icon/back Indietro

Peribrain 30 mg/0,75 ml gocce orali, soluzione 1 flacone da 25 ml

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
Tipologia:
Principio attivo:
Casa produttrice:
Anno:
Prezzo:
1. Indicazioni terapeutiche
Prevenzione e terapia di deficit neurologici ischemici correlati a vasospasmo cerebrale.
2. Posologia
La sicurezza e l’efficacia di PERIBRAIN in pazienti di età inferiore ai 18 anni non è stata stabilita. Posologia Nella profilassi e nel trattamento dei deficit neurologici ischemici conseguenti a vasospasmo cerebrale indotto da emorragia subaracnoidea, terminata la terapia parenterale, si raccomanda di proseguire la somministrazione di nimodipina per via orale per circa 7 giorni (60 mg - 1,5 ml di soluzione, corrispondenti a 30 gocce o due contenitori monodose - 6 volte al giorno, ad intervalli di 4 ore). Nei pazienti che sviluppano reazioni avverse, la dose dovrebbe essere ridotta secondo le necessità o dovrebbe essere sospeso il trattamento. In caso di somministrazione concomitante con inibitori o attivatori del sistema CYP 3A4, può rendersi necessario una modulazione del dosaggio (vedere paragrafo 4.5). Pazienti con funzionalità epatica compromessa Una funzionalita epatica gravemente compromessa e particolarmente la cirrosi epatica, può causare un aumento della biodisponibilita della nimodipina, dovuto ad una diminuzione dell’effetto di primo passaggio e della clearance metabolica. Gli effetti farmacologici e gli effetti indesiderati, come l’abbassamento della pressione arteriosa, possono essere più pronunciati in questi pazienti. In questi casi la dose deve essere ridotta o, se necessario, bisogna considerare la sospensione del trattamento. Modo di somminstrazione PERIBRAIN va assunto lontano dai pasti, diluendo le gocce in poca acqua. Non assumere con succo di pompelmo (vedere paragrafo 4.5). L’intervallo tra le singole somministrazioni non dovrebbe essere inferiore alle 4 ore.
3. Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. L’uso di nimodipina in concomitanza con rifampicina è controindicato, in quanto l’assunzione contemporanea di rifampicina può ridurre significativamente l’efficacia della nimodipina (vedere paragrafo 4.5). La terapia concomitante con nimodipina per via orale e farmaci antiepilettici, quali fenobarbital, fenitoina o carbamazepina, è controindicata, in quanto l’assunzione contemporanea di tali farmaci può ridurre significativamente l’efficacia della nimodipina (vedere paragrafo 4.5). Gravidanza e allattamento.
4. Avvertenze
Nei pazienti con insufficienza renale grave (filtrazione glomerulare ≤ 20 ml/min), che necessitano di un trattamento con PERIBRAIN, si raccomanda un attento monitoraggio. Una funzionalità epatica gravemente compromessa e particolarmente la cirrosi epatica, può causare un aumento della biodisponibilità della nimodipina, dovuto ad una diminuzione dell’effetto di primo passaggio e della clearance metabolica. Gli effetti farmacologici e gli effetti indesiderati, come l’abbassamento della pressione arteriosa, possono essere più pronunciati in questi pazienti (vedere paragrafo 4.2). Anche se non vi sono evidenze che il trattamento con PERIBRAIN sia associato con un aumento della pressione endocranica, si raccomanda un attento controllo in questi casi o in condizioni caratterizzate da un aumento del contenuto di acqua nel tessuto cerebrale (edema cerebrale generalizzato). PERIBRAIN deve essere utilizzato con cautela anche nei pazienti ipotesi (pressione arteriosa sistolica < 100 mmHg). Nei pazienti con angina instabile o nelle prime 4 settimane dopo un infarto acuto del miocardio il medico deve valutare il rischio potenziale (ridotta perfusione coronarica ed ischemia del miocardio) in relazione al beneficio atteso (miglioramento della perfusione cerebrale). La nimodipina viene metabolizzata attraverso il sistema del citocromo P450 3A4. I farmaci che sono noti inibitori o induttori di questo sistema enzimatico possono quindi modificare l’effetto di primo passaggio o la clearance della nimodipina (vedere paragrafo 4.2 e 4.5). Farmaci che notoriamente inibiscono il sistema del citocromo P450 3A4, e che quindi possono causare un aumento della concentrazione plasmatica di nimodipina, sono, per esempio: • antibiotici macrolidi (es. eritromicina) • inibitori delle proteasi anti-HIV (es. ritonavir) • antimicotici azolici (es. ketoconazolo) • antidepressivi nefazodone e fluoxetina • quinupristin/dalfopristin • cimetidina • acido valproico. In caso di somministrazione concomitante con questi farmaci, la pressione arteriosa deve essere monitorata e, se necessario, deve essere presa in considerazione una riduzione del dosaggio di nimodipina. Eccipienti PERIBRAIN contiene macrogolglicerolo idrossistearato (un derivato dell’olio di ricino), pertanto può causare disturbi gastrici e diarrea. PERIBRAIN contiene metile p-idrossibenzoato e propile p-idrossibenzoato nella confezione flaconi, pertanto può causare reazioni allergiche (anche ritardate).
