quinapril. Tali aumenti osservati spesso regrediscono con il prosieguo della terapia. # Effetti indesiderati associati a quinapril, frequenze osservate in terapia con quinapril/HCTZ. ## Effetti indesiderati associati a quinapril, frequenze osservate con quinapril, effetti indesiderati non associati a quinapril/HCTZ. ∞ Nei pazienti con deficit congenito di Glucosio–6–fosfato deidrogenasi (G–6–PDH), sono stati segnalati casi di anemia emolitica#. Risultati di test clinici di laboratorio:
Elettrolitici sierici: (vedere paragrafo 4.4). Uricemia, glicemia, magnesiemia, analisi della funzione paratiroidea e calcemia: (vedere paragrafo 4.4).
Analisi ematologiche: (vedere paragrafo 4.4).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza ACE–inibitori L’uso di ACE inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso di ACE inibitori è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un piccolo aumento del rischio. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene accertata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa. È noto che nella donna l’esposizione ad ACE–inibitori durante il secondo ed il terzo trimestre, induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3). Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un ACE inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio. I neonati le cui madri abbiano assunto ACE inibitori devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Idroclorotiazide C’è limitata esperienza con idroclorotiazide durante la gravidanza, specialmente durante il primo trimestre. Gli studi sugli animali sono insufficienti. Idroclorotiazide attraversa la placenta. In base al suo meccanismo d’azione l’uso di idroclorotiazide durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza può compromettere la perfusione feto–placentare e può causare effetti fetali e neonatali come ittero, alterazioni del bilancio elettrolitico e trombocitopenia. Idroclorotiazide non deve essere usata per il trattamento dell’edema gestazionale, l’ipertensione gestazionale o la preeclampsia a causa del rischio di riduzione del volume plasmatico e di ipoperfusione placentare senza un effetto benefico sul decorso della malattia. Idroclorotiazide non deve essere usata per il trattamento dell’ipertensione in donne in gravidanza, eccetto che in rare situazioni in cui nessun altro trattamento può essere usato. Allattamento al seno Quinapril Dati limitati di farmacocinetica dimostrano concentrazioni molto basse nel latte materno (vedere paragrafo 5.2). Sebbene queste concentrazioni sembrano essere clinicamente irrilevanti, l’uso di Quinapril Idroclorotiazide Sandoz in allattamento non è raccomandato per i neonati pretermine e per le prime settimane dopo la nascita, a causa del rischio ipotetico di effetti cardiovascolari e renali e perché non c’è sufficiente esperienza clinica. Nel caso di un bambino di età superiore, si può considerare l’uso di Quinapril Idroclorotiazide Sandoz in una madre che allatta al seno se questo trattamento è necessario per la madre e il bambino è osservato per qualsiasi effetto avverso. Idroclorotiazide Idroclorotiazide viene escreta nel latte materno in piccole quantità. I diuretici tiazidici ad alte dosi provocano intensa diuresi che può inibire la produzione di latte. L’uso di Quinapril Idroclorotiazide Sandoz durante l’allattamento al seno non è raccomandato. Se Quinapril Idroclorotiazide Sandoz viene assunto durante l’allattamento, le dosi devono essere mantenute ai livelli più bassi possibili.
9. Principio attivo
Quinapril Idroclorotiazide Sandoz 20 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film. Ogni compressa contiene 20 mg di quinapril (come quinapril cloridrato) e 12,5 mg di idroclorotiazide Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Nucleo della compressa: Magnesio carbonato pesante, calcio idrogeno fosfato anidro, amido pregelatinizzato (di mais), croscarmellosa sodica, magnesio stearato. Film di rivestimento: Idrossipropilcellulosa, ipromellosa, titanio diossido (E171), macrogol 400, ferro ossido giallo (E 172), ferro ossido rosso (E 172), talco
11. Sovradosaggio
Non sono disponibili dati riguardo al sovradosaggio di quinapril/idroclorotiazide negli esseri umani. La manifestazione clinica più probabile, attribuibile al sovradosaggio da quinapril in monoterapia è rappresentata da una grave ipotensione che di solito è trattata con infusione endovenosa di soluzione fisiologica. I segni e i sintomi più comunemente osservati attribuibili al sovradosaggio da idroclorotiazide in monoterapia sono quelli causati dalla deplezione degli elettroliti (ipopotassiemia, ipocloremia, iponatriemia) e dalla disidratazione risultanti da un’eccessiva diuresi. Se il paziente è anche in trattamento con digitale, l’ipopotassiemia può accentuare l’aritmia cardiaca. Non sono disponibili informazioni specifiche sul trattamento del sovradosaggio di quinapril/idroclorotiazide. L’emodialisi e la dialisi peritoneale hanno scarso effetto sull’eliminazione del quinapril e del quinaprilato. Il trattamento è sintomatico e di sostegno in accordo con la normale pratica medica.