5. Interazioni
Effetti di altri farmaci sulla nimodipina La nimodipina viene metabolizzata attraverso il sistema del citocromo P450 3A4, localizzato sia a livello della mucosa intestinale sia del fegato. I farmaci che sono noti inibitori o induttori di questo sistema enzimatico possono quindi modificare l’effetto di primo passaggio o la clearance della nimodipina (vedere paragrafo 4.2 “Pazienti con funzionalità epatica compromessa”). L’entità e la durata di questa interazione devono essere prese in considerazione quando nimodipina è somministrata contemporaneamente ai seguenti farmaci: Rifampicina Esperienze con altri calcio-antagonisti lasciano ritenere che la rifampicina acceleri il metabolismo della nimodipina attraverso un processo di induzione enzimatica. Perciò l’efficacia di nimodipina potrebbe essere significativamente ridotta se somministrata con rifampicina. L’uso di nimodipina con rifampicina è quindi controindicato (vedere paragrafo 4.3). Farmaci antiepilettici induttori del sistema del citocromo P450 3A4, come il fenobarbital, la fenitoina o la carbamazepina. Una precedente terapia cronica con i farmaci antiepilettici fenobarbital, fenitoina o carbamazepina riduce in maniera marcata la biodisponibilità della nimodipina somministrata per via orale. Pertanto, la terapia concomitante con questi farmaci e nimodipina per via orale è controindicata (vedere paragrafo 4.3). Inibitori del sistema del citocromo P450 3A4 In caso di somministrazione concomitante con i seguenti inibitori del sistema del citocromo P450 3A4, la pressione arteriosa deve essere monitorata e, se necessario, deve essere presa in considerazione una riduzione del dosaggio di nimodipina (vedere paragrafo 4.2). Antibiotici macrolidi (ad es. eritromicina) Non sono stati condotti studi di interazione fra antibiotici macrolidi e nimodipina. Alcuni antibiotici macrolidi sono noti come inibitori del sistema del citocromo P450 3A4 e l’eventualità di un’interazione a questo livello non può essere esclusa. Perciò gli antibiotici macrolidi non devono essere usati in associazione con nimodipina (vedere paragrafo 4.4). L’azitromicina, anche se appartenente strutturalmente alla classe degli antibiotici macrolidi, non è un inibitore del sistema del citocromo CYP 3A4. Inibitori delle proteasi anti-HIV (ad es. ritonavir, indinavir, nelfinavir o saquinavir) Non sono stati condotti veri e propri studi per investigare la potenziale interazione tra nimodipina e inibitori delle proteasi anti-HIV. È stato segnalato che alcuni farmaci di questa classe sono potenti inibitori del sistema del citocromo P450 3A4. Per questo motivo, la possibilità di un aumento marcato e clinicamente rilevante della concentrazione plasmatica di nimodipina, in caso di sua somministrazione in concomitanza con uno di questi farmaci, non può essere esclusa (vedere paragrafo 4.4). Antimicotici azolici (ad es. ketoconazolo) Non sono stati condotti veri e propri studi per investigare la potenziale interazione tra nimodipina e ketoconazolo. È noto che gli antimicotici azolici inibiscono il sistema del citocromo P450 3A4, e varie interazioni sono state segnalate per altri calcio-antagonisti diidropiridinici. Quindi, nel caso siano somministrati assieme a nimodipina orale, non si può escludere un sostanziale aumento della biodisponibilità sistemica della nimodipina, dovuto ad una diminuzione del metabolismo di primo passaggio (vedere paragrafo 4.4). Nefazodone Non sono stati condotti veri e propri studi per investigare la potenziale interazione tra nimodipina e nefazodone. Questo farmaco antidepressivo è notoriamente un potente inibitore del sistema del citocromo P450 3A4. Quindi, nel caso in cui il nefazodone sia somministrato assieme a nimodipina, non si può escludere un sostanziale aumento della concentrazione plasmatica di nimodipina (vedere paragrafo 4.4). Fluoxetina La contemporanea somministrazione di nimodipina con l’antidepressivo fluoxetina allo stato stazionario ha condotto ad un aumento di circa il 50% dei livelli plasmatici di nimodipina. La concentrazione della fluoxetina è diminuita in modo marcato, mentre la concentrazione del suo metabolita attivo norfluoxetina non è stata influenzata (vedere paragrafo 4.4). Quinupristin/dalfopristin Sulla base di esperienze con il calcio-antagonista nifedipina, la somministrazione concomitante di nimodipina e quinupristin/dalfopristin può portare ad un aumento della concentrazione plasmatica di nimodipina (vedere paragrafo 4.4). Cimetidina La somministrazione contemporanea di nimodipina e della cimetidina (un antiagonista H2) può portare ad un aumento della concentrazione plasmatica di nimodipina (vedere paragrafo 4.4). Acido valproico La somministrazione contemporanea di nimodipina e dell’acido valproico (un anticonvulsivo) può portare ad un aumento della concentrazione plasmatica di nimodipina (vedere paragrafo 4.4). Ulteriori interazioni Nortriptilina L’assunzione contemporanea di nimodipina e nortriptilina allo stato stazionario ha condotto ad un modesto decremento nella concentrazione della nimodipina senza influenzare i livelli plasmatici della nortriptilina. Effetti della nimodipina su altri farmaci Farmaci antiipertensivi La nimodipina può aumentare l’effetto ipotensivo di farmaci anti-ipertensivi somministrati contemporaneamente, come, per esempio: • diuretici • beta-bloccanti • ACE-inibitori • A1 antagonisti • altri calcio-antagonisti • alfa-bloccanti • inibitori del PDE5 • alfa-metildopa Nel caso un’associazione di questo tipo sia inevitabile, è necessario un monitoraggio del paziente particolarmente attento. Zidovudina In uno studio sulla scimmia la simultanea somministrazione endovenosa del farmaco anti-HIV zidovudina e di nimodipina in bolo ha indotto un incremento significativo della AUC della zidovudina, con una significativa riduzione del suo volume di distribuzione e della sua clearance. Interazioni fra farmaco e alimenti Succo di pompelmo Il succo di pompelmo inibisce il sistema del citocromo P450 3A4.L’assunzione contemporanea di succo di pompelmo e di calcio-antagonisti diiprodipiridinici aumenta la concentrazione plasmatica e la durata dell’azione di quest’ultima, a causa di una diminuzione del suo metabolismo legato all’effetto di primo passaggio o della sua clearance. Come conseguenza di ciò, l’effetto antiipertensivo della nimodipina può risultare aumentato. Questo fenomeno può durare per almeno per 4 giorni dopo l’ultima ingestione di succo di pompelmo. L’ingestione di pompelmo o succo di pompelmo deve quindi essere evitata durante il trattamento con nimodipina (vedere paragrafo 4.2). Casi in cui non si è evidenziata un’interazione Aloperidolo La contemporanea somministrazione di nimodipina allo stato stazionario a pazienti in trattamento a lungo termine con aloperidolo non ha messo in evidenza nessuna potenziale reciproca interazione. La contemporanea somministrazione di nimodipina per via orale e di diazepam, digossina, glibenclamide, indometacina, ranitidina e warfarin non ha messo in evidenza nessuna potenziale reciproca interazione.
6. Effetti indesiderati
Nella Tabella 1 sono riportate le reazioni avverse da farmaco segnalate con nimodipina negli studi clinici con nimodipina sull’indicazione “Prevenzione e terapia di deficit neurologici ischemici correlati a vasospasmo cerebrale indotti da emorragia subaracnoidea”, ordinate in base alle categorie di frequenza secondo CIOMS III (negli studi controllati verso placebo 703 pazienti sono stati trattati con nimodipina e 692 con placebo; negli studi non controllati 2.496 pazienti sono stati trattati con nimodipina; status 31 agosto 2005). All’interno di ciascuna classe di frequenza gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità. Le frequenze sono così definite: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1.000, < 1/100), raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000) Tabella 1: reazioni avverse al farmaco segnalate nei pazienti in diversi studi clinici sull’ indicazione "Prevenzione e trattamento di deficit neurologici ischemici correlati a vasospasmo cerebrale".
Classificazione per sistemi e organi (secondo MedDRA) Non comune Raro
Patologie del sistema linfoemopoietico Trombocitopenia  
Disfunzioni del sistema immunitario Reazione allergica, Eruzione cutanea  
Patologie del sistema nervoso Cefalea  
Patologie cardiache Tachicardia Bradicardia
Patologie vascolari Ipotensione, Vasodilatazione  
Patologie gastrointestinali Nausea Ileo
Patologie epatobiliari   Aumento transitorio degli enzimi epatici
Altri eventi riportati con frequenza non nota includono le vertigini. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Non ci sono studi controllati adeguati sulle donne in gravidanza. La somministrazione di nimodipina non è raccomandato in gravidanza (vedere paragrafo 5.3). Qualora si ritenga necessario somministrazione Peribrain in gravidanza, occorre considerare attentamente i benefici attesi per la madre ed i rischi potenziali per il feto in rapporto alla gravidanza del quadro clinico. Allattamento È stato evidenziato che la nimodipina ed i suoi metaboliti sono escreti nel latte materno in una concentrazione dello stesso ordine di grandezza di quella presente nel plasma materno. Si consiglia alle madri di non allattare durante l’assunzione del medicinale. Fertilità In singoli casi di fertilizzazione in-vitro, i calcio-antagonisti sono stati associati con cambiamenti biochimici reversibili nella testa degli spermatozoi, con possibile conseguente compromissione della funzionalità spermatica. La rilevanza di questo risultato non è nota nel trattamento a breve termine.
8. Conservazione
Conservare i contenitori nel proprio astuccio per proteggerli dalla luce. Non conservare in frigorifero.
9. Principio attivo
PERIBRAIN 30 mg/0,75 ml gocce orali, soluzione - 30 contenitori monodose da 0,75 ml Un contenitore monodose contiene: Principio attivo: nimodipina 30 mg PERIBRAIN 30 mg/0,75 ml gocce orali, soluzione - flacone da 25 ml 0,75 ml di soluzione contengono: Principio attivo: nimodipina 30 mg Eccipienti con effetti noti: PERIBRAIN 30 mg/0,75 ml gocce orali, soluzione - 30 contenitori monodose da 0,75 ml: macrogolglicerolo idrossistearato (un derivato dell’olio di ricino). PERIBRAIN 30 mg/0,75 ml gocce orali, soluzione - flacone da 25 ml: macrogolglicerolo idrossistearato (un derivato dell’olio di ricino), metile p-idrossibenzoato e propile p-idrossibenzoato. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
PERIBRAIN 30 mg/0,75 ml gocce orali, soluzione - 30 contenitori monodose da 0,75 ml Macrogol 400, cremophor RH 40, saccarina sodica, acqua p.p.i PERIBRAIN 30 mg/0,75 ml gocce orali, soluzione - flacone da 25 ml Macrogol 400, cremophor RH 40, saccarina sodica, metile p-idrossibenzoato, propile p-idrossibenzoato, acqua p.p.i
11. Sovradosaggio
Sintomi da intossicazione Sintomi di sovradosaggio acuto che devono essere considerati sono: marcata ipotensione, tachicardia o bradicardia; disturbi gastrointestinali e nausea. Trattamento dell’intossicazione In caso di sovradosaggio acuto, si deve sospendere immediatamente la somministrazione di nimodipina. Quale misura di emergenza potrebbe essere considerata la lavanda gastrica con aggiunta di carbone attivo. In caso di ipotensione grave possono essere somministrata dopamina o noradrenalina per via endovenosa. Dal momento che non è noto alcun antidoto specifico, il trattamento degli eventi avversi deve essere diretto ad eliminare i sintomi principali.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).